Necessari alternative ed indennizzi
MODENA – La laconica missiva con la quale l’Anas ha annunciato la chiusura del ponte di S. Ambrogio per sei mesi è testimonianza di una offensiva mancanza di rispetto nei confronti della comunità. È inaccettabile che Anas non abbia prima cercato un confronto per valutare modalità di intervento meno impattanti.
Modena, per le sue caratteristiche economiche e geografiche, ha assolutamente bisogno di una rete stradale che consenta spostamenti continui, e senza dubbio il ponte della via Emilia sul Panaro è il più importante snodo per la viabilità locale sull’asse est, tant’è vero che sul quel ponte transitano 25.000 veicoli al giorno.
E non si tratta solo di spostamenti legati all’economia: su quella strada ogni giorno circolano 1.500 studenti, limitandoci a quelli di Castelfranco. Su quella strada transitano cittadini che si recano a visite mediche, talvolta ambulanze e vigili del fuoco: che ritardi accumuleranno questo tipo di interventi? Con quali rischi, oltre che disagi facilmente intuibili, per la collettività?
Non secondaria è la questione delle attività che operano in quel tratto di via Emilia che subirà una forte contrazione del traffico e, al contrario, della situazione che si verrà a creare nelle zone dove si riverserà il traffico in direzione est-ovest, ovvero Nonantola e la via Vignolese, con l’attraversamento di San Cesario e Spilamberto.
Queste sono le ragioni per le quali CNA, Lapam, Confcommercio e Confesercenti, condividendo le preoccupazioni manifestate al Prefetto dalle amministrazioni comunali coinvolte, chiedono di valutare la possibilità di evitare la chiusura completa del ponte ricorrendo a lavori notturni o, in alternativa, all’istituzione di un senso unico alternato come avveniva a Bomporto prima della realizzazione del nuovo ponte.
In ogni caso riteniamo opportuno prevedere la gratuità per i residenti di Castelfranco Emilia e San Cesario sulla tratta autostradale Modena Nord e Sud-Valsamoggia in entrambe le direzioni, oltre che agevolazioni fiscali per le attività che, a causa della chiusura, dovessero registrare una riduzione degli incassi e un aumento dei costi.
“Ci permettiamo però un’ultima considerazione – concludono Lapam, CNA, Confesercenti e Confcommercio – se l’intervento è talmente urgente da richiedere condivisibili interventi di consolidamento di questa importanza, che rischi ha corso sino ad oggi chi è transitato e chi transiterà sino al 1° luglio sul ponte di Sant’Ambrogio, una struttura di cui da anni abbiamo denunciato l’importanza e lo stato di obsolescenza? Quante altre strutture sono in condizioni simili sul territorio? Ecco perché riteniamo indispensabile prevedere una continua attività di monitoraggio e manutenzione: la prevenzione è sempre meno costosa ed impattante dell’intervento di urgenza”.