Commemorazioni dei caduti di guerra, Giorno dell’Unità nazionale e Giornata delle Forze armate

22
Celebrazioni in Piazza del Popolo e in Viale Mazzoni

Le celebrazioni pubbliche con il Sindaco Enzo Lattuca

CESENA – “Le tensioni internazionali a cui assistiamo ai confini dell’Europa, che sono i nostri confini, non possono e non devono lasciarci indifferenti. Le nostre Forze Armate oggi non sono il simbolo e lo strumento di un paese in guerra, ma sono parte di uno strumento multinazionale che ha come obiettivo la pace”. Lo ha detto il Sindaco Enzo Lattuca celebrando questo pomeriggio il ricordo dei Caduti di guerra, l’Unità nazionale e le Forze Armate. Alla presenza del Prefetto di Forlì-Cesena Antonio Corona, delle Autorità civili, militari e religiose, delle associazioni d’Arma e combattentistiche guidate dal tenente Vittorio Angeloni e della cittadinanza, il Sindaco e la consigliera provinciale Valentina Maestri hanno deposto ai piedi del Monumento dei caduti di Viale Mazzoni la corona in onore dei caduti di tutte le guerre.

Segue il discorso integrale pronunciato dal Sindaco Enzo Lattuca:

103 anni fa il tricolore, sventolando su Trento e Trieste, segnò la fine della Prima guerra mondiale che, secondo gli storici, fu l’ultima delle guerre del Risorgimento. Con il sacrificio di 650 mila militari italiani si portò a compimento quel percorso storico che pochi illuminati avevano immaginato, teorizzato e poi tracciato, e che grazie al loro impegno si trasformò in un ideale collettivo. Poi, meno di trent’anni dopo, agli italiani – e a tutta l’Europa – non fu risparmiata una seconda guerra mondiale e, per noi, quella della Liberazione dal nazifascismo: dopo l’8 settembre 1943 gli italiani la combatterono per riappropriarsi di un onore nazionale, ma anche e soprattutto della libertà e della democrazia. Ideali che abbiamo ricordato lo scorso 20 ottobre, celebrando il 77esimo anniversario della Liberazione della nostra città, medaglia d’argento al valor militare per il contributo dato alla riconquista della libertà.

Quegli ideali di libertà e di democrazia non sono soltanto il filo conduttore della nostra storia, ma anche il filo conduttore del nostro futuro. Per questo dobbiamo riaffermarli ogni giorno con orgoglio, anche con celebrazioni come quella di oggi, che costituiscono per tutti noi un’occasione per fermarci a riflettere.

Quest’anno celebriamo poi un’altra importante ricorrenza. Oggi, 4 novembre 2021, ricorre il centenario della sepoltura del milite ignoto all’Altare della Patria. Nel corso di un secolo, quel soldato voluto come “di nessuno” – ignoto, appunto – è diventato “di tutti”, quale simbolo del sacrificio e del valore dei combattenti della Prima guerra mondiale e successivamente di tutti i caduti per la Patria. Un soldato che dallo scorso giugno è cittadino onorario di Cesena come di tante altre città d’Italia. Il Consiglio comunale della nostra città ha infatti accolto la proposta del “Gruppo delle Medaglie d’Oro al Valor Militare d’Italia” di conferire la cittadinanza onoraria al Milite Ignoto, considerandolo – leggo dal testo della delibera – “come simbolo delle vittime di tutti i conflitti armati e come monito alle coscienze a non ripetere gli errori del passato anche richiamando gli alti valori della Costituzione”, e al contempo per “rendere omaggio a quanti hanno dato la vita durante i conflitti armati del Novecento, lottando per la libertà, la democrazia e per la fratellanza, valori che oggi più che mai devono essere promossi”.

Certo, l’Italia oggi è parte di un’Europa unita e democratica nata sulle macerie delle guerre del Novecento, ma le tensioni internazionali a cui assistiamo ai confini dell’Europa, che sono i nostri confini, non possono e non devono lasciarci indifferenti. Le nostre Forze Armate oggi non sono il simbolo e lo strumento di un paese in guerra, ma sono parte di uno strumento multinazionale che ha come obiettivo la pace, come ci ha ricordato nel suo messaggio il Presidente Mattarella facendo riferimento agli oltre 6.000 italiani schierati in 22 Paesi a salvaguardia dei più deboli ed oppressi.

I nostri militari, impegnati a tutela della pace nel contesto internazionale, sono perciò i primi e principali artefici della continua affermazione del principio sancito nell’articolo 11 della nostra Costituzione. Un articolo che voglio in questa occasione rileggere: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.

Qui sta tutto il nostro impegno: farci, insieme alle Forze Armate, promotori di quella cultura di pace che è parte essenziale del sentimento di attaccamento alla Patria che noi tutti proviamo. Un sentimento di attaccamento alla Patria che va di pari passo con il dovere di difenderla, avendo sempre come obiettivo la difesa della libertà, della democrazia e della sicurezza nazionale.

Ecco perché quella di oggi è la giornata di ringraziamento a tutti i militari impegnati in questa direzione, ed ecco perché rendiamo onore ai caduti. I primi stanno difendendo il Paese che gli altri ci hanno lasciato e del quale dobbiamo essere orgogliosi.

Viva le Forze Armate, Viva la Repubblica.