HOUSING SOCIALE. Il Comune, nel frattempo, ha elaborato un progetto housing sociale per far fronte all’emergenza abitativa in un’ottica di “turnover” per rispondere alle diverse esigenze del territorio, il tutto in stretta collaborazione e sinergia con il Distretto Socio-Sanitario di Riccione. La gestione dell’immobile verrà affidata ad Acer Rimini, nell’ambito della convenzione per la gestione degli immobili ad uso abitativo non compresi nell’edilizia residenziale pubblica. Competerà ad Acer l’allestimento e l’acquisto degli arredi nel rispetto della vigente normativa in materia socio-sanitaria, nonché gli adeguamenti per il superamento delle barriere architettoniche ed eventuali ausili per la disabilità motoria.
DA BENE CONFISCATO A BENE COMUNE. “Siamo pronti – commenta il Primo cittadino Mariano Gennari – a donare una vera e propria seconda vita a questa costruzione, un riutilizzo in chiave sociale che possa avere ricadute positive sul tessuto cittadino. Siamo estremamente soddisfatti di essere venuti a capo di questa vicenda rimasta impigliata per anni tra i legacci della burocrazia. Si tratta di una vittoria della società sana, della legalità, che mi sento di condividere con i rappresentati locali delle associazioni antimafia. Adesso inizia un nuovo percorso altrettanto importante, ovvero quello di rendere pienamente fruibile questo bene e valorizzarlo per trasformalo da bene confiscato a bene comune. Ringrazio per l’impegno che hanno profuso i dirigenti e gli uffici comunali. Anche la deputata Giulia Sarti è stata al nostro fianco in questo percorso”. E proprio la Sarti, membro della IIª Commissione Giustizia alla Camera, aggiunge che “si tratta di un primo passo per riaffermare la presenza dello Stato e la volontà degli Enti locali di togliere spazio alla criminalità sul territorio. La legge 109/96 per il riutilizzo dei beni confiscati alle mafie ha compiuto 25 anni, l’impegno deve essere quello di mantenere sempre alta l’attenzione sul tema. Troppo spesso, infatti, questi immobili rimangono per anni, a volte decenni, senza destinazione. Accorciare le tempistiche e riconvertire questi patrimoni al bene sociale deve essere l’obiettivo da perseguire”.
SODDISFAZIONE DI LIBERA RIMINI. “La consegna del bene confiscato di Cattolica – commentano da Libera Rimini – rappresenta una vittoria per tutta la comunità. Intaccare il patrimonio delle mafie secondo Pio La Torre – ideatore della legge 646/1982, che introduce l’associazione a delinquere di stampo- è l’unica via percorribile per combattere efficacemente la criminalità organizzata, presente da anni e ormai radicata sul territorio riminese. “Occorre spezzare il legame esistente tra il bene posseduto ed i gruppi mafiosi, intaccandone il potere economico e marcando il confine tra l’economia legale e quella illegale” diceva La Torre, che è stato ricordato proprio ieri, 30 aprile, nel trentanovesimo anniversario della sua morte. Dopo i fatti accaduti nell’estate del 2020, i cittadini di Cattolica grazie a questo importante risultato, continueranno a marcare quel confine. Dopo anni di richieste e lotte, finalmente il bene è tornato alla collettività, è ritornato bene comune. Questo è solo il primo passo perché possa divenire una possibilità concreta per la cittadinanza. Libera continuerà a presidiare il territorio e ad essere al fianco dei cittadini e dell’amministrazione, sprone e risorsa”.
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