PARMA – La presenza di Banco Alimentare alla prossima edizione di Cibus quest’anno ha una particolare urgenza rappresentata dalla necessità di sensibilizzare le aziende a donare le proprie eccedenze, fin da subito, per far fronte all’attuale momento di difficoltà legato agli approvvigionamenti di cibo per le tante famiglie in povertà alimentare. Sebbene il 2024 si sia aperto con le stesse medie di alimenti recuperati dall’Industria, dalla Grande Distribuzione e dalla Ristorazione Collettiva, in questi mesi si stanno riscontrando significativi cali degli acquisti pubblici di derrate alimentari destinate agli indigenti, a causa di lungaggini burocratiche e amministrative.
“In Italia, la crescita della povertà è un dato purtroppo consolidato,” commenta Giovanni Bruno, presidente della Fondazione Banco Alimentare. “La realtà è di 5,7 milioni di persone che vivono in condizioni di povertà assoluta. Auspicando che ritardi e inefficienze pubbliche non aggravino ulteriormente le difficoltà delle persone bisognose e delle organizzazioni come la nostra che operano per sostenerle, facciamo un accorato appello alle numerose aziende partecipanti a Cibus. Le invitiamo a donare le proprie eccedenze durante la manifestazione a e far sì che diventi una pratica stabile all’interno dei loro processi aziendali, con benefici tangibili sul piano della sostenibilità.“
Lotta allo spreco alimentare a Cibus
Banco Alimentare presidierà la manifestazione fieristica con uno stand, per incontrare le aziende della filiera sensibilizzandole sui benefici della donazione di eccedenze di produzione, che possono trasformarsi in una risorsa per 7.600 organizzazioni partner territoriali convenzionate (mense, centri di accoglienza, case-famiglia, etc.) che offrono aiuto alimentare a oltre 1.750.000 persone in difficoltà.
Banco Alimentare recupererà i prodotti che gli espositori aderenti all’iniziativa Cibus Food Saving sceglieranno di donare, per distribuirli alle organizzazioni caritative convenzionate in Emilia Romagna, che aiutano le persone in difficoltà sul territorio. Lo scorso anno sono state recuperate 7 tonnellate di alimenti – pari a 14,91 tonnellate di CO2 non emessa – che corrispondono a 14.000 mila pasti donati.
Inoltre, Fondazione Banco Alimentare ha in programma – l’8 maggio alle 10.00 – una Tavola Rotonda, aperta dal Prof. Franco Mosconi, Presidente di Fiere di Parma, per illustrare e commentare i risultati dell’Indagine sulle eccedenze e sullo spreco alimentare nell’industria della trasformazione, realizzata dal Food Sustainability Lab della School of Management del Politecnico di Milano, con un’integrazione a cura di Fondazione per la Sussidiarietà. Interverranno: Paola Garrone – Professoressa di Business and Industrial Economics e Responsabile Scientifico del Food Sustainability Lab della School of Management del Politecnico di Milano, Giorgio Vittadini – Presidente Fondazione per la Sussidiarietà, Andrea Belli – Relazioni Esterne del Gruppo Barilla, Andrea Benini – Consigliere Delegato alla sostenibilità di GranTerre spa, Giuseppe Tammaro, Direttore Vendite Italia di Gruppo La Doria e un contributo video di Nestlé che racconta come un processo efficiente e strutturato porta a donare di più e meglio per supportare le nostre comunità.
