RIMINI – Sono stati 220 gli studenti premiati mattina al teatro degli Atti dalla vicesindaca di Rimini, all’interno della “Cerimonia dei traguardi”. Una nuova concezione per quella che era già conosciuta negli anni precedenti come “cerimonia dei cento”, facendo riferimento al voto massimo ottenuto nell’esame di maturità.
Perchè la “cerimonia dei traguardi”
A spiegarlo è stata la stessa vicesindaca Chiara Bellini, “il traguardo non è il voto ma l’impegno per completare il percorso, e per questo da quest’anno abbiamo pensato di premiare non solo chi ha ottenuto 100, ma anche tutti quelli hanno dimostrato un particolare impegno, nonostante condizioni non sempre facili. Il traguardo di ognuno di voi è stato possibile anche grazie ai traguardi dei vostri compagni e compagne, dei vostri insegnanti. Traguardi al plurale, perché ci siete arrivati insieme, non a caso lo avete ottenuto all’interno di una classe. Plurale perché lo avete ottenuto grazie anche a chi è stato più in difficoltà, e perché nella vostra vita siate disponibili a superare altri traguardi ed aiutare altre persone a superare i loro traguardi. La vostra esperienza vi serva anche per sostenere i vostri amici e vostre amiche, non solo a scuola e nella formazione ma anche nella vita”.
“Voi stessi – ha proseguito poi Chiara Bellini – per essere oggi qui avete dovuto affrontare un percorso fatto di più ostacoli e circostanze particolari, scolastiche certo ma anche private. Basti pensare al covid, che ha inciso ben oltre ai disagi della didattica, nessun adulto potrà mai capire cosa sia significato per voi restare a casa, separati dagli altri, a seguire la didattica e gli amici attraverso uno schermo. Per questo i traguardi che avete raggiunto sono molteplici, e molto più importanti del già significativo risultato finale”.
“Si è parlato molto ultimamente sul tema del merito- ha concluso la Bellini – con il cambio di denominazione da parte del nuovo Governo del ministero, diventato della pubblica istruzione e del merito. Sebbene il merito sia importante e vada riconosciuto, come noi facciamo oggi, se avessi potuto io cambiare il nome, avrei inserito al fianco della pubblica istruzione, la denominazione delle pari possibilità. Tutti devono essere nelle condizioni di partire da una stessa base di possibilità, altrimenti è difficile capire dove sia effettivamente il merito. Coltivate le vostre passione e interessi, non lasciatevi mai dire dagli altri che qualcosa che a voi appassiona, non valga. In futuro può diventare il vostro mestiere, ci vuole passione e impegno. Concludo citando una frase appesa in un quadro nella casa museo di Sigmund Freud: “gli adulti felici sono quelli che realizzazno i desideri di quando erano bambini”. Ecco, il mio augurio di oggi è che voi possiate realizzare i vostri desideri.”
La cerimonia è stata intervallata da letture e monologhi a cura di Francesco Montanari e Armida Loffredo.
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