“Chernobyl ancora attiva. Ripartire con i progetti di accoglienza dei bambini.
A Chernobyl sono ancora vive e vegete le 170 tonnellate di uranio irradiato che sono fuse e collassate nel 1986 e ora giacciono pietrificate sotto a un sarcofago di cemento e acciaio.
La radioattività è aumentata segno che sono ripartite reazioni di fissione nucleare e c’è la possibilità di una loro crescita incontrollata. E’ quindi possibile un nuovo incidente anche se, dicono gli esperti, meno grave di quello del 26 aprile 1986.
Trentacinque anni fa il disastro nucleare di Chernobyl ha provocato una drammatica contaminazione da materiali radioattivi che ha colpito un territorio di 155.000 chilometri quadrati a cavallo di quelli che oggi sono Bielorussia, Federazione russa e Ucraina. Si stima che 8.400.000 persone siano state esposte alle radiazioni
Oltre 400 mila persone sono state evacuate e ricollocate: un vero esodo. Tuttavia circa 5 milioni di persone continuano a vivere nelle aree contaminate.
Si stima che siano 52 mila i chilometri quadrati di aree agricole contaminate come contaminate sono numerose falde acquifere
Un rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità del 2006, ci dice che tra il 1990 e il 2002, sono stati diagnosticati più di 4.000 casi di cancro alla tiroide in bambini e adolescenti che sono direttamente legati all’incidente.
Questi i fatti, poi ci sono le buone notizie: dagli anni immediatamente successivi all’incidente accaduto nella centrale nucleare di Chernobyl nel 1986, l’Italia ha siglato diversi protocolli e accordi di cooperazione umanitaria, resi operativi dai programmi solidaristici di accoglienza dei minori stranieri.
Da oltre trent’anni sono attivi in Italia progetti per minori provenienti dalle zone colpite dal disastro nucleare che hanno visto una forte partecipazione e solidarietà da parte di tantissime famiglie che hanno posto l’Italia al primo posto tra i Paesi europei per numero di minori accolti: quasi 500 mila provenienti soprattutto dalla Bielorussia.
Grazie a questi soggiorni i bambini (tra 8 e 13 anni) possono disintossicarsi e anche allontanarsi da situazioni socialmente e psicologicamente difficili. Infatti molti bambini vivono in istituti e casa e famiglia, quindi la valenza di questi viaggi va oltre la questione della contaminazione.
Purtroppo dal febbraio 2020 i programmi di accoglienza sono stati sospesi a causa del covid. I 3 mesi estivi sono il periodo più lungo e importante di soggiorno per i bambini e perderla anche quest’anno rappresenterebbe un problema anche per la continuità dei rapporti con le famiglie.
Inoltre in Emilia Romagna la situazione è migliorata, siamo in zona gialla, si parla di allentare il coprifuoco e la campagna vaccinale ha raggiungo i 2 milioni di cittadini.
Per questo presento un ordine del giorno con cui il Consiglio Comunale di Bologna chiede la ripresa dei progetti di accoglienza dei minori già da questa estate. Per questo ci appelliamo al governo nazionale, ai ministri interessati, al consolato e Ambasciata della Bielorussia.
Oltre ai viaggi si sono bloccate anche le procedure di adozione: chiediamo vengano riattivate anche queste procedure.
Ringrazio la presidente della commissione politiche sociali con cui mi sono sentito e che mi ha garantito una rapida calendarizzazione in commissione di questo tema sentitissimo da tante famiglie e associazioni alle quali, con l’occasione, esprimo anche la più sincera gratitudine per il loro impegno”.
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