Sono i punti chiave dell’intervento del presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ieri mattina a Reggio Emilia per le celebrazioni del 221° anniversario del Tricolore, alla presenza del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, del Ministro alle Infrastrutture Graziano Delrio, del sindaco, Luca Vecchi, del presidente della Provincia, Giammaria Manghi e allo storico Alberto Melloni.
“È un onore– ha esordito Bonaccini– essere qui a celebrare questa bellissima ricorrenza, che cade proprio in occasione del 70° anniversario della Costituzione italiana, i cui valori di fondo come Regione ci impegniamo a far valere, a partire dal grande lavoro messo in campo per garantire alcuni diritti inalienabili alle persone, come il diritto all’istruzione, alla salute, al lavoro”.
“Questa terra- ha ricordato il presidente– ha dato un contributo importante all’Unità d’Italia. La terra dei fratelli Cervi, di don Dossetti e dei tanti che hanno messo a repentaglio la propria vita e quella dei loro cari per dare a tutti noi un traguardo di libertà, di pace e di democrazia”.
C’è quindi il grande tema della memoria, che non è solo celebrazione, “e vado orgoglioso che questa Regione abbia approvato una legge sulla memoria del ‘900, nel solco dei valori della Costituzione, che ogni anno mette a disposizione risorse in favore di chi si impegna per la diffusione della memoria e della nostra storia”
Come fare per garantire l’agibilità dei diritti sanciti dalla Costituzione? Per il presidente della Regione è basilare l’impegno della Regione stessa a garantire “quei diritti inalienabili per le persone, come la salute, il lavoro, l’istruzione. E lo stiamo facendo, con risultati che sono sotto gli occhi di tutti”.
Soffermandosi in particolare sul tema del lavoro, Bonaccini ha ricordato – evidenziando che il lavoro è dignità – i risultati conseguiti anche grazie al “Patto per il Lavoro” siglato con tutte le forze sociali, cioè aver riportato in tre anni la disoccupazione al 6% dal 9%. “ma non ci accontentiamo. Il nostro impegno è di centrare il traguardo della piena occupazione entro il 2020 in questa regione, come contributo alla crescita complessiva del Paese”.
Bonaccini è tornato anche sulla pre-intesa siglata nei mesi scorsi con il Governo per avere condizioni di maggiore autonomia per la Regione Emilia-Romagna. “Siamo convinti- ha ribadito- che sia giusto che le realtà più virtuose siano premiate, ma entro una cornice molto netta, che per noi è sacra: l’unità nazionale, contro ogni forma di egoismo e separatismo”.
Poi il ricordo della tragedia del terremoto del 2012, “il più drammatico dopo quello dell’Irpinia in termini puramente economici, perché ha fatto 13 miliardi di euro di danni. Un terremoto dal quale ci siamo rialzati, dando prova di grande forza a tutto il Paese”.
Ha richiamato, il presidente, anche le recenti alluvioni che hanno colpito Lentigione, Colorno, Campogalliano. “Noi – rivolgendosi idealmente ai rappresentanti delle popolazioni colpite – saremo sempre vicini a voi, per ripartire e per cancellare ogni danno che si è verificato nel corso di questi eventi”
Infine il richiamo ad un Europa – con un saluto e un ringraziamento per ciò che ha fatto al professor Romano Prodi, presente in sala – che è la dimensione dove si traguarda il futuro del Paese.
“Vogliamo fortemente l’Europa, anche se non ci piace quando è troppo burocratica e guarda solo al rigore e non alla crescita. Oppure quando gira in troppi casi lo sguardo dall’altra parte, mentre l’Italia è impegnata a salvare vite umane nel Mediterraneo”.
“Abbiamo l’orgoglio delle nostre radici- ha concluso il presidente – ma siamo anche molto attenti al bene comune. Agli studenti dico che la loro generazione è tra le poche che nella storia hanno avuto la fortuna di non conoscere la tragedia della guerra. L’Europa serve anche a questo, e dobbiamo batterci affinchè le risposte ai problemi non siano alzare muri ma, come dice Papa Francesco, costruire ponti”
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