REGGIO EMILIA – Un fungo atomico. La caduta di un meteorite. Lo spostamento dell’asse terrestre. Un terremoto di proporzioni catastrofiche. Una invasione aliena. L’avverarsi di una profezia Maya. Così ci immaginiamo l’apocalisse: un evento improvviso, violento, in grado di cancellare con un colpo di spugna tutto ciò che abbiamo costruito fino ad ora, tutto ciò in cui crediamo e su cui si basa la nostra fragile esistenza. Qualcosa di ineluttabile. Ma come ogni cosa, anche l’apocalisse ha un suo inizio e, come nel noto effetto farfalla, questo inizio può essere così piccolo da passare inosservato. Ecco allora che la notte trascorsa con uno sconosciuto può cambiare per sempre il nostro futuro, il viaggio di lavoro più importante della nostra vita può diventare una specie di Odissea e la società libera e civilizzata in cui viviamo trasformarsi in un tragico girone infernale, nel quale ogni possibile via di fuga si chiude al nostro passaggio. Ma forse tutto questo non dovrebbe sorprenderci. Forse è una storia che ci ha sempre riguardato. Forse la strada su cui pensiamo di aver scelto di camminare altro non è che un filo sospeso nel vuoto, che noi stessi abbiamo tirato e sul quale teniamo in mano, strette, le forbici. Perché ”Se balli sulle crepe, del resto, un giorno ci cadrai dentro”.
Come trattenere il respiro, andrà in scena mercoledì 15 Gennaio alle ore 19.30, giovedì 16, venerdì 17 e sabato 18 Gennaio alle ore 21 e domenica 19 Gennaio alle 19 presso le Officine Creative Reggiane in Via Gioia 4 (ingresso da Via Tonale).
Il testo, inedito in Italia, è contraddistinto dalla cifra ironica e caustica di Zinnie Harris, autrice inglese di stanza a Edimburgo, pluripremiata per i suoi rivoluzionari adattamenti di opere classiche (da Eschilo a Shakespeare, da Webster a Strindberg, fino a una Casa di bambola di Ibsen con Gillian Anderson, protagonista) spesso prodotta dal Royal Court Theatre, dal Royal National Theatre, dal National Theatre of Scotland e dalla Royal Shakespeare Company. La traduzione di Monica Capuani esalta i toni ironici e asciutti di questo testo mai rappresentato in Italia e l’affiatato gruppo di attori e attrici della compagnia MaMiMò (Fabio Banfo, Luca Cattani, Cecilia Di Donato, Alice Giroldini, e Marco Maccieri) affronta con ironia i toni apocalittici di Zinnie Harris. Lo spettacolo, una coproduzione del Centro Teatrale MaMiMò e del Teatro Nazionale di Genova, vede la regia di Marco Plini, con l’assistenza di Elena C. Patacchini, le musiche originali sono di Alessandro Deflorio mentre il disegno luci è firmato da Fabio Bozzetta.
La storia racconta di una donna, Dana, immersa nelle contraddizioni del nostro mondo, la cui vicenda può essere paragonata ad una sorta di Faust contemporaneo al femminile: una sera fa l’amore con uno sconosciuto, un uomo strano, inquietante, che dice di essere il diavolo e, da quel momento, la sua vita cambia. Accompagnata dalla sorella Jasmine e da un curioso e premuroso bibliotecario che propone manuali per ogni evenienza, si trova ad affrontare un’avventura catastrofica: un allucinante viaggio dal cuore dell’Europa fino ad Alessandria d’Egitto mentre tutto il mondo intorno si sfalda, in una sistematica inversione di ogni regola e certezza.
