Bologna

Consiglio comunale, gli interventi d’inizio seduta del consigliere Matteo Di Benedetto

BOLOGNA – Di seguito, gli interventi d’inizio seduta del consigliere Matteo Di Benedetto (Lega nord):

“La giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, celebrata il 25 novembre, ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica su questo fenomeno al fine di ridurlo. Le istituzioni, a ogni livello, sono chiamate a fare la loro parte in questo percorso. Nel contesto attuale, legato al covid, possiamo fare alcune osservazioni.

Le restrizioni adottate per prevenire e combattere l’ulteriore dilagare del contagio hanno avuto conseguenze su tutta la popolazione con impatto differente. In particolare, le donne che vivono in contesti familiari e abitativi non equilibrati e/o discriminatori, sono state maggiormente esposte al rischio di violenze psichiche e/o fisiche.

Avendo limitato di fatto la libertà di movimento e costretto molte donne in casa con uomini già autori di violenza, l’emergenza, con le annesse misure, ha reso più difficile l’accesso ai centri e ai percorsi di fuoriuscita dalla violenza. Questo trova conferma nei numeri:

Infatti, secondo i dati nel 2020 le donne che si sono rivolte ai Centri Antiviolenza dell’EmiliaRomagna sono state 3469, e di queste, secondo il recentissimo report relativo all’area metropolitana, 1250 sono state accolte nei centri antiviolenza del bolognese, ma confrontando i dati con quelli del 2019, si evidenzia una diminuzione dell’8,9% delle donne accolte che sono state vittime di violenza nei lassi di tempo interessati dal lockdown e in generale dalle restrizioni anticovid.

Questo va ad aggravare un dato già in quanto tale indicativo, e cioè che, secondo quanto emerso da un’indagine svolta dalla Commissione di inchiesta del Senato sul Femminicidio e la violenza di genere nel periodo 2017-2018, il 63% delle vittime non si rivolge alle autorità o centri antiviolenza, né si confida confidata con amici o parenti.

La mia convinzione è che non si può affermare che a un calo delle segnalazioni e delle richieste di aiuto corrisponda un calo degli episodi di violenza – o potenziali tali.

Possiamo osservare, infatti, come nel 2020, in Emilia-Romagna, prendendo a campione il periodo marzo-giugno, le chiamate al 1522, il numero nazionale antiviolenza e stalking, sono state 804, più del doppio di quelle del 2019, che sono state 365, e della media degli ultimi anni.

Vi è stato quindi un aumento dell’utilizzo del numero di emergenza, a fronte di calo del ricorso ai centri antiviolenza, che sono però spesso la risposta concreta a situazioni di difficoltà e/o pericolo.

Considerato che l’attuale situazione epidemiologica è di non facile lettura rispetto alle prospettive evolutive più prossime e di medio termine e si rischia il ripetersi dei presupposti impedienti inizialmente richiamati, data l’opportunità di contribuire al fine di evitare il ripetersi di un effetto negativo come la decisione di non ricorrere all’aiuto dei centri antiviolenza e dall’altra parte l’opportunità e l’efficacia rappresentata dal numero di emergenza 1522, vista l’importanza di promuovere questa tipologia di servizi preposti all’aiuto alle donne vittime di violenza, uno che parte ‘dall’alto’, nazionale, l’altro che parte dal locale.

Con il presente ordine del giorno, che ho già provveduto a far avere alla Presidenza del Consiglio, per il quale chiedo la trattazione immediata, chiedo al Sindaco e alla Giunta, e spero di farlo insieme a tutti i colleghi, di provvedere ad attivare un dialogo prima di tutto con il gestore delle farmacie comunali, al fine di far stampare su ogni scontrino il numero di emergenza 1522 e il contatto dei centri antiviolenza locali, in seconda battuta col resto della rete delle farmacie localizzate nel territorio del Comune di Bologna al fine di procedere in questo senso.

Ancora, la proposta di indirizzo politico per la il Sindaco e la nostra Giunta è che si adoperino per promuovere in ogni altro modo la conoscenza e la consapevolezza dell’utilità dei servizi ivi richiamati, perché ogni donna in stato di necessità arrivi a conoscerne effettivamente l’esistenza e possa ricorrervi e farne uso”.

“Questo mio intervento verte sull’infelice fatto di sabato, che ha visto come protagonista un membro dello staff del sindaco, Capasso, invitata in Giunta e delegata del sindaco Lepore ax art. 90 del Tuel, tra le altre cose, ai quartieri, al terzo settore e all’immaginazione civica metropolitana. Capasso, come sappiamo, ha condiviso pubblicamente, su un social network, il fermo immagine di un video di Nonunadimeno, dove campeggia la scritta ‘ACAB’, ‘All Cops Are Bastards’ (’Tutti i poliziotti sono bastardi’).

Ora quello che mi preoccupa non è tanto di per sé il gesto, disdicevole e ovviamente da condannare. Mi preoccupa quello che temo esservi sottinteso. Emerge a mio avviso un’impostazione ideologica che mette al centro non le persone perbene, ma coloro che delinquono e vanno contro l’ordine pubblico. Vi è un ribaltamento di prospettiva che vuole tutelare non le persone perbene, ma i delinquenti. E quindi in questa ottica, le forze dell’ordine, primo presidio tangibile della legalità e della convivenza civile e pacifica, diventano un nemico. E in questa ottica è giusto e anzi legittimo non rispettare ma attaccare chi ogni giorno si mette in gioco e a rischio in prima persona per noi.

Io temo che questa chiave di lettura ideologica e questo ribaltamento di prospettiva permeino la prospettiva e quindi le future scelte di chi guida questa città. Potreste dirmi che si tratta di un pregiudizio. E potreste anche avere ragione. Sarei ben lieto di dire in futuro: “mi ero sbagliato”. Temo invece che i fatti, purtroppo, mi daranno ragione. Le azioni di chi governa la città saranno la cartina tornasole di quanto ho detto oggi. Sarà il sindaco stesso, a partire dalla scelta di ritirare o meno le deleghe e di interrompere o meno i rapporti con il soggetto politico in questione, a dimostrare coi fatti se l’impostazione è quella di stare dalla parte delle forze dell’ordine, o è quella dello slogan che tutti abbiamo letto e conosciamo. Saranno le politiche poste in atto nei prossimi anni a raccontarci se le forze dell’ordine sono viste da questa sinistra come pesi da sopportare, o come coloro che possono garantire la convivenza civile e pacifica laddove vi siano degenerazioni patologiche. Quindi la parola e soprattutto le azioni, ora, spettano a lei Sindaco e a tutti voi”.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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