Cersaie, Europauditorium al completo per la Lectio magistralis del Premio Pritzker 2024 Riken Yamamoto

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BOLOGNA – Protagonista a Cersaie 2024 è la grande architettura di Riken Yamamoto, Premio Pritzker 2024, che con la sua Lectio magistralis ha incantato i 1200 presenti all’Europauditorium del Palazzo dei Congressi di BolognaFiere.

Il Presidente della Commissione Attività Promozionali e Fiere di Confindustria Ceramica Emilio Mussini ha introdotto la conferenza, parte del programma culturale di Cersaie “Costruire, abitare, pensare” sottolineando con orgoglio che “la cultura del progetto fa parte del mondo che gravita intorno all’industria ceramica italiana. Il programma, in quindici anni ha ospitato centinaia di relatori appartenenti al mondo dell’architettura e del design di influenza internazionale, tra cui 12 Premi Pritzker – ha continuato Mussini – ma è la prima volta che abbiamo il privilegio di ospitare il vincitore del Pritzker in carica”.

Per celebrare la presenza di Riken Yamamoto, insignito del Premio nella primavera di quest’anno, è stato proiettato in anteprima mondiale il docu-film, prodotto dal Pritzker Prize, che include il discorso integrale della cerimonia di premiazione a Chicago, oltre a riflessioni e commenti di molti premiati del passato e degli attuali giurati, fornendo una perfetta presentazione dell’architetto giapponese e del suo modo di concepire l’architettura.

Nella sua lezione, Riken Yamamoto ha mostrato alcune delle sue opere più importanti: The Circle Convention Center a ridosso dell’aereoporto di Zurigo, un multiforme polo per l’ospitalità, la convegnistica, gli eventi e il commercio, completato nel 2022, il cui progetto si basa sui concetti di “vicolo” e “piazza”; il Taoyuan Museum a Taiwan, di grandi dimensioni, dove la costruzione degli spazi, grazie alle aperture realizzate nel progetto, si integrano con l’ambiente esterno; il Municipio di Fussa, caratterizzato da due torri, rivestite al loro esterno e nella pavimentazione di ceramica rossa, con una piazza al centro, un luogo esterno che la comunità possa vivere liberamente; il Museo di Yokosuka, la cui anormalità è data dal fatto che la parte espositiva si trova nella zona ipogea, sovrastata da un grande ristorante, la cui configurazione rappresenta un altro spazio aperto rivolto alla città.
Infine Yamamoto ha illustrato il primo progetto da lui curato, realizzato all’inizio della sua carriera, Villa a Yatsugatake, in cui già era racchiusa l’essenza della sua architettura. Una struttura piccola interamente aperta all’ambiente circostante, in cui è stato creato un collegamento con l’esterno: uno spazio in cui chiunque può accedere nonostante si tratti di un’abitazione privata.

” Tutte le opere mostrate sono architetture il più aperte possibile nei confronti dell’esterno, dello spazio pubblico” sottolinea Riken Yamamoto. “La mia architettura cerca di realizzare quanti più luoghi possibili in cui le persone possano entrare liberamente, cercando di creare una continuità con lo spazio esterno, la dimensione pubblica. Quando si riesce a creare uno spazio realmente aperto, le persone possono utilizzare questi luoghi proprio come ambiente pubblico. Creando architetture proiettate verso l’esterno, realizzandone sempre di più, io credo sia possibile cambiare il mondo”.