BOLOGNA – Consiglio comunale, l’intervento a inizio seduta del sindaco Matteo Lepore sugli scontri in centro storico al corteo per Ramy Elgaml:
“Nel mio intervento parlerò ovviamente di cosa è successo in queste ore nella nostra città, credo sia importante farlo per rendicontare innanzitutto rispetto ai danni che la nostra città ha subito, e qualche riflessione più di carattere generale che in parte già trovate sulla stampa, perché quanto è avvenuto a Bologna ha avuto una rilevanza di natura nazionale.
Nella notte di sabato, come abbiamo visto, ci sono stati diversi scontri con persone che hanno convocato un presidio, che si è trasformato in una devastazione di diverse strade e piazze della nostra città. Sono stati intaccati anche diversi esercizi commerciali, fatte scritte, atti vandalici, rotture di vetrine e distrutti o dato fuoco a diversi cassonetti o cestoni della raccolta dei rifiuti. Complessivamente sono circa 70 mila gli euro stimati ad oggi riguardo ai danni che sono stati causati a beni pubblici. Per ora è questa la stima, poi l’aggiorneremo ovviamente nei prossimi giorni. Circa diciassette cassonetti che sono stati bruciati o distrutti, quindici parzialmente lesionati, undici fra cestini e cestoni che sono stati bruciati o distrutti, sedici parzialmente lesionati.
Poi le scritte nei muri della città sono state fatte durante la notte. Scritte che abbiamo già pulito o stiamo pulendo. In particolare, segnalo anche la scritta su San Petronio, che proprio in queste ore i tecnici del Comune stanno pulendo. Non credo sia una scritta per motivi religiosi, ma tale è. Lo dico perché non vorrei che adesso partisse una polemica… e qui mi fermo. Però le scritte sul restauro dei muri sono chiaramente particolarmente impattanti, quindi anche il costo su questo è da aggiornare, perché richiedono interventi di restauro particolari.
Ci sono poi i danni causati a beni privati, come abbiamo visto, e noi saremo al fianco dei commercianti che sono stati colpiti – ci tengo a ribadirlo anche qui – perché sentiremo le associazioni di categoria, cercheremo di dare una mano anche a quei commercianti che hanno subito danni in quella notte.
Voglio precisare che la manifestazione non era stata autorizzata. Le manifestazioni che ultimamente hanno questo tipo di intervento sulle città italiane, non sono quasi mai autorizzate, anche perché spesso poi le manifestazioni politiche hanno un meccanismo di autorizzazione, fra virgolette, nel senso che, come sappiamo, vengono comunicati i percorsi alle questure e poi i Comitati per l’ordine pubblico hanno il compito di dare indicazioni rispetto allo svolgimento. In questo caso non era stata comunicata, ma si è appreso di questa manifestazione attraverso i social, attraverso diversi profili che hanno richiamato, a partire dalla memoria di quanto era successo a Milano, riguardante il ragazzo che purtroppo ha perso la vita, Ramy, un raduno che si è verificato principalmente in piazza San Francesco, poi comunque si è diffuso in altre vie, proprio alla memoria di questo ragazzo. Hanno aderito varie realtà più o meno conosciute, sono nati anche tanti profili ad hoc per promuovere questo tipo di reti a livello nazionale.
Saranno le indagini ovviamente a dirci chi sono i veri protagonisti di questi danneggiamenti e di questa devastazione. Quindi noi attenderemo ovviamente le indicazioni da parte delle autorità competenti. Come Amministrazione comunale però sporgeremo denuncia, abbiamo già dato mandato con tutti i nostri rilievi agli uffici di farlo; e chiederemo, come abbiamo fatto anche in altre occasioni, un risarcimento dei danni perché riteniamo siano danni importanti, gravi, che hanno fatto male alla nostra città. Ho raccolto una forte rabbia da parte dell’opinione pubblica, dei cittadini, ed è anche la mia, perché credo che non ci sia alcuna causa giusta, come ho detto, per devastare una città, imbrattare muri, rompere vetrine e lanciare sassi o reti da cantiere contro la polizia o i vigili del fuoco che sono intervenuti in quella notte. Lo voglio ribadire anche in questa sede, perché è importante che si faccia chiarezza su quella che è la posizione della nostra istituzione, credo condivisa, mi auguro, da tutto il Consiglio comunale.
