Bologna

Confermate le gestioni dei teatri di proprietà comunale per il prossimo mandato

L’amministrazione li sosterrà attraverso un contributo complessivo di 696 mila euro l’anno per il prossimo triennio

BOLOGNA – I teatri di proprietà comunale come elemento fondamentale per le politiche culturali dell’Amministrazione: questo il cuore della delibera approvata oggi in Giunta, che dopo un monitoraggio tecnico dell’azione svolta nell’ultimo triennio, ha confermato le attuali gestioni di sette teatri bolognesi di proprietà comunale.

“I teatri della città sono spazi di ricerca, lavoro e condivisione che, sempre di più, si aprono al territorio e impattano in maniera significativa sull’intero sistema cittadino e metropolitano – dichiara il sindaco Matteo LeporeCon i gestori dei teatri cittadini di proprietà comunale continueremo a lavorare nel solco di una stretta collaborazione, che indichi la strada per nuove e importanti sfide future, restando sempre in ascolto della città”.

I teatri coinvolti sono il Teatro Testoni, gestito dalla cooperativa La Baracca, attiva da oltre quarant’anni nell’ambito del teatro per l’infanzia e la gioventù, la cui sede, in via Matteotti, sarà interessata da importanti lavori di riqualificazione da parte dell’Amministrazione. Teatri di Vita, all’interno del Parco dei Pini in via del Triumvirato, è gestito dalla cooperativa L’Altra, da sempre impegnata nelle arti performative contemporanee e di ricerca. Il Teatro San Leonardo, inserito nel complesso di vicolo Bolognetti, è gestito negli spazi dell’ex chiesa come Centro di Ricerca Musicale dall’associazione Pierrot Lunaire, promotrice del festival internazionale AngelicA di musica contemporanea, e negli spazi dell’ex laboratorio dall’associazione Ateliersi, compagnia teatrale attenta alla produzione e programmazione multidisciplinare. La Cupola del Pilastro è assegnata all’associazione Laminarie, ed è uno spazio ibrido di indagine dei linguaggi teatrali e artistici contemporanei, in connessione con il territorio. La Casa delle Culture e dei Teatri, collocata tra Bologna e Lavino di Mezzo, è affidata all’associazione Teatro Ridotto, storica realtà impegnata nell’ambito della ricerca sull’arte dell’attore, aperta all’ospitalità di giovani compagnie del territorio. Il Teatro del Baraccano è gestito dall’associazione Perséphone all’interno dell’omonimo complesso monumentale, dove produce e programma spettacoli di teatro musicale anche attraverso la progettualità dell’Orchestra del Baraccano.

Questi sette teatri rappresentano uno specchio della ricca e variegata offerta culturale bolognese nei vari ambiti dello spettacolo dal vivo, e il Comune li sosterrà attraverso un contributo definito per il prossimo triennio in complessivi 696 mila euro annui, con possibilità di rinnovo per altri due anni, e tramite un cofinanziamento a valere sui fondi PNRR per l’efficientamento energetico che i gestori potranno richiedere nell’ambito di un bando ora aperto a livello nazionale. A questo si affiancheranno inoltre specifiche azioni di sostegno su progettualità in linea con le singole identità artistiche.

Le nuove convenzioni, nel riconoscimento della qualità dell’offerta artistica e culturale, si basano su alcune linee di politica culturale dell’Amministrazione: condivisione di spazi per la ricerca, la produzione e la programmazione, con particolare attenzione agli artisti e operatori culturali dell’ambito metropolitano, anche per favorire il ricambio generazionale e il sostegno alla nuova creatività; apertura al territorio e alle comunità di cittadine e cittadini; ampliamento dei pubblici, anche in un orizzonte di welfare culturale; attenzione alle condizioni dei lavoratori e lavoratrici dello spettacolo sia in termini contrattuali sia di sicurezza.

Il dialogo con i soggetti gestori prevede anche un percorso di analisi di impatto che identifichi gli scenari di cambiamento di ciascuna realtà in un’ottica di rafforzamento complessivo del sistema teatrale metropolitano come generatore di cambiamento positivo sull’ecosistema urbano e territoriale.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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