Verranno erogati fino al 31 dicembre 2020. Non ci sarà un nuovo bando: il percorso verrà gestito dal Servizio sociale
BOLOGNA – Undicimila domande di buoni spesa liquidate per un totale di 3.075.000 euro. Il Comune di Bologna si avvia alla “fase due” dei buoni spesa grazie alle risorse residue pari a 1.138.000 euro che verranno erogati dal Servizio Sociale fino alla fine dell’anno tenendo conto dei nuovi bisogni emersi a causa dei provvedimenti per contrastare il coronavirus. Non ci sarà un nuovo bando: tutto il percorso verrà gestito dal Servizio sociale del Comune. Il percorso è contenuto in una delibera proposta dall’assessore a Sanità e Welfare, Giuliano Barigazzi, e approvata dalla giunta nell’ultima seduta. Il provvedimento prevede che sia data priorità a persone e nuclei familiari non conosciuti prima dell’emergenza sanitaria, con particolare attenzione a: famiglie con minori; nuclei con un genitore solo; nuclei numerosi; persone in carico ai servizi che abbiano subito un peggioramento della propria situazione economica a causa dell’emergenza sanitaria. L’erogazione dei buoni spesa avverrà tenendo conto della capacità economica e delle entrate reali delle persone e dei nuclei familiari, nonché dei loro oneri ordinari e straordinari.
Per i buoni spesa durante la fase acuta dell’emergenza coronavirus, il Governo ha finanziato il Comune di Bologna con 2.062.703,93 euro. Il Comune ha aggiunto proprie risorse per ulteriori 1,7 milioni di euro. Le fondazioni private aderenti hanno reso disponibili altri 450.000 euro. La disponibilità totale è stata di 4.212.703,93 euro.
Cos’è il buono spesa e come funziona.
Prima fase dei buoni spesa, identikit delle domande
I contatti arrivati all’Amministrazione Comunale di Bologna nella settimana di apertura del bando, dal 2 al 10 aprile scorsi, sono stati 16.098 e di questi 4.173 si riferivano a mail doppie o semplici richieste di informazioni. Dopo la scrematura le domande da evadere sono rimaste 11.925. Di queste 10.972 sono state liquidate, 684 non sono state liquidate perché nessuno ha risposto alle richieste di regolarizzazione e 269 sono state escluse perché i richiedenti non erano né residenti, né domiciliati a Bologna.
Delle quasi undicimila domande che si sono concluse con l’erogazione dei buoni spesa, 1.521 erano frutto di segnalazioni dirette dei servizi sociali. A 297 tra singoli e nuclei familiari che avevano presentato domanda, pari al 2,7% del totale, i buoni spesa sono stati stampati e consegnati in forma cartacea, perché chi ne avrebbe fruito non aveva strumenti digitali.
Il Comune di Bologna ha erogato buoni spesa sia a chi si trovava sotto la soglia dei 780 euro di entrate economiche nel corso del mese di marzo 2020, sia a chi la superava: 9.304 nuclei hanno dichiarato di aver ricevuto entrate inferiori a quella soglia, 1.668 hanno dichiarato di aver avuto entrate superiori.
Più della metà dei buoni spesa (51,17%) è stata erogata a nuclei di cittadinanza italiana, il 6,64% a cittadini di altri Stati dell’Unione Europea e il 42,19% a cittadini di stati fuori dall’Unione Europea (sono 105 gli Stati rappresentati).
Nell’ 89,4% dei casi i nuclei sono di cittadini residenti a Bologna (9.807 domande) mentre 1.165 sono di persone domiciliate in città.
I nuclei beneficiari sono mediamente giovani: il 7,35% ha meno di 25 anni, il 59,24% ha tra i 26 e i 45 anni, il 31,12% ha tra i 46 e i 65 anni mentre solo il 2,2% ha più di 65 anni.
Infine un ultimo elemento: il 41,7% delle domande sono state fatte da nuclei di una sola persona, il 16,4% di due persone, il 15,4% di tre persone fino ad arrivare al 4,5% di nuclei composti da sei o più persone.
In allegato il report di sintesi sui buoni spesa elaborato dall’area Welfare e Benessere di comunità del Comune di Bologna.