PARMA – La variabilità delle piogge nella Regione Mediterranea è strettamente controllata dalle variazioni di temperatura dell’area Artica. Lo dimostra, con un’accuratezza mai raggiunta in passato, lo studio “Central Mediterranean rainfall varied with high northern latitude temperatures during the last deglaciation” (link: https://www.nature.com/articles/s43247-022-00509-3) recentemente pubblicato su “Communications Earth & Environment”. Primo firmatario del lavoro è il ricercatore dell’Università di Parma Andrea Columbu.
Gli effetti dei cambiamenti climatici sono ormai evidenti anche nell’area Euro-Mediterranea. Periodi di caldo estremo e siccità prolungata sono sempre più frequenti, come pure le piogge eccezionalmente intense concentrate in poche ore. Ambiente, società ed economia ne subiscono le conseguenze dirette: dalle alluvioni al collasso dei ghiacciai, dai fiumi in secca all’esaurimento di falde acquifere e ai raccolti a rischio, per citarne solo alcune.
Il clima della regione Mediterranea è direttamente controllato da ciò che avviene nell’Oceano Atlantico e nell’area Artica. Se queste aree si scaldano (o si raffreddano), il clima Mediterraneo reagisce di conseguenza, sia per quanto riguarda le temperature sia per le precipitazioni. Questo è un meccanismo molto complesso che coinvolge la distribuzione del calore, dell’umidità e delle masse atmosferiche dal settore atlantico/artico verso il continente euroasiatico.
Se è ora fuori da ogni dubbio che i cambiamenti climatici attuali siano causati dall’azione dell’uomo, nel passato geologico si possono trovare degli eventi naturali “simili”. Nello studio pubblicato su “Communications Earth & Environment” il focus è la fine dell’ultimo periodo glaciale, circa 12 mila anni fa. In questa fase climatica un rapido aumento delle temperature causò lo scioglimento della coltre glaciale che, ai tempi, si estendeva su ampie porzioni dell’Europa. Grazie all’analisi geochimica di una stalagmite pugliese, si è potuto constatare che il clima dell’area Mediterranea centrale rispondeva in maniera sincrona allo scioglimento delle calotte glaciali durante l’ultima deglaciazione. All’aumento di temperatura nell’area Artica corrispondeva un aumento di piovosità nel Mediterraneo centrale, e viceversa quando l’Artico attraversava periodi di raffreddamento.
La prosecuzione della ricerca permetterà di approfondire le dinamiche dell’aumento di piovosità. Ad esempio: le piogge erano concentrate in pochi ma eccezionali eventi oppure ben distribuite stagionalmente?
Questo procurerà ulteriori informazioni riguardo il controllo che l’Artico esercita sul clima Mediterraneo.
Al via il bando per il progetto Home Visiting RIMINI - Il Comune di Rimini…
Sabato 5 ottobre cena benefica ad Oltre Lab PARMA - Prosegue la rassegna “Quartieri in…
Domenica 6 ottobre, alle 18, percorso per conoscere la vita e i miracoli del santo…
“Sound as time” è coordinata dal musicista norvegese Ingar Zach e aperta a percussionisti e…
PARMA - C’è tempo fino al 15 ottobre per iscriversi, attraverso la piattaforma ParmaPartecipa, ai Laboratori di…
RIMINI - L'Agenzia per la sicurezza territoriale e Protezione Civile della Regione, relativamente agli eventi…
L'Opinionista © 2008 - 2024 - Emilia Romagna News 24 supplemento a L'Opinionista Giornale Online
reg. tribunale Pescara n.08/2008 - iscrizione al ROC n°17982 - P.iva 01873660680
Contatti - Archivio news - Privacy Policy - Cookie Policy
SOCIAL: Facebook - Twitter