“No al cottimo, sì ai salari fissi più alti.
Gentili colleghe e gentili colleghi,
avrete letto dagli organi di stampa di una nuova vertenza sindacale che si è aperta nel mondo dei riders a Bologna, ovvero quella che vede la CGIL contestare all’azienda Just Eat la scelta unilaterale di applicare un premio di 1 euro a consegna nel mese di novembre per i turni del sabato e la domenica dopo le ore 19.00. Secondo il Sindacato infatti questo incentivo produce un passo verso il ritorno del sistema di pagamento a cottimo, aumenterebbe la competitività tra i riders e abbasserebbe la soglia della sicurezza stradale. Come sapete, Just Eat alla fine dello scorso anno ha annunciato l’assunzione di tutti i suoi rider con un contratto che fa riferimento a quello nazionale della Logistica/Merci. Il riconoscimento dei diritti e delle tutele previste dal rapporto di lavoro subordinato contro il cottimo è frutto della lotta portata avanti dagli stessi ciclofattorini, che si sono autorganizzati in sigle come Riders Union Bologna qui in città e trovando connessioni e sponde (ma a volte anche scontrandosi) con i sindacati tradizionali, oltre che trovare nelle amministrazioni comunali come quella di Bologna un’interlocuzione positiva che ha portato ad esempio alla Carta dei Diritti (che purtroppo Just Eat non ha firmato). Gli scioperi per le strade e i ricorsi in tribunale hanno dato i loro frutti, smascherando quello che era (ed è tuttora in parte) un vero e proprio sistema di sfruttamento delle piattaforme digitali.
Tuttavia, c’è ancora molto da fare come mostra la vicenda di cui abbiamo letto sulla stampa.
Ad esempio, il contratto siglato con Just Eat prevede un salario di 8,5 euro lordi a fronte dei 10.15 euro comprensivi delle mensilità aggiuntive previsti dal CCNL Logistica. Questo perché per le nuove assunzioni si può andare in deroga nei primi tre anni rispetto agli elementi del contratto nazionale stesso e i nuovi dipendenti di Just Eat appunto rappresentano tutte nuove assunzioni. Con questo intendo dire che a mio avviso c’è un tema di salario base insufficiente, elemento invece fondamentale per rompere con un sistema che ancora oggi può apparire più competitivo e vantaggioso come il cottimo. Non è il Comune di Bologna ad avere il potere di legiferare a livello nazionale, però a livello metropolitano sarebbe praticabile la strada di protocolli che fissino un salario minimo di legge di 10 euro lordi come tante realtà e movimenti sociali chiedono. Per concludere, voglio affermare che anche in questa vertenza specifica siamo a fianco dei lavoratori e delle lavoratrici che lottano contro lo sfruttamento e la volontà delle aziende di mettere i lavoratori uno contro l’altro. Esprimo quindi la mia solidarietà e il sostegno del mio gruppo consiliare, sperando sia condivisa da tutto il Consiglio”.
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