BOLOGNA – In apertura di seduta del Consiglio comunale odierno, il consigliere Maurizio Gaigher ha ricordato in aula Gianni Cavina. Al termine il Consiglio ha osservato un minuto di silenzio.
Di seguito l’intervento del consigliere Gaigher.
“Gianni Cavina, che ci ha appena lasciato, aveva Bologna nel cuore. La sua lunga e brillante carriera lo ha portato in giro per l’Italia, e non solo, ma poi tornava sempre a Bologna, nella sua abitazione alla Bolognina, tra via Carracci e via Matteotti.
La Bologna dei suoi esordi come attore teatrale e cabarettista, insieme a Lucio Dalla e Nino Mangano, era la Bologna dei biassanot: musica jazz, teatro, osterie. In questa Bologna incontrò non solo Lucio Dalla, ma soprattutto Pupi Avati, con cui è nata un’amicizia profonda e affettuosa e una collaborazione artistica (come attore e anche sceneggiatore) durata venti film, dagli esordi fino all’ultimo film non ancora uscito nelle sale, Dante.
L’esordio cinematografico è stato nel film Flashback, nel 1968, di Raffaele Andreassi. Sempre nel 1968 il primo film di Pupi Avati Balsamus, l’uomo di satana, uno strano horror girato nella provincia di Bologna che aveva molti volti bolognesi e era sceneggiato, tra gli altri, da Giorgio Celli.
Chi ha ricordato Cavina, in questi giorni, lo ha definito un attore dai mille volti, che passava da parti esageratamente comiche a parti drammatiche, parti da buono e da cattivo, sguardo malinconico e da duro. Questa sua duttilità da attore completo, gli ha permesso di spaziare nei generi cinematografici più diversi.
Come ha ricordato Roberto Chiesi, direttore del Centro studi Pasolini della Cineteca di Bologna esistevano due Cavina, “due maschere antitetiche e speculari del cinema di Avati: l’emiliano generoso, buono, aperto, sanguigno, l’amico di tutti che appartiene al paesaggio e che addirittura ne diventa vittima in La casa dalle finestre che ridono e Le strelle nel fosso, e il traditore, il doppiogiochista, colui che nasconde dietro l’apparente bonomia vecchie secrezioni di rancore e ansia di rivalsa in Regalo di Natale e un personaggio complementare, il sacrestano demoniaco de Il signor Diavolo. Con la sua maschera dilatata dagli anni, segnata, affaticata, di demone meschino, Cavina era perfetto e ci ricordava che l’altra maschera era stata solo un inganno”.
Negli anni settanta Cavina lo troviamo in decine di pellicole, non solo italiane, accanto a Paolo Villaggio, Tognazzi, Sordi, Stefania Sandrelli e alla televisione, nel famoso sceneggiato Il Mulino del Po con la regia di Sandro Bolchi.
Gli anni Ottanta danno a Gianni Cavina la consacrazione e la fama di attore affermato di grande carattere e duttilità. È sufficiente ricordarlo attorno al tavolo da poker con Abatantuono, Haber, Delle Piane, Eastman in Regalo di Natale di Pupi Avati nel 1986.
Si afferma come grande attore di forte personalità, tanto che, ci ricorda Gian Luca Farinelli direttore della Cineteca “magari non ci ricordiamo bene un film ma i suoi personaggi sì, perché sono di carne e ossa, scolpiti. Gianni Cavina è un attore che ha lasciato il segno per la sua unicità”.
All’inizio degli anni Novanta un doppio legame con Bologna, quando dà il proprio volto all’ispettore Sarti, serie televisiva di grande successo tratta dai romanzi di un altro nostro concittadino, Loriano Machiavelli. La serie è girata a Bologna, narrata come città misteriosa e con vari lati in ombra. Nel 1997, Gianni Cavina ha vinto il Nastro d’argento come migliore attore non protagonista proprio con un film di Pupi Avati, Festival.
Negli anni Duemila alterna film con vari registi, tra cui Marco Bellocchio in Il Regista di matrimoni, tornando sempre a Pupi Avati, di cui ricordiamo l’interpretazione in un altro film ambientato a Bologna. In questo caso, gli anni cinquanta della loro gioventù trascorsa al Bar Margherita. E poi la presenza in Dante.
Pupi Avati ricorda che pur essendo già da tempo malato pur di esserci si è fatto condurre pochi mesi fa a Roma “per interpretare con Castellitto una delle sequenze più evocative del film”.
Il prossimo appuntamento con Gianni Cavina è quindi di nuovo al cinema questo autunno all’uscita di Dante.
Un omaggio a te, Gianni”.
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