Molte persone ci hanno scritto chiedendoci se avevamo autorizzato questa manifestazione come Comune o se in qualche modo avevamo collaborato. Ritengo che anche attorno a queste manifestazioni ci sia da fare una chiara e netta informazione su quelle che sono le prerogative delle amministrazioni comunali. Lo dico perché spesso anche noti commentatori, a volte di natura politica, tendono a raccontare che siano le amministrazioni comunali del PD a organizzare queste manifestazioni: vorrei rendere noto in questa sede che non è stata organizzata dal Partito Democratico, né dai Sindaci di sinistra. Ma è stata una manifestazione spontanea da parte di tante realtà, che ritengono di dovere rappresentare le proprie proteste nei confronti di quello che è successo a Milano.
Ora, io non voglio entrare oggi nella polemica politica, ci tengo però ad evidenziare alcuni aspetti che anche nelle interviste che ho fatto i quotidiani nazionali mi hanno chiesto. Credo che occorra avere la massima unità istituzionale nell’affrontare questi episodi, che sono episodi di violenza. Condivido molto le parole del nostro questore, che ha raccontato quanto la violenza dell’altra notte sia stata di fatto una violenza per la violenza, perché a parte i primi momenti in cui queste persone si sono radunate, poi subito dopo sono partiti atti violenti nei confronti di cose e persone, oltre che delle forze dell’ordine. E, dunque, non ci sono cause giuste e credo sia importante oggi evidenziare nuovamente le parole del papà di Ramy, che su alcuni giornali ha chiesto, ha fatto appello a tutte le persone che sono interessate a manifestare solidarietà nei confronti della sua famiglia o chiedere giustizia per questo caso così terribile, di farlo pacificamente e con il massimo rispetto nei confronti delle forze dell’ordine. Il papà di Ramy in particolare dice nella sua ultima intervista: “Dobbiamo ringraziare le forze dell’ordine, perché sono loro che tutelano la nostra sicurezza e devono essere loro i garanti della nostra sicurezza”, quindi non si può – aggiungo io – chiedere da un lato giustizia e sicurezza, di tutelare la vita umana e dall’altro minare alla base quel rapporto che ci deve essere fra le istituzioni e i cittadini. Questo non deve venire né da parte delle istituzioni né da parte dei cittadini stessi. Io credo che noi dobbiamo fare appello a questo senso di responsabilità che deve portarci a promuovere una convivenza pacifica. Noi dobbiamo vivere nelle nostre città puntando alla coesistenza, alla convivenza pacifica. Ed è questo il ruolo che dobbiamo svolgere anche noi, non dividendoci sempre sfruttando questa e quell’altra causa e in particolare di fronte alle violenze. Quindi la condanna di quanto è successo credo debba essere unanime, e l’assunzione di responsabilità su quello che si può fare deve essere unanime.
Bologna non è l’unica città che ha visto accadere fatti di questo genere. Ne sono accaduti altri anche in altre città in queste settimane, e purtroppo siamo ormai a oltre un anno di tensioni, di eventi che nelle piazze italiane hanno visto scontri da parte di movimenti politici di vario colore, di varia provenienza. Credo che questo debba preoccupare tutti noi, perché è evidente che in Italia sta salendo la tensione, sia dal punto di vista sociale che dal punto di vista politico. Ecco perché noi dobbiamo, il più possibile, respingere ogni tentativo di strumentalizzazione di quello che succede nelle piazze, nelle scuole, nelle università, nei nostri quartieri. Strumentalizzazioni che possono arrivare da ogni parte. Le vediamo a volte da singoli esponenti politici, a volte da come i media trattano queste vicende. Sono ovviamente i fatti che avvengono sempre e comunque responsabilità delle persone che le portano avanti. Quindi, parliamoci chiaro, al di là di tutto il circo mediatico, è importante che chi perpetra atti di violenza venga identificato e, dopo le indagini ovviamente con un giusto processo, ci siano le conseguenze che già la legge prevede. Quindi io credo che la nostra legge, le nostre leggi già prevedano sanzioni, già prevedono anche punizioni – perché no, usiamo questa parola – nei confronti di chi si macchia di certi reati.
