Come si legge nelle motivazioni in delibera: “Da quando è entrato a far parte della comunità bolognese, il Cardinale Zuppi, per tutti affettuosamente ‘don Matteo’, è stato considerato a tutti gli effetti cittadino di Bologna, sempre dalla parte degli ultimi e delle persone in difficoltà. In questi anni non ha mai mancato di dare il suo contributo fattivo per affrontare i problemi, piccoli e grandi, che affliggono la nostra società: nella missione pastorale, come nella collaborazione attiva con le istituzioni del territorio. Il progetto Insieme per il lavoro, nato dalla collaborazione tra Comune, Città metropolitana e Arcidiocesi di Bologna nel 2021, cui ha aderito in seguito anche la Regione Emilia-Romagna, ne è uno degli esempi più significativi. Uomo del dialogo, costruttore di pace, seminatore di speranza, Il Cardinale Zuppi, rappresenta un punto di riferimento fondamentale per la nostra comunità cittadina, abbracciandone la storia, gioia e sofferenze, condividendone il cammino”.
Di seguito l’intervento del sindaco Matteo Lepore:
“Mi permetto di intervenire in questa seduta per l’importanza che ricopre l’atto che stiamo per assumere, mi auguro con il consenso ampio se non unanime del Consiglio. Come ho avuto modi già di sentire dai consiglieri, noi oggi stiamo discutendo di dare la cittadinanza onoraria a una persona importante della nostra città, che ormai più di sette anni fa è entrata dal basso, con una grande partecipazione e sentimento popolare all’interno di Bologna, del suo tessuto comunale e metropolitano.
Di Matteo Zuppi, del nostro Cardinale, avremo modo di parlare compiutamente il giorno in cui conferiremo questa onorificenza e immagino sarà presente con noi e parleremo alla città. Sarà un’occasione per dare un segnale importante di unione, di collaborazione delle istituzioni, di riflessione su quello che stanno vivendo il nostro paese e il nostro mondo. La grande opportunità di avere il Presidente della Cei come Cardinale vescovo della nostra città è un’occasione storica, che permette a tutti noi di avere uno sguardo che guarda lontano, rispetto alla grande questione della pace, della guerra, ma anche di guardare vicino, al nostro prossimo, alle persone che vivono ai margini anche della nostra realtà. Più volte il Cardinale Zuppi ci ha richiamato, ha richiamato il compito delle istituzioni, della politica, delle imprese, dell’economia della città all’essere solidali, ad essere vicini a quelli che meno hanno e che a Bologna sono venuti a cercare un rifugio. Credo che a lui dobbiamo anche la visita di Papa Francesco che abbiamo avuto negli anni passati, un grande onore per Bologna.
Ricordo in particolare la visita del centro Mattei, fu un momento storico di quello che Bologna ha fatto di recente e continuerà a fare nei prossimi anni: una porta aperta, accogliente, capace di accogliere con professionalità, dedizione e grande spirito di umanità. Penso che il richiamo che il Cardinale Zuppi ci ha fatto anche recentemente rispetto al mondo degli anziani, sia da tenere molto presente, non ci dobbiamo dimenticare infatti che una delle parti più fragili e più importanti della nostra comunità sono le persone che hanno superato una certa età e spesso vengono colpite dalla solitudine, data da una vita che si allunga e che a volte li lascia lontani dagli affetti e dalla possibilità di vivere la nostra comunità e una quotidianità con una qualità della vita che deve rimanere fino all’ultimo giorno sempre al centro della missione sociale delle nostre istituzioni municipali. Anche su questo collaboreremo con la chiesa di Bologna, come abbiamo fatto per i temi del lavoro. Sono tanti infatti gli argomenti che ci hanno visto collaborare operativamente e non soltanto nella chiave di condivisione di valori. Infine, voglio sottolineare l’impatto storico di questa cittadinanza onoraria, in una città che dal dopoguerra in avanti ha visto accadere molti momenti di confronto e dialettici tra il municipio e la chiesa di Bologna, sempre foriero di grandi momenti di innovazione, di grandi svolte storiche.
La storia del ‘900 di Bologna è contraddistinta dal ruolo dei Sindaci e dai Vescovi e Cardinali. Nei silenzi, come nei momenti di dialogo o di conflitto, come nei momenti in cui si è riusciti a dare messaggio comune verso la città e il Paese. Penso che la cittadinanza possa rappresentare molto in questa fase storica, l’ambizione comune di riuscire a tracciare per i nostri concittadini un senso di condivisione e in particolare un messaggio di cura, di sostegno e solidarietà. Questa è una cittadinanza che credo riusciremo a dare anche da parti politiche diverse, perché insieme condividiamo dei valori e non ce lo dobbiamo dimenticare. Come ho detto a inizio mandato, ritroviamoci nella cultura della solidarietà. Anche se abbiamo idee diverse della politica, ricette differenti su come si possa amministrare questa città, credo che diverse forze politiche e culture, possano ritrovarsi nella cultura della solidarietà. Questo può essere un patrimonio che Bologna può davvero mostrare al resto del Paese, e credo che la cittadinanza onoraria possa essere uno di quei momenti nei quali ci ritroviamo, quasi contro corrente, rispetto a come vanno le cose nel nostro pianeta e nel nostro continente, riusciamo a dare un messaggio di speranza, di fiducia che deve essere raccolto in particolare da chi ci guarda, da chi ci ascolta e da chi, lontano da qui arriverà a Bologna alla ricerca di un riparo, di un rifugio e di sostegno al proprio progetto di vita”.
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