Forli Cesena

A Cesena Gianfranco Miro Gori presenta il libro “Le radici di Fellini romagnolo del mondo”

Sabato 12 novembre, ore 17, nell’ Aula Magna della Biblioteca Malatestiana

CESENA – Sabato 12 novembre, alle ore 17, nell’Aula Magna della Biblioteca Malatestiana, Gianfranco Miro Gori presenterà il suo ultimo libro “Le radici di Fellini romagnolo del mondo”, edito dalla Società “Il Ponte Vecchio”. A dialogare con l’autore saranno Antonio Maraldi e Paolo Turroni.
Il libro racconta le immagini e i suoni della storia del famoso regista riminese, che ha trovato il suo apice in “Amarcord”, film scritto insieme al grande Tonino Guerra.

“Alla fine degli anni Trenta – racconta Miro Gori – Federico Fellini lascia la piccola patria (Rimini e più in generale la Romagna), non ancora ventenne. Intende dedicarsi al giornalismo, alla scrittura. Diventa invece il favoloso regista amato dai critici più sofisticati e dal pubblico comune. Allo stesso tempo la partenza insinua in lui il desiderio di tornare nella finzione cinematografica che rappresenta la sua “verità” più intima e profonda. Per questo assai spesso viene definito “regista di Rimini” o “romagnolo”, non banalmente per la casualità di una nascita ma perché i suoi film intrattengono stretti legami con la terra natia che, come un fiume carsico, splende, altre volte si cela. Fellini fonda sul ricordo dell’infanzia e della giovinezza buona parte del suo cinema”.

Nato a San Mauro Pascoli /(di cui è stato anche Sindaco dal 2004 al 2014), Gianfranco Miro Gori, dopo gli studi classici si è laureato in filosofia all’Università degli Studi di Bologna e ha conseguito il dottorato di ricerca in storia e filologia del cinema nello stesso ateneo.
Nel 1986 ha fondato la Cineteca del Comune di Rimini, dirigendola fino al 2012.
Oltre al regista Federico Fellini, si è occupato dello sceneggiatore e poeta dialettale Tonino Guerra, del musicista Secondo Casadei e del poeta Giovanni Pascoli.
Tra le sue pubblicazioni, un romanzo “Senza Movente” e quattro raccolte di poesie in dialetto: Strafócc” (Chiamami Città, Rimini, 1995), “Gnént”(Pazzini, Verucchio, 1998), “Cantèdi” Mobydick, Faenza, 2008) e “E’ cino, la gran bòta, la s-ciuptèda” (Fara, Rimini, 2014).

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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