Però questo attiene alle istituzioni della giustizia, le Procure. La politica ha un altro compito. La politica ha il compito di discutere in maniera il più possibile ordinata e civile, responsabile di quello che succede, e soprattutto lavorare su due fronti: quello della prevenzione e quello dell’impegno affinché certe cose non accadano più. In questo senso noi possiamo essere un valore aggiunto, altrimenti siamo solo dei commentatori o dei fotografi di quello che avviene. Io penso che nessuno di noi si sia candidato per entrare in quest’aula solo per commentare o fotografare l’esistente o nessuno dei nostri parlamentari si sia candidato per andare in Parlamento con questo compito. Fra chi strumentalizza ci sono, certamente, anche le piattaforme. Le piattaforme digitali non sono più strumenti a sé stanti, non sono dei luoghi del libero pensiero. Per quanto su questo potremmo discutere, è un argomento di grandissima attualità. Però, siccome sono state annullate elezioni in Europa per l’azione di fake news, le disinformazioni perpetrate attraverso le piattaforme social, io credo che, sia che vengano usate per convocare raduni, per poi sfasciare una città sia che vengano usate per indicare un nemico o spargere disinformazione, noi abbiamo il compito di prendere le distanze da quel modo di gestire la realtà e la verità. Abbiamo bisogno di ritrovare un linguaggio comune che, seppure a volte a partire da diverse posizioni, diverse interpretazioni di quelli che sono gli accadimenti o le soluzioni, ci dia la possibilità poi di essere di nuovo, lo ripeto, utili a una causa comune.
Credo che questo sia uno di quegli avvenimenti, perché da un lato occorre denunciare, da un lato occorre sicuramente assicurare alla giustizia chi si è macchiato di atti violenti, occorre essere al fianco delle vittime di chi ha subito danni; siano anche un tavolino rovesciato o una vetrina rotta, sono comunque danni, perché chi lavora tutto il giorno e tutta la notte, quando si vede la vetrina sfasciata o il dehor completamente divelto, non è piacevole, non è bello e a volte dà davvero il senso che quello che si fa nella propria vita conti poco. Invece noi dobbiamo fare in modo che quello che fanno i nostri concittadini, nel loro lavoro quotidiano, conti molto; e, se qualcuno non ha rispetto per quello che è il lavoro delle persone, noi dobbiamo essere i primi a farlo valere.
Dobbiamo saper trattare i temi, come dicevo, con il giusto equilibrio; e credo che ce ne siano due, oltre quelli che ho già citato, che occorre trattare con il giusto equilibrio.
Il primo riguarda quello che è successo alla comunità ebraica della nostra città; e il secondo la questione giovanile.
Io ho espresso solidarietà nei confronti della comunità ebraica, e continuerò a farlo perché ritengo che la nostra comunità ebraica sia una parte importante e fondamentale della nostra società. Hanno un compito molto importante, quello di riuscire, in questa fase storica, a rappresentare le istanze, le paure di una comunità che si sente ferita, poco compresa a volte e che invece io credo vada assolutamente sostenuta. Lo abbiamo fatto in tanti casi, lo continueremo a fare anche in altre occasioni. Ho voluto per primo anche per questo denunciare quanto era accaduto; sono stato io a dare la notizia di quello che era successo in via de’ Gombruti. Sui media si è parlato di sinagoga, si è parlato di uffici della comunità, ma credo che poco importa. Sarebbe paradossale che venisse considerato un minus il fatto che siano uffici o sinagoga. Certo, un ufficio religioso ha una sua sacralità e ce l’ha anche San Petronio, quindi. Però penso che anche gli uffici di una comunità, allo stesso tempo, meritino il rispetto, anche perché condivido che ci siano poche speculazioni da fare. Noi sicuramente abbiamo visto una nottata dove tante strade sono state imbrattate, tante persone sono state colpite, fra queste anche la comunità ebraica; e questo non deve essere affatto sottovalutato. Che sia stato fatto con una scritta, con un segno, con un sasso tirato, con un insulto, non è la dimensione del gesto che dà il senso di quello che è accaduto, ma il fatto che sia stato pensato e che qualcuno di notte sia andato col passamontagna sotto la finestra di qualcun altro. Già solo questo, secondo me, merita di essere condannato, messo sotto la lente di ingrandimento e merita la nostra piena solidarietà, il nostro supporto. Allo stesso tempo voglio recuperare qui le parole che il nostro assessore Daniele Ara ha usato, proprio per parlare della scelta di esporre la bandiera palestinese fuori dal nostro Comune. Scelta che noi abbiamo portato avanti e che non ha nulla a che