“Il materiale della drammaturga scozzese Zinnie Harris” spiega Marco Plini “assorbe in maniera inequivocabile il fallimento delle politiche liberiste della fine del novecento, ironizzando in maniera esemplare su quello che Mark Fischer ha definito “realismo capitalista”. Questo percorso è una traiettoria di scoperta ma non di crescita, Dana non impara niente e rimane incastrata dentro un’illusione ottimistica, anche quando tutto precipita. (…) L’idea dello spettacolo è che questa apocalisse sia già avvenuta e che si ripercorra l’epifania di Dana, guardandola con ironia, provando la stessa tenerezza che si prova guardando i bambini scoprire cose usuali per la prima volta, con quel misto di ingenuità e sorpresa che costringerà la protagonista ad agitarsi e stupirsi fino alla fine del suo percorso. Questo sguardo consapevole e lucido rispetto a un disastro già avvenuto ha guidato tutta la costruzione della messa in scena”.
Zinnie Harris, inglese di nascita, vive attualmente in Scozia. Pluripremiata drammaturga, regista e sceneggiatrice, tra le voci femminili più originali del panorama teatrale internazionale.
Nel 2000 il testo che la porta al successo è Further Than The Furthest Thing, che ottiene premi prestigiosi tra cui, il Peggy Ramsay Playwriting Award, the John Whiting Award e il Fringe First Award. I suoi lavori sono riconoscibili per un affondo su temi complessi come il potere, le relazioni familiari e la responsabilità morale, oltre i generi, dal dramma psicologico alla critica sociale. Ha spesso lavorato su testi classici in chiave moderna, come nel caso della trilogia This Restless House, rilettura dell‘Orestea di Eschilo. Tra i suoi ultimi lavori, A Doll’s House di Ibsen con Gillian Anderson come Nora; The Duchess (Of Malfi) per il Royal Lyceum Theatre-Citizens Theatre; Meet Me At Dawn, per il Festival di Edimburgo (rilettura del mito di Orfeo e Euridice, messo in scena in Italia nel 2020 con il titolo Ci vediamo all’alba, traduzione di Monica Capuani, prodotto da Khora. Teatro e Compagnia Mauri Sturno con le attrici Francesca Ciocchetti e Sara Putignano, regia di Silvio Peroni). Nel 2021 Rai Radio3 ha ospitato un suo radiodramma, Il giardino (sempre tradotto da Monica Capuani, con gli attori Francesco Villano e Sonia Barbadoro) con al centro temi come il climate-change e la crisi di coppia. Zinnie Harris è anche sceneggiatrice, regista, direttrice artistica del Royal Lyceum di Edimburgo e insegna drammaturgia e sceneggiatura presso l’Università di St Andrews.
Marco Plini, regista e pedagogo teatrale. Ha curato la regia di numerosi spettacoli prodotti dai principali teatri italiani (Teatro Stabile di Torino, la Biennale di Venezia, il Teatro Stabile dell’Umbria, ERT – Emilia Romagna Teatro, l’Associazione Teatrale MaMiMò e la China National Peking Opera). Dal 1994 al 2013 è stato assistente di Massimo Castri. È docente di ruolo alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano e insegnante presso i corsi di Alta Formazione di ERTe il Dams di Torino. Nel 2024 viene nominato Direttore della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi, dove era già stato coordinatore del corso Regia e direttore ad interim nel 2020, durante il difficile periodo della pandemia.
INFO E PRENOTAZIONI
Biglietto mecenate: €20, per contribuire con una piccola donazione alle attività del MaMiMò.
Biglietto intero €15, biglietto ridotto €13, promo 18-30 anni €11, soci MaMiMò €10.
Per informazioni e prenotazioni: https://CTIR.eventbrite.it, biglietteria@mamimo.it oppure telefonando allo 0522-383178, dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 18.30 e nei giorni di spettacolo.
Dopo il debutto nazionale alla Sala Mercato di Genova, il Centro Teatrale MaMiMò ritorna protagonista della stagione VARIAZIONI da mercoledì 15 Gennaio alle 19.30 presso le Officine Creative Reggiane
COME TRATTENERE IL RESPIRO
Un testo mai rappresentato in Italia per tratteggiare la storia di una apocalisse che quotidianamente sgretola la terra sotto i nostri piedi e della quale siamo sia artefici che vittime.