BOLOGNA – Di seguito, gli interventi d’inizio seduta del consigliere Roberto Fattori (Partito Democratico).
“Il carceriere è il virus.
Da oltre un anno stiamo subendo questa pandemia. Sempre sospesi tra misure di segno opposto: chiusure, riaperture, nuove chiusure. Misure che tengono conto dei dati che quotidianamente arrivano dal Servizio Sanitario. Scelte indubbiamente complesse, che però si somigliano molto in tutta Europa, dove a fasi alterne si sono scelte chiusure e riaperture.
Invece ci sono persone, anche politici, anche politici di rilievo, che a volte sembrano aggiungersi ad agitatori di piazza nel gridare che parlano del diritto alla riapertura come un diritto negato da chissà quali Forze oscure. Come se qualcuno limitasse la libertà delle persone per puro spirito repressivo.
In realtà, nessuno di noi conosce qualcuno che non vorrebbe tornare alla vita pre pandemia, senza restrizioni: al ristorante, in palestra, al cinema, poter fare tardi la sera…
Non esiste nessuno che si compiaccia delle chiusure, nessuno si augura il disastro economico, l’impossibilità delle persone di vedersi liberamente, di andare dove si vuole, anche di fare tardi la sera.
Nessuno che speri di allungare questa sorta di clausura forzata.
L’effettiva rinuncia a una vita normale è la conseguenza di una catastrofe sanitaria.
Quando sostanzialmente non c’erano restrizioni, a ottobre 2020, benché avessimo già l’esperienza della primavera precedente, l’incremento dei casi era addirittura superiore al 100% settimanale.
Nessun servizio sanitario potrebbe reggere numeri di questo tipo, neppure raddoppiando posti letto e terapie intensive. I provvedimenti restrittivi sono inevitabili.
L’affermazione ‘Vogliamo riaprire, vogliamo una vita normale’, non può essere una rivendicazione di alcuni, perché è una speranza di tutti.
Quello che ci impedisce di farlo non è, come qualcuno sembra volerci spingere a pensare, un cattivo carceriere. Quello che ci impedisce di farlo è il virus. Il carceriere è il virus.
Vergognosa, in proposito, la manifestazione negazionista che si è tenuta ieri ai Giardini Margherita, a Bologna. Quel comportamento, oltre che assurdo, manca di rispetto alle decine di migliaia di morti di Covid, ai sanitari che oltre un anno lo combattono senza sosta, alle attività economiche che sono state martoriate, a tutte le persone che, ogni giorno, anche con fatica, mettono in pratica comportamenti imposti per la sicurezza di tutti. Questa manifestazione, già condannata dai cittadini, va condannata con grande forza da qualunque forza politica responsabile”.
“Il rischio è inevitabile, ma va scelto il minore.
Le recenti scelte del Governo parlano di ‘ragionato’.
Non entro nel merito della scelta per cui siamo disposti ad assumerci il rischio sulle riaperture, quando abbiamo ancora centinaia di morti per covid al giorno, oltre tremila alla settimana.
Ma sembra invece che non siamo disposti ad assumerci il minimo rischio su vaccini.
Certo, probabilmente il futuro saranno i vaccini a mRna, che oggi coesistono con Astrazeneca e Johnson & Johnson, i quali riducono quasi a zero le possibilità di azzerare i morti per covid con un numero di complicanze specifiche con una incidenza di un caso ogni poco meno di un milione di vaccinazioni con Astrazeneca.
Per un confronto: ogni volta che ci si sottopone a una risonanza magnetica con mezzo di contrasto il rischio di decesso è uno su cinquecentomila.
La Gran Bretagna sta tornando alla normalità perché ha effettuato una campagna vaccinale di grande successo, che però si è affiancata a un Lockdown prolungato.
Ha avuto un approccio diverso, enormemente più pragmatico, rispetto alla cultura del rischio. Del rischio del vaccino.
Tergiversare sui vaccini è un pericolo infinitamente più grande rispetto al rischio di essere vaccinati.
Non significa affatto sottostimare il rischio che ci può essere nei vaccini (come in qualsiasi altro farmaco), ma è necessario essere consapevoli che il ritardo di un solo giorno per essere vaccinati costituisce un pericolo infinitamente maggiore del vaccino stesso.
Per questo, chi più spinge per le riaperture dovrebbe essere anche in prima linea per contrastare ogni titubanza rispetto all’utilizzo dei vaccini”.