fare con l’odio, non ha nulla a che fare con quanto è accaduto sabato. Io ci tengo a ribadirlo in questa sede. È stata nel nostro caso, ed è, una doverosa presa di posizione in favore del rispetto dei diritti umani, senza i quali non può esserci pace. Quindi Daniele Ara ieri ha dichiarato che trovava sbagliato l’accostamento di questa scelta con i fatti di sabato. “Un accostamento in parte anche strumentale, perché si possono avere punti di vista legittimamente diversi, ma è sbagliato partire dalla delegittimazione dell’altro e accusarlo di scarsa coerenza. Non era, e non è, una modalità che aiuta a comprendersi, anzi crea solo distanza”. Queste le parole di del nostro Assessore. Io condivido con lui queste cose che sono state dette e penso che dobbiamo provare a ristabilire un sereno e leale confronto. Noi teniamo a questo, non solo in vista del 27, ma in generale, del 27 di gennaio, perché il nostro tentativo, il lavoro che abbiamo fatto con la comunità islamica, con la curia di Bologna, con la comunità ebraica e con tante persone che hanno partecipato alle marce della pace, alle tante iniziative che abbiamo fatto, andava e deve andare in questa direzione. Lo sappiamo benissimo che è difficile, che c’è distanza, che ci sono incomprensioni, che ci sono pregiudizi, ma occorre lavorare in questa direzione. Noi faremo di tutto per andare in questa direzione. Non voglio, a questo proposito, commentare poi le parole di altri esponenti su questa vicenda della bandiera, che ho letto al di fuori della nostra città, perché le ho trovate ancora di più strumentali e poco rispettose di quello che è il nostro dibattito cittadino.
Voglio concludere il mio discorso poi rispetto alla questione giovanile, perché ne abbiamo parlato molto, abbiamo iniziato il nostro mandato affrontando questo tema, certo con una nostra impostazione, che è stata quella dello ius soli e della revisione dello Statuto comunale; oggi Il Resto del Carlino recupera un’intervista, presenta un’intervista di uno studioso dell’università che ci racconta quanto oggi sia importante lavorare attorno alle nuove generazioni provenienti da famiglie di origine straniera proprio per evitare che possano cadere in strumentalizzazioni, in proselitismo, in azioni violente collegate ad altre fazioni o altre parti. Io credo che questa questione sia molto importante, sia molto rilevante; riguarda i ragazzi che hanno famiglie di origine straniera, secondo me, come gli italiani, perché il mondo giovanile oggi è tirato da tutte le parti: succede negli stadi, nelle curve, succede nelle scuole, nelle università; le nostre piazze sono piene di manifestazioni dove si usano a volte parole forti per provare a convincere i più giovani, e non solo, ad aderire a cause che si ritengono giuste. Io credo che dobbiamo un po’ smetterla di tirare per la giacca i giovani da tutte le parti. Noi dobbiamo invece impegnarci per costruire con loro un dialogo costruttivo.
Come tutti voi, ho visto immagini, video di quello che è successo sabato e in particolare credo Bologna Today ha pubblicato sui propri social un video di piazza San Francesco nei momenti iniziali del raduno che c’è stato, e lì si vedono dei ragazzini, possiamo dirci anche forse per l’età di qualcuno dei bambini, che avevano dei fumogeni in mano e portavano degli striscioni, successivamente poi ci sono stati degli scontri. Alcuni è probabile che siano stati anche coinvolti in questi scontri. Ribadisco, saranno le indagini e le immagini a dirlo. Alcuni erano a volto coperto, altri meno. Erano in mezzo a tante altre persone e sicuramente, vedendo anche i fermati che ci sono, e le indagini poi ce lo diranno, c’è stata una commistione molto forte fra ragazzi che sono di origine straniera, ragazzi italiani, studenti universitari, qualche realtà più antagonista, e preoccupa questo scenario.
Preoccupa che qualcuno possa strumentalmente utilizzare ragazzi, anche giovanissimi, per battaglie politiche che possono sfociare nella violenza. Io credo che noi dobbiamo confrontarci, dobbiamo come istituzioni trovare una strada comune, perché non credo basti solo la repressione, non credo basti cambiare delle leggi per fare il volto scuro, sempre più scuro, perché a forza di fare il volto scuro si finisce per essere deturpati, non a risolvere i problemi. Io credo che in questi due anni abbiamo visto nascere nuovi decreti, abbiamo riempito le carceri, ma non abbiamo risolto un problema di fondo: che nei nostri quartieri, a Bologna non le oserei chiamare periferie, in tutti i quartieri delle nostre città ci sono nuove generazioni che, tutte le volte che vengono chiamate in causa, sono colpevoli di qualche cosa.
