Cesena, solidarietà e inclusione ai tempi del Coronavirus

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La cooperativa Cils aderisce alla campagna social #Noicisiamo

CESENA – In questo periodo difficile nel quale i rapporti umani avvengono soprattutto tramite uno schermo e la socialità è ridotta al minimo, la cooperativa sociale Cils, da 45 anni impegnata per l’inclusione lavorative di persone con disabilità, ha deciso di aderire al progetto #Noicisiamo, lanciato nei giorni scorsi da Legacoopsociali e condiviso sui propri canali social, Facebook e Instagram, con il post che informa:

Per limitare la diffusione del Covid-19 abbiamo adottato misure che hanno limitato i servizi che portano benessere sociale alla nostra comunità.

Ma continuiamo, in tutti i modi utili possibili, il nostro lavoro: chi da casa, con lo smart-working, chi continua sul campo in conformità con le normative, per cercare di essere comunque vicini a tutti.

Alla nostra comunità, al nostro territorio, sempre: questo è essere una Cooperativa Sociale, questa è la caratteristica del nostro settore.

In queste giornate, nei centri residenziali, non essendo ammesse visite o attività di relazione, la normalità per i “ragazzi” ospiti, come gli operatori preferiscono chiamarli, assume una nuova identità dettata dalle condizioni straordinarie.

Nelle parole di Mauro Montanari del CSRR “Renzo Navacchia” di Via Boscone: “Siamo quelli che inventano laboratori di cucina, improvvisano karaoke e tornei di carte, mettono in piedi laboratori di mosaico, fanno diventare una passeggiata avventurosa anche il tratto del vialetto da percorrere tutti i giorni per portare fuori la raccolta differenziata.

Dobbiamo nello stesso momento svolgere il nostro compito di assistenza, incoraggiare e sostenere i nostri ospiti, consolare ogni paura e sforzarci di essere la cosa più vicina a un famigliare visto che ora ci siamo davvero solo noi per loro”.

Un’esperienza di solidarietà e inclusione piena di momenti emozionanti: “Siamo quelli – continua Montanari – che sdrammatizzano con una battuta, quelli a cui costa non abbracciarli quando sappiamo quanto ne avrebbero bisogno, quelli che anche se la bocca non si vede perché è coperta dalla mascherina, sorridono con gli occhi. Siamo quelli che devono essere forti anche per loro, che passerà presto e saremo ancora più forti di prima”.

In sintesi, Montanari spiega: “Come spesso succede, anche le situazioni negative regalano risvolti belli. Stiamo imparando a unire le forze e fare squadra tutti assieme. I nostri centri, che siano diurni o residenziali, non sono mai stati così vicini. Tutti diversi ma uguali, questo è il motto della nostra cooperativa. E dopo tutto questo, quando tutto questo sarà finito, sarà ancora più vero”.

Dal CSRR “Fabio Abbondanza”, Luigi Bray aggiunge: “Forse in questi giorni, in comunità, a parte le due parole “corona-virus”, inflazionate, è rimasto quasi tutto uguale. Ci rimane da riflettere su quel quasi. Su come i ragazzi si siano adeguati a questa nuova situazione di “arresti domiciliari”, a come si sono dovuti reinventare. Attività nuove, tempi nuovi, ritmi forse più rallentati”.

E se è difficile per tutti gestire queste giornate, ancora di più per persone che hanno bisogno dell’aiuto e del contatto con gli altri: “Forse tutti – prosegue Bray – stiamo facendo i conti con il tempo da gestire. Se prima ci lamentavamo di non aver tempo, adesso ne abbiamo fin troppo. E chi pensa che il nostro sia un lavoro monotono, forse non lo conosce bene o lo sottovaluta. Ho visto i miei colleghi inventarsi balli, canti, mascherine e arcobaleni. Il tempo, al tempo del corona virus. Ci toccherà ripensarci quando tutto ciò sarà finito”.

Testimonianze di un presente e un futuro quantomeno incerti che portano Bray a dichiarare: “Da parte mia ho scoperto che far parte di una comunità è un’esperienza esaltante. Tutti senza dircelo abbiamo e stiamo lavorando insieme, con un grande senso di gruppo. Perché è proprio così che si fa, sempre. Figuriamoci al tempo del corona virus”.