MODENA – I criteri per quantificare il compenso dei componenti della Commissione di Vigilanza sui locali di pubblico spettacolo, definiti dopo la modifica che, anche su sollecitazione dei gruppi consiliari, ha interessato il testo del Regolamento, sono stati tra gli argomenti principali del dibattito che ha preceduto, nella seduta di giovedì 3 febbraio del Consiglio comunale, l’approvazione della delibera sull’organismo istituito dal Comune di Modena. Diversi consiglieri, infatti, sono intervenuti sulle variazioni che hanno interessato, nel corso delle sedute dell’Assemblea, la delibera.
Aprendo il dibattito per il Movimento 5 stelle, per Giovanni Silingardi sarebbe stato “opportuno” individuare un tetto economico per il compenso degli esperti “per evitare eccessiva discrezionalità della giunta”. Inoltre, sul fronte dell’individuazione da parte del sindaco dei componenti della commissione di vigilanza, il riferimento “non ha senso visto che se ne occupa già il Tulps”. Il consigliere, infine, ricordando gli emendamenti presentati dal gruppo M5s e poi ritirati, ha fatto presente che il parere tecnico degli uffici comunali sulla regolarità degli stessi, “così come previsto dal Tuel, deve limitarsi a valutarne la coerenza rispetto alle norme”.
Dello stesso tenore l’intervento di Elisa Rossini (Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia): “I membri delegati della commissione sono individuati già dagli stessi componenti identificati dalla legge in base alla carica – ha affermato –. Il sindaco ha il potere di nomina della commissione ma non, appunto, dei componenti”. Inoltre la consigliera ha richiamato “un parametro di riferimento per definire i compensi”. Infine, ha suggerito di redigere i documenti “in maniera più comprensibile per i cittadini, osservando anche maggiore aderenza ai testi normativi”.
Annunciando il voto contrario di Lega Modena alla delibera, Giovanni Bertoldi ha invitato gli uffici comunali a “limitarsi alle questioni e competenze tecniche” quando si tratta di valutare la regolarità di documenti, come, per esempio, gli emendamenti agli atti dei consiglieri. “È inconcepibile – ha affermato – che la considerazione tecnica sfoci in una questione politica” e che i documenti vengano valutati, appunto, da prospettiva diversa dalla conformità tecnica “come è accaduto per i compensi degli esperti della commissione”.
Ilaria Franchini (Pd) si è concentrata sul significato della delibera: “Al di là degli aspetti tecnici, che pure fanno chiarezza sulle modalità di definizione dei compensi – ha precisato –, il documento aiuta a semplificare alcune delle procedure legate a un settore che è stato tra i più colpiti dall’emergenza sanitaria”. Il regolamento, quindi, “ha il merito” di agevolare i percorsi burocratici per quei soggetti del mondo della cultura, che, “rispettando le regole e normative, devono ripartire”.
Anche Camilla Scarpa (Sinistra per Modena) ha sottolineato la funzione della commissione che favorisce “la sburocratizzazione delle procedure necessarie che riguardano i luoghi della cultura e dello spettacolo”. Il sostegno al settore “fortemente colpito dagli effetti del Covid”, infatti, passa anche da percorsi più agevoli per effettuare gli accertamenti sui locali: “Si faccia tutto il possibile per garantire maggiore efficacia rispetto ai tempi e alle modalità di risposta sugli iter da seguire”.
Nella replica, l’assessora alle Politiche economiche Ludovica Carla Ferrari ha innanzi tutto segnalato “il rispetto della separazione, nella delibera, tra i pareri tecnici e le valutazioni politiche”. L’assessora ha quindi invitato a concentrarsi sul merito: “Il settore della cultura e degli spettacoli è al centro delle attenzioni dell’Amministrazione – ha affermato – e l’introduzione della commissione comunale consentirà di presidiarlo ancora meglio. Da una parte si garantisce la sicurezza delle attività e quindi si sostengono i lavoratori; dall’altra, si favorisce la scelta dei modenesi di assistere agli spettacoli, anche per riprendersi la libertà dopo l’emergenza sanitaria”.
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