“Al Cnr la ricerca incontra la solidarietà.
Voglio portare all’attenzione del consiglio comunale di Bologna l’incontro tra la solidarietà avvenuto il 23 giugno presso l’area territoriale di Bologna del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) in via Gobetti.
Già sappiamo quanto la ricerca sia fondamentale per il nostro futuro e le sfide che ci attendono. Presso la sede del CNR di Bologna centinaia di ricercatori cercano soluzioni ai problemi dell’umanità e danno prestigio e un futuro al paese e alla città di Bologna. Perché senza ricerca sappiamo bene che non ci sono prospettive nel nostro mondo attuale. La ricerca è il primo anello di una catena che trasmette impulso alle imprese, all’economia e al paese.
Colgo l’occasione pertanto per complimentarmi una volta di più con chi fa ricerca e continua a lavorare per trasformare in realtà visioni, sogni e risolvere problemi.
Quando si parla di ricerca dietro c’è sempre il complesso problema dei finanziamenti alla ricerca: la scarsità di fondi per certe ricerche che invece meriterebbero più attenzione, le pretese di alcuni finanziatori nel voler orientare la ricerca verso direzioni di loro interesse, la pressione per un rapido sfruttamento commerciale e via così. Fortunatamente i finanziamenti arrivano anche da Fondazioni e ONG in genere che con grande lungimiranza decidono di dirottare parte dei loro scarsi fondi alla ricerca. Una scelta che mostrerà le sue ricadute solo tra qualche anno, ma generalmente sono ricadute moltiplicate.
Una scelta che ha fatto la Fondazione Aiutiamoli a Vivere che ha deciso di destinare una considerevole cifra annuale del suo bilancio al finanziamento della ricerca nel campo delle cellule staminali per il loro possibile utilizzo nella medicina rigenerativa.
La Fondazione Aiutiamoli a Vivere si occupa infatti di aiutare i bambini di molte parti del mondo tra cui quelli che vivono nelle aree prossime al disastro di Chernobyl e che a causa della contaminazione ancora oggi nascono con gravi malformazioni.
Recentemente per esempio La Fondazione, la regione ER, l’Ospedale Sant’Orsola con l’equipe del prof Lami, si sono attivati per aiutare un bambino Bielorusso nato con una grave malformazione. Una serie di interventi presso il nostro policlinico sant’Orsola gli permetteranno una vita normale.
La solidarietà quindi finanzia la ricerca. Una ricerca affascinante sviluppata dall’INBB (consorzio interuniversitario “Istituto Nazionale di Biostrutture e Biosistemi”) che si concentra sulle cellule staminali avendo ora sgombrato il campo da tutti i problemi etici perché le cellule sono state trovate anche in tutti i tessuti dell’individuo adulto e non solo negli embrioni.
Ho avuto l’onore di assistere alla presentazione di questa affascinante ricerca: ringrazio il presidente della Fondazione Aiutiamoli a Vivere, Pacifici, Vincenzo Palermo, direttore dell’Istituto Cnr per la Sintesi organica e la fotoreattività (Isof) che ha ospitato l’iniziativa Paolo Occhialini, responsabile dei Rapporti Istituzionali dell’ Istituto Nazionale Biostrutture e Biosistemi (INBB) e Carlo Ventura, direttore del Laboratorio Nazionale Inbb di Biologia molecolare e ingegneria delle cellule staminali.
Hanno partecipato anche Gianandrea Pasquinelli, sirettore del Dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale (Dimes) dell’Università di Bologna e Roberto Zamboni, già direttore Area territoriale di ricerca del CNR di Bologna.
Le ricerche che si svolgono nel laboratorio nazionale Inbb di Biologia Molecolare e Bioingegneria delle cellule staminali, diretto dal Prof Ventura presso gli acceleratori di innovazione dell’area di ricerca del CNR di Bologna sono una vera frontiera della medicina rigenerativa. Ventura e la sua equipe stanno decifrando il linguaggio delle cellule: come questa parlano tra loro e come decidono di specializzarsi nei vari tessuti ed organi. Il linguaggio della vita che porta alla creazione di un essere vivente in tutte le sue parti.
Visti i problemi che ci aspettano anche la politica dovrebbe prendere più esempio da queste iniziative e fare suo un nuovo linguaggio: quello della solidarietà. Senza la quale difficilmente riusciremo ad affrontare a nostra volta le sfide che ci aspettano dopo la pandemia”.
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