RIMINI – «Con la chiusura delle scuole a causa della pandemia, i ragazzi sono rimasti più soli ed esposti ai pericoli del web, divenuto oggi il luogo in cui incontrano, conoscono e comprano sostanze stupefacenti di ogni genere. Mentre in Parlamento si raccolgono firme per rendere più florido il mercato della droga, soffocando così la libertà di tanti ragazzi con nuove forme di schiavitù, il nostro grido di allarme è per una strategia di prevenzione educativa sempre più dimenticata». Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Papa Giovanni XXIII, spiega la preoccupazione della Comunità in occasione della Giornata mondiale della Lotta alla droga del 26 giugno.
«Ormai sono chiare le gravi conseguenze che pandemia e lockdown stanno recando: aumento del livello di stress, aggressività e disturbi del sonno. – continua Ramonda – A questo si aggiunge la sovraesposizione alla rete e le dipendenze comportamentali ad essa legate. Con la conseguenza che stanno cambiando modalità e stili di consumo e approvvigionamento delle droghe. Oggi l’attività di spaccio si è trasferita dalla strada al dark web e ai social network. Chiediamo al Governo e a tutti coloro che hanno responsabilità educative nei confronti delle giovani generazioni, dei loro bisogni educativi, dei loro diritti, della loro dignità di investire nella prevenzione».
La Comunità Papa Giovanni XXIII ha aperto 40 anni fa la prima Comunità terapeutica per il recupero delle persone con dipendenze patologiche. Oggi gestisce 34 Comunità Terapeutiche – 22 in Italia e 12 all’estero – in cui sono accolte oltre 300 persone.