SAVIGNANO SUL RUBICONE (FC) –Savignano sul Rubicone ha avuto un ruolo non secondario nello sviluppo del movimento anarchico nel Paese.
È quando emerge da Ceppo e mannaia/Anarchici e rivoluzionari romagnoli nel mondo, il libro di Gianfranco Miro Gori protagonista del secondo appuntamento di “Dicembre di libri”, rassegna organizzata dalla libreria Holt di Savignano sul Rubicone in collaborazione con l’Ossteria! Trattoria con pizza e l’associazione Natura Magica.
L’incontro letterario avrà luogo giovedì 15 dicembre alle 21 alla Sala Allende e vedrà come protagonista Gianfranco Miro Gori con la sua ultima opera pubblicata da Interno4 edizioni, e il vicesindaco di Savignano sul Rubicone e studioso di storia Nicola Dellapasqua.
Presentare questo libro a Savignano sul Rubicone è particolarmente pertinente. Ceppo e mannaia – titolo che riproduce un motto di saluto degli anarchici romagnoli di quel periodo – racconta le storie di tredici anarchici romagnoli. Alcuni molto noti, come Andrea Costa e Amilcare Cipriani, altri riesumati dall’oblio come Pietro Cesare Ceccarelli e Carlo Valdinoci.
Il lavoro traccia allo stesso tempo un ritratto del movimento anarchico italiano del quale i romagnoli furono, all’origine, e non solo, grandi protagonisti. E qui viene il punto. “Due dei tredici biografati in tutta la Romagna – spiega Miro Gori – per l’esattezza Pietro Cesare Ceccarelli e Mario Buda, provengono da Savignano sul Rubicone che si rivela una capitale dell’anarchia”.
Del resto, aggiunge lo scrittore, l’autorevole Dizionario biografico degli anarchici italiani ne scheda altri tre: Attilio Fellini nato a Savignano il 7 febbraio 1879; Edel Squadrani nato il 13 novembre 1881 sempre a Savignano, attivo in tutta Europa e morto a Verucchio il 22 settembre 196; Ermanno Diana nato a Rimini il 15 settembre del 1895, ma cresciuto dall’età di cinque anni a Savignano.
Ma veniamo ai due principali. Pietro Cesare Ceccarelli è poco noto anche Savignano dove nasce nel 1839 o nel 1840. Come volontario combatte con Garibaldi. Passato nelle file dell’anarchia, partecipa all’impresa del Matese del 1877, della quale si affida in genere l’ideazione e la guida ai più famosi Carlo Cafiero ed Errico Malatesta. In realtà dell’impresa del Matese Ceccarelli è sicuramente il capo militare, per quanto ci possano essere capi nel movimento anarchico. Non solo. In una lunga lettera sulla vicenda ad Amilcare Cipriani si rivela eccellenti capacità teoriche sul tema della guerriglia. Attivo in tutta Europa, nel 1882 è in Egitto dove partecipa, naturalmente dalla parte dei ribelli, alla rivolta indigena guidata da Ahamad ‘Orabi Urabi, che viene soffocata nel sangue dalle truppe inglesi. Muore al Cairo nel 1866.
Mario Buda, invece, è molto noto. Hanno parlato di lui e continuano a farlo i giornali e lo scrittore Matteo Cavezzali gli ha dedicato un romanzo Nero d’inferno. Nato a Savignano nel 1883 emigra negli Stati Uniti nel 1907; quindi fa ritorno in Italia per emigrare ancora negli Usa nel 1913. Da quel momento entra in contatto con gli anarchici antiorganizzatori o galleanisti (da Luigi Galleani loro rappresentane di maggior spicco) e ne diviene uno degli esponenti più attivi. Assieme al gambettolese Carlo Valdinoci e altri, ingaggia uno scontro impari con le autorità americane, condotto a colpi di attenti contro i rappresentanti del potere che li avversava e reprimeva. Finché il giorno dell’incriminazione di Sacco e Vanzetti, che lui definiva “i migliori amici che avevo in America”, decide di colpire – almeno sembra perché non c’è stata contro di lui alcuna indagine ufficiale – il simbolo assoluto del capitalismo, Wall Street, dove colloca una bomba che provoca morti, feriti e danni ingenti. Quindi torna indisturbato a Savignano, dove muore nel 1962.
L’ingresso è libero, consigliata la prenotazione ai numeri: 320 0404136; 331 4280763.
IL NATALE A SAVIGNANO SUL RUBICONE
GLI ANARCHICI A SAVIGNANO
15 DICEMBRE 2022 – SALA ALLENDE
Ceppo e mannaia/Anarchici e rivoluzionari romagnoli nel mondo
Dialogo tra Gianfranco Miro Gori e Nicola Dellapasqua