RISULTATI INDAGINE SULLE ECCEDENZE E SULLO SPRECO ALIMENTARE NELL’INDUSTRIA DELLA TRASFORMAZIONE
Il progetto triennale di ricerca avviato da Fondazione Banco Alimentare con l’obiettivo di indagare il tema delle eccedenze, del recupero e della donazione nella filiera agroalimentare, è partito con l’analisi dell’industria della trasformazione: con un campione di 1.812 imprese, pari a poco più del 22% delle 8.197 imprese dell’industria con più di 9 addetti, suddivise in tre classi dimensionali: 72,6% piccole (da 10 a 49 dipendenti), 19,8% medie (da 50 a 249 dipendenti) e 4% grandi (da 250 dipendenti). Sono 139.000 tonnellate le eccedenze donate in un anno da grandi e medie imprese dell’industria italiana della trasformazione e pasta e prodotti da forno guidano la classifica degli alimenti più donati. “La ricerca ha evidenziato che la donazione di eccedenze alimentari a scopo sociale è molto diffusa nell’industria italiana della trasformazione. Per molte imprese le quantità donate sono importanti e regolari, grazie a una gestione strutturata delle eccedenze. Un altro risultato che va citato è il circolo virtuoso che esiste tra donazione a scopo sociale e le pratiche di economia circolare” afferma Paola Garrone, Professoressa di Business and Industrial Economics e Responsabile Scientifico del Food Sustainability Lab della School of Management del Politecnico di Milano. L’indagine ha evidenziato tre gruppi di trasformatori alimentari molto diversi per strutturazione dei processi di gestione delle eccedenze, delle donazioni e per qualità dei dati.
L’85% delle grandi imprese dona le eccedenze con un tasso di donazione dello 0,3% della produzione, pari a 29.200 tonnellate per anno. Le grandi imprese della trasformazione si confermano una realtà consolidata nella gestione delle eccedenze (il 64% le misura regolarmente) e nelle donazioni grazie a processi strutturati e formalizzati. Il 60% delle medie imprese dona le eccedenze (il 24% con donazioni frequenti), con un tasso di donazione dello 0,8% della produzione, pari a 109.434 tonnellate per anno. Le medie imprese della trasformazione sono un potenziale importante che necessita di rafforzare al proprio interno le competenze di gestione delle eccedenze, il 39% le misura regolarmente. Il 52% delle piccole imprese dona le eccedenze (il 15% con donazioni frequenti), con un tasso di donazione dell’1,2% della produzione, pari a 139.981 tonnellate per anno. Il 26% delle piccole aziende misura le eccedenze ma con dati di gestione incerti, per questo rappresentano un mondo ampio e differenziato al proprio interno e costituiscono una realtà ancora emergente nel mondo della donazione. È emersa una stretta correlazione tra la donazione a scopo sociale e strategie di economia circolare: donazione, riuso, riciclo e recupero sono complementari nel perseguimento dell’obiettivo condiviso di prevenire spreco e rifiuti. Tra le aziende che donano, il 75% mette in atto anche altre forme di riuso, contro il 52% delle aziende che non donano.
“Emerge un grande impegno solidale delle imprese alimentari italiane in un momento in cui resta elevato il numero di persone che hanno difficoltà a nutrirsi adeguatamente”, afferma Giorgio Vittadini, Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, “Si tratta di una scelta consapevole, guidata dal radicamento nei territori in cui le aziende operano, frutto di una cultura sussidiaria diffusa. Lo conferma il fatto che lo sforzo solidale abbraccia tutte le aree del paese”.
FOCUS EMILIA ROMAGNA
Nel 2023 Banco Alimentare dell’Emilia Romagna ha distribuito 10.743 tonnellate. Al 31 dicembre le strutture caritative erano 728 e attraverso queste il Banco raggiunge oltre 133.000 persone in stato di bisogno. Donate 2.979 tonnellate dall’industria alimentare locale.
Dall’analisi del Politecnico di Milano, svolta su un campione che rappresenta l’industria alimentare della trasformazione alimentare in Italia, il 10% delle imprese risiede in Emilia Romagna. Tra le 182 imprese emiliano-romagnole del campione, il 50% pratica la donazione per fini sociali.
In maniera coerente con i risultati nazionali, il 73% delle grandi imprese dona le eccedenze e il 67% le misura regolarmente; il 58% delle medie imprese ha dichiarato di fare donazioni e il 61% misura regolarmente le eccedenze; il 44% delle piccole imprese dona le eccedenze e il 33% le misura regolarmente. La classifica dei prodotti più donati vede al primo posto insaccati e carne, seguiti da pasta e prodotti da forno, latte e i prodotti caseari, infine l’ortofrutta.
Si conferma una stretta correlazione tra la donazione a scopo sociale e strategie di economia circolare. In particolare, tra le aziende che donano il 38% mette in atto anche altre forme di riuso, una quota che scende al 28% tra le aziende che non donano.