“Contrastiamo odio e notizie false contro le persone senza fissa dimora.
L’odio corre in rete contro le persone senza fissa dimora, spesso oggetto di violenza e di reati generati dall’odio.
A Bologna, la notizia dell’abbonamento gratuito agli autobus per le persone senza dimora, risultato ottenuto grazie all’impegno della collega consigliera Gabriella Montera, ha provocato centinaia di commenti critici, alcuni pieni di rabbia, cui i volontari di Piazza Grande hanno iniziato a rispondere, per spiegare l’importanza della misura, finanziata da Regione Emilia-Romagna e Comune di Bologna.
Il profilo della popolazione delle persone senza dimora sta cambiando, con sempre più minori, migranti, minoranze, donne e famiglie per strada. Ogni anno, a Bologna, abbiamo un flusso di circa 2.500 persone senza fissa dimora, di cui circa un migliaio stabili.
Quella delle persone senza tetto è un’emergenza straordinaria, parliamo degli “ultimi”: persone con problematiche legate alle dipendenze, ma anche donne e uomini in situazione di povertà relazionale ed economica. Le persone che dormono per strada, come tutti noi, hanno un volto e una storia che li conduce fino lì.
Gentile Presidente, l’accesso a un alloggio decoroso è uno dei diritti umani fondamentali. Ogni notte, sono 700 mila le persone che dormono per strada in Europa: negli ultimi 10 anni la cifra è aumentata del 70%. In Italia, secondo un’indagine Istat del 2014, sono più di 50 mila le persone senza dimora che hanno utilizzato almeno un servizio di mensa o accoglienza notturna. A questi numeri, bisogna aggiungere gli invisibili, difficili da intercettare.
La crisi dovuta alle conseguenze della pandemia Covid-19, inoltre, ha ulteriormente aggravato la situazione già fragile delle persone senza fissa dimora e, con la perdita dei posti di lavoro, potrebbe aumentare il numero delle persone in strada.
Per risolvere la situazione è necessario prendere misure a livello europeo, nazionale e locale: ciascuno deve fare la propria parte. È importante garantire a tutti l’accesso a servizi pubblici, come l’assistenza sanitaria, il diritto all’istruzione, il trasporto, servizi sociali e di inclusione socio-lavorativa. Il Parlamento europeo chiede agli Stati membri di porre fine al fenomeno entro il 2030, anche adottando il principio dell’housing first, per rispondere al bisogno abitativo. La mancanza di alloggi a prezzi ragionevoli, infatti, è un problema in crescita in Italia e in tutta Europa (i prezzi delle case sono aumentati del 5,2% nel secondo trimestre del 2020 nei 27 Stati membri e nel 2018 quasi il 38% delle famiglie a rischio povertà ha speso più del 40% del loro reddito per l’alloggio).
Credo quindi che occorra prestare molta attenzione a non relegare nell’illegalità la povertà. Per evitare i rischi di violenza e di mancanza di rispetto delle persone, occorre cercare di collegare gli uomini e le donne “senza dimora” ai servizi e alle associazioni di volontariato del territorio, con la consapevolezza che si incontrerà spesso diffidenza e resistenza, aspetti che hanno bisogno di tempo per venire ridotti e superati.
La domanda che dobbiamo porci è: che tipo di città vogliamo? Le parole di Carlo Salmaso, presidente di Piazza Grande, sono vere: dobbiamo pensare a interventi che aumentino sempre di più nella percezione e nella cultura dei cittadini l’idea di una città inclusiva, raccontando la complessità dei problemi ai cittadini di Bologna. Dobbiamo provare a coinvolgere la città e i cittadini, dando loro la possibilità di conoscere, comprendere, aumentare il livello di tolleranza invece di abbassarlo.
Gentile Presidente, la povertà non è una scelta, è ingiustizia sociale. Parliamo di un problema sociale. Essere di sinistra significa dare voce alla parte di noi che prova a combattere la povertà, non i poveri, significa non lasciare le persone sole nella solitudine. Significa una città che si cura di tutti. Significa strutture più adeguate per invitare le persone a entrarci, come ad esempio housing first.
E serve uno sforzo maggiore, anche da parte nostra (del Comune di Bologna) per valorizzare le risorse che potrebbero essere messe a disposizione dei cittadini, per costruire una città inclusiva, una città delle persone e dei diritti.
E credo importante contrastare i commenti offensivi e le fake news su Facebook. Internet e social media devono diventare un posto migliore, uno spazio positivo e costruttivo di confronto. Anche la politica deve impegnarsi per chiedere la cancellazione di commenti razzisti presenti su Facebook che non può essere uno spazio dove il razzismo si diffonde impunemente.
Desidero ringraziare per l’iniziativa l’associazione Piazza Grande, ma anche ringraziare il personale di Comune e Asp, educatori e assistenti sociali, e i volontari impegnati con grande generosità a favore delle persone più fragili”.
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