Sicuramente ci sono ragazzi che fanno cose che non devono fare e, come si è visto sabato, commettono anche reati. Alla polizia, alla Procura spetta il compito di perseguire e al tribunale dei minori spetterà il compito di giudicare, ma noi abbiamo un altro compito, che è quello di fare prevenzione, che è quello di incontrarli, incontrare le loro famiglie, capire come rafforzare la scuola. Ecco, io penso che dovremmo smetterla di dividerci fra chi pensa che da un lato sia importante il lato della repressione o della legalità, e chi invece parteggia soltanto per l’educazione e la prevenzione. Le cose vanno tenute assieme, perché la legalità è un principio importante, così come la sicurezza è un diritto, un principio inalienabile, ma vive se si affianca alla giustizia e alla partecipazione delle comunità.
È evidente che noi verso queste nuove generazioni non siamo ancora riusciti a costruire un rapporto. Allora io, quando vado nelle scuole, riesco a parlare con questi ragazzi e poi li vedo in una piazza con un fumogeno in mano o a tirare un sasso in testa a un poliziotto, mi interrogo ovviamente, come Sindaco, se stiamo facendo quello che possiamo e dobbiamo fare. Quello che però un po’ più mi fa specie, è che a volte sono l’unico che si interroga di questa cosa, perché ad altri piace di più fare una dichiarazione sul fatto che occorre far vedere il braccio violento per la repressione dei reati. Io credo che la Polizia a Bologna sabato abbia dimostrato una grandissima professionalità.
Noi abbiamo visto altre scene in questo anno che abbiamo alle spalle, nelle quali non abbiamo visto la stessa gestione di una situazione così tesa e così complessa. Invece sabato, nonostante la polizia e i vigili del fuoco abbiano ricevuto oggetti pesantissimi, siano stati oggetto di insulti, ma non solo di insulti, pietre, pezzi di cantiere, ci sono stati dieci agenti feriti, e ovviamente ci auguriamo che ci sia una pronta guarigione, però c’è stata una gestione, secondo me, delle strade e della piazza che ha permesso che quella situazione non degenerasse. Anche perché, quando siamo di fronte a ragazzi che possono avere fra i 12 e i 18 anni, più altri che erano maggiorenni, che erano col passamontagna e che probabilmente erano anche quelli che hanno strumentalizzato certe situazioni, sai certe cose come iniziano, ma non sai come finiscono. Nelle piazze organizzate dalla politica ci sono dei punti di riferimento con cui puoi parlare. Nelle piazze che invece sono organizzate in maniera spontanea o strumentali, dove il primo che passa si unisce per tirare una pietra addosso a un poliziotto, le cose possono degenerare in maniera molto più violenta. Nel nostro Paese questa cosa l’abbiamo già vista, anche nei tempi recenti. Dunque, io penso che noi tutti dobbiamo prendere molto sul serio quello che è successo sabato. Lo dobbiamo fare assumendoci la nostra responsabilità, attrezzandoci a capire quello che c’è, che cova nascosto sotto la cenere, lo dobbiamo fare a tutti i livelli, senza essere reticenti, ma soprattutto prendendoci l’impegno di non strumentalizzare, non trasformare in propaganda fatti seri come quello che è avvenuto sabato. Qui nessuno sottovaluta le violenze, qui nessuno sottovaluta la criminalità o il problema della sicurezza, anzi noi da tre anni diciamo che vogliamo lavorare col governo su questo fronte, quindi le nostre porte sono aperte. L’importante è che questo dialogo sia un dialogo fattivo, concreto, nel quale, insieme anche alle altre forze politiche, se vogliamo parlare di politica, ci si possa ritrovare su qualcosa da fare assieme, e secondo me unirsi per parlare alle nuove generazioni già sarebbe un grandissimo risultato. Ecco perché, e chiudo, oltre alle denunce che faremo, oltre alla richiesta di danni che ho già detto faremo, oltre al Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza che, insieme all’assessore alla sicurezza Madrid, faremo nei prossimi giorni, ci sarà anche un invito da parte nostra ai ragazzi che sono andati in piazza di venire a palazzo d’Accursio ad incontrarci, perché penso sia molto importante parlarsi per capire che cosa si vuole fare in questa città: se considerarla un luogo che merita di essere distrutto o invece un luogo che merita di essere costruito”.