Bologna

Cinque proposte per una politica nazionale della Casa

Dalle 11 Città riunite a Bologna insieme all’Anci nazionale

BOLOGNA – Le Assessore e gli Assessori alla Casa di 11 città italiane a Bologna insieme all’Anci nazionale hanno discusso delle priorità in tema di politiche per la casa ed emergenza abitativa, per sollecitare il Governo nazionale a tornare protagonista.

Negli ultimi vent’anni un progressivo processo di regionalizzazione delle politiche sulla casa, in parte conseguenza di alcuni dispositivi legislativi – tra gli altri i decreti Bassanini e la riforma del Titolo V della Costituzione – ha determinato una frammentazione delle politiche per la casa – e in particolare dell’Edilizia Residenziale Pubblica – e un sostanziale disimpegno dello Stato verso politiche urbane integrate.

Questi i temi al centro dell’evento “Un’alleanza municipalista per una politica nazionale sulla casa” che ha aperto la seconda giornata di della tre giorni “Abitare, Salute e Conoscenza per la Grande Bologna”.
Allo IAAD di via Jacopo Barozzi si sono ritrovati le Assessore e assessori alla Casa: Benedetta Albanese (Firenze), Francesca Benciolini (Padova), Ettore Brianti (Parma), Luisa Ceni (Verona), Emily Marion Clancy (Bologna), Maria Rosa Devecchi (Lodi), Laura Lieto (Napoli), Pierfrancesco Maran (Milano), Marzia Marchesi (Bergamo), Jacopo Rosatelli (Torino), Andrea Tobia Zevi (Roma).

Ma com’è possibile che una persona abbia meno o diversi diritti nell’accesso a un servizio pubblico fondamentale, in base alla Regione di residenza?
Un processo di regionalizzazione e disimpegno dello Stato che è avvenuto mentre rilevanti criticità ed emergenze legate alla casa sono aumentate.
Basti solo accennare ad alcuni fenomeni emergenti che accomunano molte di queste città di medie e grandi dimensioni. Dagli affitti brevi per uso turistico, che stanno progressivamente impattando sull’intero sistema abitativo, alla comunità degli studenti universitari fuori sede che spesso vedono negato il loro diritto all’istruzione superiore perché i costi dell’abitare sono insostenibili. Dalla paradossale e troppo lunga vicenda degli immobili dismessi di proprietà di enti statali o parastatali – autentici buchi neri nelle città – alle esigenze dei cittadini migranti, o fruenti di protezione internazionale, che vengono scaricate sui comuni.
Dal progressivo impoverimento delle famiglie, specialmente di quelle che vivono in affitto, all’invecchiamento della popolazione, spesso sola, che genera anche nuovi bisogni abitativi.
Per ricomporre questi problemi e ricucire queste divergenze sono necessarie azioni concrete alla scala nazionale, cioè a quella dimensione funzionale a garantire identici diritti e al contempo a riconoscere diversità territoriali: sia iniziative legislative che politiche finanziarie.
Perché i comuni, in prima linea, hanno già pagato con un costo ormai insostenibile questo disimpegno.

Le 11 città riunite a Bologna concordano su 5 punti che diventano una proposta per il Governo:

1) Una legge quadro sull’Edilizia Residenziale Pubblica e Sociale, che restituisca uniformità territoriale nei diritti di accesso e permanenza all’edilizia pubblica e riconosca il diritto alla casa tra i Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali. Una Legge abbinata al rifinanziamento del programma di interventi per il recupero e la razionalizzazione degli immobili e degli alloggi di edilizia residenziale pubblica (Erp), recuperando anche le residue 112 proposte del Programma innovativo per la qualità dell’abitare (PINQUA) in attesa dei finanziamenti che sono state dichiarate “ammissibili con riserva” e già valutate positivamente dall’Alta Commissione.
Una norma che preveda il trasferimento delle risorse direttamente ai Comuni o alle Città metropolitane; anche introducendo un sistema stabile di credito d’imposta (con possibilità di cessione) per la manutenzione delle case popolari con una prospettiva decennale. Una legge che stimoli e sostenga anche la nascita di un soggetto come le Housing associations cioè un settore d’impresa sociale che si inserisca in quello spazio vuoto – tra Stato e Mercato – per produrre, acquisire e gestire edilizia sociale per le differenti domande emergenti, capace di mettere al centro non solo la casa ma anche l’abitare, cioè l’insieme dei servizi “di accompagnamento” alla casa.

2) L’assegnazione gratuita ai Comuni degli immobili (aree ed edifici) di enti statali o parastatali inutilizzati, da destinare alla realizzazione di politiche per l’abitare, di contrasto all’emergenza abitativa e alla realizzazione di interventi per l’edilizia studentesca, con la previsione di un Fondo per l’adeguamento e la messa in sicurezza degli immobili così assegnati.

3) Il rifinanziamento del Fondo nazionale locazione e del Fondo nazionale morosi incolpevoli, quali strumenti continuativi di supporto agli affitti.

4) Una legge nazionale di regolamentazione delle piattaforme turistiche, per governare gli impatti negativi generati sul sistema abitativo dal mercato degli affitti brevi turistici.

5) Una misura nazionale che riconosca strutturalmente l’emergenza abitativa e l’homelessness come fragilità cui dedicare interventi e risorse.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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