FERRARA – Tra il 10 ed il 20 agosto 1944 nove patrioti ferraresi furono trucidati all’interno della Certosa cittadina. A ricordo di quei tragici eventi fu apposto un cippo sul muro antistante il Tempio di S. Cristoforo dove, lunedì 12 agosto 2019 alle 10, si svolgerà una cerimonia per onorare la memoria dei caduti. Prevista la deposizione di una corona e gli onori militari alla presenza di Autorità civili, militari e religiose. Per l’Amministrazione comunale di Ferrara parteciperà l’assessora alle Politiche Giovanili Micol Guerrini. E’ inoltre in programma un breve intervento storico di Antonella Guarnieri responsabile del Museo comunale del Risorgimento e della Resistenza.
L’iniziativa, coordinata dal Comune di Ferrara, è a cura del Comitato per le celebrazioni degli Eccidi della Certosa.
LA SCHEDA (a cura della storica Antonella Guarnieri) – La notte del 10 agosto 1944, in piena seconda guerra mondiale ed occupazione nazi-fascista, a Ferrara, presso la Certosa, vengono uccisi sei uomini, tutti appartenenti alle file del PCI, allora clandestino.
La motivazione della loro fucilazione, avvenuta dopo torture inimmaginabili e documentate dallo stato indescrivibile in cui i familiari trovarono i cadaveri presso l’obitorio prima della tumulazione, era quella di una rappresaglia per l’uccisione, da parte di un GAP (Gruppo di Azione Partigiana) del Maresciallo di Ps Mario Villani, tristemente noto alla cittadinanza per la violenza con cui esercitava il proprio incarico.
I sette uomini, Gaetano Bini, Guido Droghetti, Tersilio Sivieri detto Destino, Amleto Piccoli, Guido Fillini, Renato Squarzanti, non avevano fatto parte dell’operazione che aveva portato all’uccisione di Villani, essendo già in carcere, e vengono sacrificati per la loro appartenenza all’organizzazione scoperta pochi giorni prima all’interno della fabbrica della gomma sintetica.
La notte del 20 agosto 1944, un nuovo eccidio viene compiuto sempre nei pressi della Certosa: ad essere fucilati, dopo inimmaginabili torture, Donato Cazzato, di Acquarica del Capo (Lecce) e il veneto Mario Zanella, accusati di essere gli autori, insieme a Mario Bisi, inspiegabilmente suicidatosi in carcere, secondo quanto disse il vice questore De Sanctis, mentre era ammanettato.
Entrambi gli eccidi vennero compiuti senza che venisse emessa nessun tipo di sentenza da parte degli organi competenti.
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