Come In! il festival di comunità di Forlì cerca volontari

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comune di forlìSi cercano appassionati di storia e di storie per scoprire e raccontare il patrimonio architettonico e culturale della nostra città

FORLÌ – Al via ufficialmente il progetto Come In! Forlì il festival di comunità per valorizzare e aprire luoghi della nostra città coinvolgendo abitanti e comunità nel loro racconto.
Il festival, che si terrà il prossimo 9 – 10 maggio 2020, cerca volontari di tutte le età che vogliono essere coinvolti nella realizzazione dell’evento finale; in particolare sono due le figure che si ricercano: il volontario ricercatore che si occuperà di fare ricerca sulla memoria e sul patrimonio architettonico, e il volontario attivatore che si occuperà di coinvolgere le comunità di abitanti. I volontari in una prima fase saranno accompagnati in un breve percorso formativo curato da realtà culturali locali come Spazi Indecisi, Casa del Cuculo, Fondazione Lewin, l’ordine degli Architetti, Istituto Storico della Resistenza e poi supportati dallo staff del Festival durante tutto il percorso.
È possibile candidarsi per diventare volontario fino al 24 gennaio su www.comeinforli.it .
La prima edizione del festival Come In! Forlì si svolgerà il 9 – 10 maggio 2020 e racconterà e aprirà alla città in collaborazione con i suoi abitanti alcuni luoghi costruiti durante il ventennio, con un’attenzione particolare alle abitazioni del periodo, dalle case popolari fino ai villini.
Il festival nasce all’interno del progetto europeo Come In!, finanziato dal programma di Cooperazione Territoriale Europea URBACT III 2014-2020 di cui il Comune di Forlì è partner insieme a Budapest, Varsavia, Varazdin (Croazia), Gheorgheni (Romania), Plasencia (Spagna), Pori (FInlandia). Obiettivo del progetto è realizzare un festival di comunità ispirato al Festival Budapest 100 un festival annuale finalizzato alla conoscenza del patrimonio storico good practice certificata Urbact.
Obiettivo che il progetto Come In! si propone a Forlì è costruire un festival che permetta di conoscere il patrimonio storico-architettonico locale attraverso il coinvolgimento dei cittadini ed in particolare di fasce sociali vulnerabili, come anziani o giovani, abitanti di case popolari, stimolando inclusione sociale e un senso di comunità più forte, che renda tutti più responsabili ed attivi verso il proprio territorio.