“In queste ore, ascoltiamo notizie drammatiche dal Myanmar.
Dopo il colpo di stato del 1 febbraio, avvenuto poche ore prima dell’insediamento del nuovo Parlamento nato dalle elezioni politiche dell’8 novembre scorso, i militari stanno stritolando il popolo birmano e lo stato di diritto. Molti arresti, incarcerazioni di massa, ordine alle forze armate di sparare sui manifestanti, oscuramento di internet, interruzioni della telefonia.
I Parlamenti democratici e il Consiglio comunale di Bologna devono difendere la democrazia, quando altri vogliono soffocarla contando sull’indifferenza. Onorare la Resistenza significa questo.
“La scuola italiana è stata la prima a chiudere per l’emergenza covid-19.
Un anno fa, il 22 febbraio 2020, è stato l’ultimo giorno di scuola. È stato un anno durissimo, la pandemia covid-19 ha travolto non solo la scuola ma anche le nostre esistenze, provocando sofferenza e dolore.
Durante questi dodici mesi, la didattica a distanza, grazie all’impegno straordinario dei docenti, ha consentito di tenere in vita, nell’emergenza, l’impegno formativo, ma sono aumentate diseguaglianze educative e sociali.
- la sicurezza e la cura della vita materiale della scuola (edifici, arredi, mense, etc.);
- le competenze professionali degli insegnanti, degli educatori e dei collaboratori scolastici;
- la cura della partecipazione dei genitori al progetto educativo;
- la collaborazione interistituzionale con i servizi sanitari e sociali del territorio;
- l’attenzione all’eterogeneità degli alunni e quindi agli strumenti di compensazione degli svantaggi di partenza (integrazione degli studenti disabili e dei figli di migranti, etc.).
La pandemia, inoltre, ci ha insegnato che gli stili di apprendimento degli studenti sono diversi e che l’insegnamento con l’uso delle nuove tecnologie richiede competenze. Le proposte per garantire sicurezza e qualità per le nostre scuole devono consentire:
- il monitoraggio continuo dei tracciamenti;
- la formazione dei docenti all’uso delle nuove tecnologie;
- il sistema di infrastruttura tecnologica per la didattica integrata (DID);
- una proposta seria per una nuova didattica.
Serve una visione e un progetto politico per il futuro della nostra scuola, un’idea di cambiamento possibile che deve partire dall’educazione, dando priorità alla scuola”.