BOLOGNA – Di seguito l’intervento d’inizio seduta della consigliera Federica Mazzoni (Partito Democratico).
“Scuole, una strategia oltre la nuova chiusura.
Oggi è marzo 2021, ‘sembra di essere ripiombati esattamente a un anno fa, tutto identico’, mi ha detto con amarezza e paura uno dei tanti genitori con cui sono stata in contatto in questi giorni, da quando è stata ufficializzata la notizia della chiusura delle scuole in presenza da oggi.
La stanchezza e l’esasperazione è palpabile, oltre che legittima e condivisa.
Sì, le scuole non dovrebbero essere chiuse, è vero. Questo è il sentimento politico che continuo ad avere, e non uso a caso questa espressione: sentire, avere a cuore insieme a una priorità politica.
Ma questo non può impedire di capire la situazione attuale, di nuovo, purtroppo.
Ci troviamo di fronte a un aggravamento molto importante e repentino della situazione, cito le testuali parole che il Sindaco Virginio Merola ha pronunciato poco fa:
‘La situazione è da zona rossa, sto chiedendo alla Regione di decidere in fretta, prima facciamo meglio è. Abbiamo una media di 417 casi su 100.000 persone, 22 Comuni sono sopra la media e in particolare 12 Comuni sono oltre i 500 casi. Questo significa che siamo già in zona rossa.
Quanto ai ricoveri negli ospedali siamo a 850 se arriviamo a 1000 ricoveri si compromette il sistema sanitario. Stiamo già riducendo gli interventi di chirurgia, del 40-50%. Per salvaguardare la nostra sanità è urgente prendere un provvedimento e decidere in tempo. Se sono favorevole alla zona rossa? Sì, e bisogna agire in tempo. Prima facciamo meglio è. Sono gli ultimi episodi, bisogna stringere i denti ed essere duri. Contiamo sul piano vaccinazioni, che si sblocchi al più presto ma adesso la situazione da quello che mi dice l’Ausl è da zona rossa, per cui sto chiedendo alla Regione di decidere in fretta”.
Questo a riprova di come non sia questione che riguarda solo le scuole.
Le implicazioni su bambini/e e ragazzi/e ormai le conosciamo bene – numerosi gli approfondimenti che ho convocato anche nella Commissione Scuola che presiedo- ed è per questo che credo si debba avere un atteggiamento pragmatico: si faccia di tutto, perché la chiusura delle scuole in presenza sia quanto più breve possibile e che lo sforzo della chiusura possa essere efficace
Per questo la zona rossa può aiutare a non inficiare i sacrifici chiesti a tutto il mondo della scuola, ai bambini/e, ragazzi/e e famiglie e poter sperare nella riapertura delle scuole, a fronte del calo di contagi, ricoveri e decessi e della maggior copertura vaccinale che deve avanzare in maniera più decisa.
Una riapertura delle scuole che però è necessario organizzare con una strategia maggiormente proattiva, ovvero bisogna strutturare una sorveglianza attiva per tutte le scuole, dalla primaria in su, in una logica di ricerca preventiva di possibili casi (che possono creare focolai) e non attendere un caso per fare poi il tracciamento. Questo meccanismo mette in grande sofferenza la sanità pubblica non appena le positività aumentano.
Concretamente lo si può fare attraverso la somministrazione a tutti gli studenti e al personale scolastico di un tampone rapido da ripetere ciclicamente, ogni 15 giorni. Accordi con le farmacie ubicate in prossimità delle scuole, il possibile coinvolgimento di altre figure sanitarie nel territorio che si incaricano di effettuare i test potrebbero essere la chiave per una riapertura in sicurezza quanto più costante e duratura delle scuole.
Inoltre sarebbe anche il primo passo verso l’implementare un nuovo modello di medicina scolastica a stretto contatto con le diverse realtà territoriali che prevede il coinvolgimento delle diverse figure sanitarie, proprio di ieri la proposta opportuna dell’infermiere scolastico lanciata da Pietro Giurdanella, Presidente dell’Ordine degli Infermieri di Bologna, su questo, ricordo che proprio il Consiglio comunale ha approvato un ordine del giorno in tal senso
Un’ultima nota a margine, ma molto concreta e attesa che riguarda la gestione di questi giorni: i congedi straordinari, previsti per i genitori con i figli in didattica digitale integrata, sono scaduti il 31 dicembre, una lacuna alla quale il Ministro del Lavoro sta già lavorando e che dovrebbe avere effetto retroattivo rispetto alle richieste dei genitori di questi giorni”.