Ferrara

Conservatorio Frescobaldi, didattica a distanza

Docenti e allievi continuano le attività didattiche ognuno da casa, da ogni parte d’Italia. Il direttore Scafati: “È una formula di insegnamento sperimentale per il Conservatorio, ma vi hanno già aderito 38 docenti su 55.”

FERRARA – La didattica a distanza è attiva al Conservatorio Frescobaldi di Ferrara. La maggior parte dei docenti, infatti, ha aderito al progetto di lezioni in e-learning, per proseguire le attività.

Attivato a seguito della chiusura dell’istituto di alta formazione musicale per contrastare il rischio di diffusione del Covid-19, il nuovo percorso didattico permette di raggiungere con lezioni ed esercizi gli allievi del Frescobaldi, a casa in quarantena durante l’emergenza sanitaria o tornati nella propria città d’origine per stare vicini ai propri familiari.

In queste settimane di sospensione forzata delle lezioni nella sede di largo Antonioni, la modalità di apprendimento in e-learning sta rappresentando un’opportunità per mantenere una relazione didattica necessaria per chi studia uno strumento musicale. Una metodologia mai sperimentata prima al Conservatorio, ma che sta già dando buoni frutti grazie a una felice e produttiva collaborazione di docenti e studenti.

“Sono 38 i docenti sui 55 in totale, che hanno aderito all’avvio della didattica a distanza, formula sperimentale per il Conservatorio” spiega Fernando Scafati, direttore del Conservatorio Frescobaldi. Si tratta in ogni caso di “un numero alto di adesioni, tenendo conto che per gli insegnamenti e le discipline di gruppo diventa pressoché impossibile attuare efficacemente questo tipo lezioni”.

Una progettualità formativa che piace ai docenti, ma anche agli allievi. “Per le discipline teoriche tutti i docenti hanno aderito – continua il direttore Scafati – in questi casi ogni docente può discutere dei temi trattati con i propri allievi, ricreando virtualmente la classe come se fosse in aula. Per le materie pratiche individuali, quasi tutti i docenti hanno aderito e stanno ora scoprendo nuovi modi di fare lezione.

Diventa invece difficile strutturare una lezione pratica per le materie di musica di insieme o di esercitazioni orchestrali, che necessariamente prevedono la compresenza degli esecutori, situazione di fatto al momento non consentita per le disposizioni delle autorità”.

Un nuovo modo di fare didattica, che potrebbe avere sviluppi anche una volta usciti dall’emergenza sanitaria. “Questa situazione – aggiunge Scafati – permette di sviluppare interessanti orizzonti, fermo restando che una lezione in presenza, per un conservatorio di musica, rimane qualcosa di insostituibile in particolare per le discipline che riguardano la prassi vocale e strumentale.

Tuttavia, in una fase di incertezza sulla ripresa dell’attività in tempi brevi, questa modalità deve essere considerata una possibilità”. Nel caso in cui non sia possibile attivare la didattica a distanza il Conservatorio Frescobaldi garantirà forme di recupero, una volta conclusa la fase d’emergenza.

Il metodo. Per quanto riguarda il metodo utilizzato, ognuno ha trovato i software o i sistemi di comunicazione più utili. “C’è chi fa lezioni collettive, chi procede con lezioni individuali, chi vede gli studenti presenti e chi manda il materiale audio o video e consegna poi i compiti da svolgere.

Ogni docente – conclude il direttore del Conservatorio – ha sviluppato il modo che ritiene più opportuno ai fini della didattica, concordata insieme ai propri allievi. In diretta su sistemi come FaceTime e Skype si ascolta l’allievo e si danno consigli e suggerimenti, oppure i brani vengono mandati tramite WhatsApp e poi vengono mandate le correzioni”.

Alcune esperienze. E tra i molti docenti aderenti, c’è già chi ha sperimentato positivamente la didattica a distanza. “Sta diventando una bellissima esperienza, perché ci permette di stare in contatto e di studiare insieme, avendo tutti più tempo, e così possiamo vederci e lavorare anche due o tre volte alla settimana”, spiega Martina Dainelli, docente di Tromba.

“Per materie teoriche come Storia del jazz le lezioni registrate funzionano meglio – spiega Pasquale Morgante, docente di Composizione Jazz – illustro l’argomento e poi invio agli allievi il materiale per fare gli esercizi. Per quanto riguarda le lezioni pratiche, se in classe era più facile correggere eventuali imprecisioni, rendendole disponibili anche agli altri allievi, ora diventa un po’ più difficile. Così ora procedo con delle correzioni individuali, e se il caso è circoscritto provo a condividere ugualmente a tutti il problema”.

“Potrà essere uno stimolo per modificare e rivedere il modo di fare didattica, una volta tornati alla normalità – evidenzia infine Annamaria Maggese, docente di Teoria, ritmica e percezione musicale – Nulla potrà mai sostituire una lezione in classe, ma può essere un buono spunto per procedere in alcuni casi a una modalità mista di insegnamento”.

una foto del Direttore Fernando Scafati

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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