Nel pomeriggio di sabato 30 giugno evento speciale al MAF con lo chef Sébastien Charretier. All’App-eritivo lo scrittore Loriano Macchiavelli: “Mi definisco l’Artusi del giallo”
FORLIMPOPOLI (FC) – Si è fatto maggiorenne il gemellaggio tra la città di Forlimpopoli e la cittadina francese di Villeneuve-Loubet. Un incontro che si è rinnovato sabato scorso (30 giugno) a Casa Artusi nel nome di Pellegrino Artusi e Auguste Escoffier.
“Oggi festeggiamo i 18 anni del nostro gemellaggio con Villeneuve-Loubet, – ha detto il sindaco di Forlimpopoli Mauro Grandini – a testimonianza del fatto che quando si parte con le cose belle, si ha sempre voglia di continuare con tanti progetti. Se qui a Forlimpopoli riusciamo a mettere assieme le sensibilità delle amicizie fra i popoli d’Europa, penso che abbiamo capito come costruire il capitale umano del futuro. Molti bambini in questi giorni di festa hanno respirato l’assenza dei confini e speriamo che, con questa consapevolezza, riescano a costruire un buon futuro per noi. Ringrazio Villeneuve e tutte quelle persone che hanno contribuito a creare l’assenza dei confini, per costruire la casa di tutti noi. Mi auguro che questo percorso continui ancora per tanti anni, anche con grandi progetti”.
Dello stesso avviso anche il sindaco della cittadina francese Lionnel Luca: “Ringrazio Forlimpopoli per la grande ospitalità come sempre. In 18 anni sono successe molte cose e ringrazio per la continuità di questo gemellaggio, che oggi diventa finalmente maggiorenne. I gemellaggi sono molto importanti per affrontare le crisi europee di questo periodo: dimostrano che la vita si fa insieme e che è importante costruire assieme un’Europa fatta di fraternità e di pace”
Nel pomeriggio Casa Artusi ha ospitato l’ultimo App-eritivo in compagnia di uno dei più grandi giallisti italiani, Loriano Macchiavelli. L’occasione è stata la presentazione del volume “Brividi a cena. Misteri e manicaretti con Pellegrino Artusi” (Edizioni del Loggione, 2018).
“Mi definisco un Pellegrino Artusi del giallo perchè mentre Artusi è stato uno dei primi scrittori della gastronomia italiana, io sono stato uno dei primi a sperimentare il genere giallo in Italia – ha detto lo scrittore – Il rapporto tra il cibo e la letteratura è molto intenso: se ci facciamo caso tutti i romanzi, a qualunque genere appartengano, prima o poi arrivano al cibo, che sia solo un panino, un pasto frugale o tavole imbandite. Nella maggior parte dei casi, però, il cibo rimane nei romanzi solo una comparsa, non va a modificarne la struttura della trama. Nel romanzo giallo, invece, il cibo è essenziale: diventa importante come lo svolgimento della storia e va a caratterizzare i personaggi”.
Macchiavelli ha fatto poi alcuni esempi: “Basti pensare a Miss Marple, come sarebbe stata senza il suo tè e pasticcini? O al poliziotto Sarti Antonio senza le sue cene a Bologna? Il legame fra il cibo e il giallo è primordiale, sono due realtà intimamente connesse: tutte le volte che mangiamo, ci nutriamo di qualcosa che non esiste più. E secondo me, alcuni elementi più di altri accomunano il cibo con i gialli. Il cibo è frutto di una paziente mescolanza di elementi che porta al piacere del gusto, allo stesso modo nei gialli c’è una mescolanza di ingredienti, grande cura nella preparazione e una perfetta esecuzione, per terminare con il piacere della lettura. E così il romanzo giallo nasce amaro, per poi diventare piccante e, infine, dolce amaro come un buon caffè”.
Evento speciale al Maf insieme allo chef Sébastien Charretier, professore di cucina e consulente all’Institut Paul Bocuse di Ecully, assistito dagli allievi della scuola della MFR Le Fontanil Saint Alban Leysse.