Le rilevazioni di Arpae sono state effettuate nel maggio 2021, in epoca di normative anti-Covid, quando le lezioni si svolgevano con le finestre aperte per tutelare la salute degli studenti e dei docenti, mentre ad oggi lezioni ed esercitazioni si svolgono a finestre rigorosamente chiuse. Importante mettere inoltre in rilievo che l’infrazione contestata da Arpae non riguarda i limiti assoluti di superamento delle emissioni (tale valore è risultato all’interno dei limiti delle normative) ma il limite differenziale, un valore che di norma si applica ad attività commerciali.
Il Conservatorio di Parma è una scuola pubblica, parte del sistema AFAM (Istituzioni di Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica riconosciute dal Ministero dell’Università e della Ricerca) che non svolge attività di tipo commerciale.
Precisato questo, il Conservatorio “Arrigo Boito” sta facendo tutto il possibile per venire incontro alle richieste degli studi legali. Lo attestano le numerose PEC, più volte citate in questi giorni dagli stessi Studi, che il Conservatorio ha inviato, per illustrare gli “stati avanzamento lavori”. Il Presidente, inoltre, si è recato personalmente, più volte, presso uno studio in particolare al fine di comprendere la reale situazione delle lamentele e comprendere quale ne fosse la fonte.
In questi mesi sono state portate avanti tutte le azioni possibili nel breve termine e programmate quelle a medio e lungo termine, tenendo conto che l’Istituto è ubicato in un palazzo antico, sottoposto alla tutela della Soprintendenza e che qualsiasi intervento deve essere approvato da tale Ente, inoltre, gli interventi di affidamento lavori rispondono alle procedure (gare d’appalto) e alle tempistiche tipiche di una pubblica amministrazione.
Spiace leggere che “tutto è come allora” (luglio 2022 cit.).
Le azioni già intraprese sono le seguenti:
Nel lungo periodo è, inoltre, previsto lo spostamento dell’aula di percussioni e timpani in locali di grandi dimensioni, lontani dall’ubicazione degli studi legali, trasferimento che non è possibile in tempi brevi in quanto tali locali richiedono interventi strutturali di ampio respiro. Gli altri spazi attualmente a disposizione non sono rispondenti alle necessità poiché gli strumenti necessari a queste lezioni sono numerosi e di grandi dimensioni.
Nel frattempo, come già sottolineato nella sospensiva del luglio ’22 del TAR di Parma, e nella stessa lettera degli Avvocati, la sospensione delle lezioni in qualsiasi aula, e quindi anche solo parziale, significherebbe non consentire ad una parte consistente di studenti iscritti al Conservatorio di completare l’anno accademico in corso. Il TAR non aveva imposto “di completare a breve” il piano delle azioni, ma “di disporre nel breve periodo un piano articolato di azioni da mettere in campo”. Cosa che per altro il Conservatorio sta facendo. In italiano le preposizioni hanno la loro importanza.
Ricordiamo inoltre, come gli strumenti, di cui si lamenta il “rumore” siano pressoché tutti senza amplificazione e che la dislocazione delle loro materie di studio sia pressoché invariata dal 2008.
Spiace constatare come l’attività dei nostri studenti sia definita “rumore” spesso “stridente” e soprattutto “ripetitivo”. Senza entrare nel discorso del “diritto allo studio”, ci preme sottolineare come sia una scuola e come tale abbia il suo percorso di studi.
Nei prossimi mesi, appena terminata la prima tranche di lavori di insonorizzazione, saremo i primi a richiedere una nuova rilevazione di Arpae nella speranza di chiarire definitivamente questa vicenda che ha assunto dei toni anche offensivi verso una Istituzione secolare, vanto della Città di Parma.
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