Bologna

Cerimonia a Villa Torchi in memoria dei sette bambini vittime dell’attentato alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980

BOLOGNA – “Anche quest’anno in veste di Vice Presidente, ho avuto il piacere di portare i saluti e i ringraziamenti dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna agli organizzatori e alle tantissime persone presenti alla cerimonia dell’1 agosto a Villa Torchi, in cui si ricordano i sette bambini vittime del criminale attentato di matrice fascista-piduista alla Stazione di Bologna, una strage che fece 85 vittime e oltre 200 feriti.

Questa toccante cerimonia è il ‘prologo’ alla manifestazione che si tiene ogni 2 agosto per “NON DIMENTICARE”, come recita lo striscione che anche domani aprirà il corteo che attraversa il cuore di Bologna fino alla Stazione.

Ricordo ancora, come credo tutti i bolognesi, dove mi trovavo quel tragico 2 agosto 1980: ero alla stazione ferroviaria di Ravenna in attesa di mia sorella che arrivava proprio da Bologna. Si diffuse la voce dello scoppio di una caldaia a gas. Ma devo dire che per me invece fu subito chiaro: quello scoppio era frutto di un attentato dinamitardo.

Negli ultimi cinque anni c’è stata un’accelerazione nelle indagini e nei processi per arrivare alla condanna di mandanti e finanziatori della strage. In questo, il merito maggiore va all’Associazione dei familiari presieduta da Paolo Bolognesi e ai suoi avvocati, che non si sono mai arresi di fronte ai depistaggi, e alla Procura generale di Bologna.

Anche l’Assemblea legislativa regionale ha contribuito a fare piena luce finanziando la digitalizzazione dei documenti processuali delle varie stragi del terrorismo nero che hanno insanguinato l’Italia. Un lavoro che ha permesso di incrociare dati e persone.

Oggi l’Assemblea legislativa supporta essa stessa la realizzazione dell’Archivio della Memoria, una raccolta di testimonianze da parte di familiari delle vittime, sopravvissuti alla strage, persone che ebbero un ruolo nel portare assistenza ai feriti come l’autista Agide Melloni, che per 15 ore di seguito con il mitico bus 37 accompagnò deceduti all’obitorio e feriti negli ospedali, dove si formarono  lunghissime code di bolognesi accorsi a donare il sangue.

Per il suo significato simbolico la democratica città di Bologna era stata scelta come funebre palcoscenico della strage. Ma proprio perché democratica, ancora oggi BOLOGNA NON DIMENTICA, e coltiva memoria e conoscenza”.

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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