FERRARA – Venerdì 10 agosto alle 10, al cippo collocato in Certosa sul muro antistante il tempio di San Cristoforo (via Borso 50), alle presenza delle autorità civili, militari e religiose e del vice sindaco Massimo Maisto, si terrà la cerimonia che ricorda gli antifascisti e i partigiani che furono uccisi nei due eccidi, quello del 10 agosto 1944, che colpì Tersilio Destino Sivieri, Guido Droghetti, Amleto Piccoli, Gaetano Bini, Romeo Bighi, Renato Squarzanti, Guido Fillini, uccisi dai fascisti, e quello del 20 agosto 1944 perpetrato dai tedeschi ai danni dei partigiani Donato Cazzato e Mario Zanella che erano stati loro consegnati dal commissario di Polizia Carlo De Sanctis. Tutti i nove uomini, appartenenti all’organizzazione resistenziale locale, erano stati collegati all’uccisione del maresciallo Mario Villani, tristemente famoso in città per la crudeltà con la quale conduceva gli interrogatori di antifascisti e partigiani, avvenuta il pomeriggio dello stesso 10 agosto 1944, alle 15.45 in via Formignana, all’altezza di via Carlo Mayr, davanti alla Chiesa di san Camillo.
Dopo la morte di questo gruppo di partigiani e la deportazione nei campi tedeschi e dell’impero di molti altri valorosi partigiani tra i quali Cerere Bagnolati, la coraggiosa gappista ferrarese, per la Resistenza estense ebbe inizio un momento di grande difficoltà che vide calare clamorosamente sia le azioni armate sia quelle di sabotaggio.
Il gruppo individuato e gli altri compagni di quella organizzazione, nel 1944, avevano messo in atto diverse operazioni armate che avevano visto, oltre a quella del Villani, altre uccisioni di appartenenti alla RSI, sabotaggi e diversi attentati, come ad esempio quello all’ufficio di collocamento tedesco a San Giorgio.
Si tratta di figure, come ad esempio quella di Donato Cazzato, leccese arrivato a Ferrara in aprile del 1943 con la divisione Ariete di Cadorna e rimasto a Ferrara a combattere i fascisti o quella di Renato Squarzanti, il giovane comunista ferrarese accusato dalla questura fascista di diverse azioni di contrasto alla RSI, caratterizzate da un grande coraggio e guidate dalla volontà di costruire un paese giusto e libero.
Raccontarli è fondamentale per ricordarci quanto si impegnarono, lottarono e soffrirono senza preoccuparsi di ciò che purtroppo a diversi di loro accadde, la possibilità di perdere la vita.
Il 10 agosto le istituzioni, le associazioni di arma e l’ANPI li ricorderanno in Certosa dove persero la vita dopo che, come ricordarono molti famigliari dopo aver dovuto riconoscere i corpi, erano stati torturati ferocemente da De Sanctis e dalla sua squadra.
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