Carmina Burana di Carl Orff il 14 maggio al Teatro comunale Pavarotti Freni
MODENA – I cento anni del Coro Luigi Gazzotti sono un traguardo importantissimo, indissolubilmente legato – tramite le persone e le loro storie – alla città di Modena. Più di un’iniziativa è stata dedicata a questa ricorrenza e, dopo la grande festa musicale del 15 aprile scorso alla Chiesa del Voto e la mostra multimediale che dal 23 aprile al 7 maggio ha riempito di visitatori il Nuovo diurno di Piazza Mazzini, il concerto del prossimo 14 maggio al Teatro Comunale segnerà uno dei momenti più rilevanti di queste celebrazioni. Altri appuntamenti di grande interesse, nell’ambito della Stagione MusicaCantoParola 2023-2024, sono in programma per l’autunno.
Il concerto di domenica 14 maggio sarà introdotto da Stefano Jacoviello, docente di Semiotica della Cultura all’Università di Siena, ricercatore e scrittore. La sua ricerca spazia dalla musica all’immagine, alle pratiche sociali, incrociando il metodo semiotico con l’antropologia e la teoria delle arti. È coordinatore scientifico in diversi progetti internazionali sul rapporto fra patrimonio, memoria e arti performative.
estratto da: “I Carmina Burana di Carl Orff. Pellegrinaggio immaginario alla ricerca del senso della vita” di Stefano Jacoviello
Nato nel 1895 a Monaco di Baviera, Carl Orff ha partecipato attivamente a quel movimento culturale europeo affermatosi nella prima metà del Novecento che aveva come obiettivo il recupero del passato della civiltà occidentale. Era una ricerca delle radici della cultura europea che attraversava non solo le arti, ma tutti i campi del sapere umanistico, in modo particolare la linguistica e l’antropologia, con le loro applicazioni nei domini della filologia, della storia delle religioni e dell’archeologia. In Germania in quel periodo non solo si andavano consolidando le idee sui fondamenti grammaticali dell’indoeuropeo, ma nascevano anche quelle teorie diffusioniste che avrebbero poi offerto, talvolta indirettamente, un riscontro alla mistica del Terzo Reich e una ragione alla fede nell’esistenza di una razza ariana. Lo stesso Orff dovrà scontare a lungo le conseguenze di facili fraintendimenti che hanno spinto alcuni a riconoscere nella sua opera una ambigua connivenza con l’ideologia nazista.
Ciononostante, è sorprendente come nei primi anni del secolo scorso da più parti in Occidente si cominci a pensare all’esistenza di un passato rispetto al quale sia intercorsa una frattura irrecuperabile, che impedisce di ristabilire la linea di continuità fino allora sentita fra noi e i nostri antenati ancestrali. Per questo gli interessi di artisti e studiosi si sono allora orientati alla cultura del Rinascimento, che già si era volta al recupero di un passato classico attraverso la raccolta dei suoi reperti e la ricerca delle sue sopravvivenze. Ma l’alba del Novecento sembra stregata in particolare dall’indagine sul Medioevo: epoca affascinante e oscura in cui sarebbe avvenuta la frattura fra classicità e modernità. Tuttavia, è un Medioevo che non è necessariamente buio. Anzi, spesso è vivacissimo, colorato e luminosissimo. È un tempo in cui le lingue e le tradizioni di diverse popolazioni si mescolano, la sfera del sacro sembra confondersi con il profano, comportando dei provocatori ribaltamenti morali. È l’epoca delle eresie e dei clerici vaganti. È quella in cui il volgare comincia a soppiantare il latino per discutere d’amore: un sentimento cortese che non esclude tuttavia l’esistenza di passioni carnali, la cui soppressione provoca a sua volta godimento ed estasi. È il Medioevo dei monasteri e dei Comuni, delle festività scandite dai cicli della Natura. È l’era della magia, che si diffonde in luoghi marginali come i boschi, le selve, o trova efficacia in mare aperto, nelle terre lontane e sconosciute agli antipodi del mondo, dove è possibile venire a contatto con il fantastico e lo straordinario. Insomma, era (ed è ancora) un Medioevo immaginario che si presentava esattamente come il contrario dell’attualità. Per descriverlo efficacemente infatti c’era bisogno di rappresentazioni che facessero appello ai paradossi e attingessero a tutto ciò che potesse risultare esotico, estraneo: tutto ciò che sembrasse venire dallo spazio e dal tempo al di là di quel confine invalicabile, se non con l’immaginazione, nutrendone le suggestioni con la fantasia (….)
Orff incontra i Carmina Burana nel 1934, e subito compone la musica per quelli che sarebbero stati i primi due numeri della serie di canti che andranno a comporre la sua “cantata scenica”. Sono quelli oggi più conosciuti dal pubblico, che si ritrovano spesso a commentare scene di film fantasy, sigle di programmi televisivi, e perfino sagre di provincia animate da non ben chiare rivendicazioni identitarie. I primi due brani sono canti dedicati alla Fortuna, divinità che ha il volto e lo sguardo coperto da lunghi capelli, ma ha il cranio dell’Occasione calvo che invita a farsi inseguire invano, accompagnati dalla Penitenza. Tutto il ciclo di musiche composto da Orff girerà concettualmente proprio intorno al potere della Fortuna intenta a giocare con la vita degli uomini, pronta a ribaltarne le sorti capricciosamente e senza appello, che siano essi papi, re, o semplici e insignificanti individui.
I Carmina Burana sono originariamente una raccolta di 228 testi poetici, alcuni recanti una notazione musicale adiastematica, risalenti ad un periodo fra il XI e XII secolo. Il codice che li contiene proviene dal convento benedettino (“Bura Sancti Benedicti”) fondato intorno al 740 da San Bonifacio presso la cittadina di Bad Tölz, località termale bavarese 50 km a sud di Monaco. Il linguista Johann Andreas Schmeller li ritrovò nella biblioteca del convento, e li pubblicò nel 1847 rendendoli da allora una delle più note testimonianze della cultura medioevale.
Biglietto 12 euro
Ridotto 5 euro (minori di 26 anni e studenti Conservatorio Vecchi-Tonelli)
il programma
Carl Orff (1895 – 1982)
Carmina Burana
versione dell’autore per soli, coro, due pianoforti e ensemble di percussioni
Fondata nel 1923 e istituita dal 1956 come Ente Morale dello Stato, è ancora oggi una delle più vivaci realtà culturali della città di Modena. Il Coro dell’Associazione, distribuito in diversi organici, ha sempre mantenuto un’attività concertistica intensa e di qualità. Tra gli innumerevoli progetti realizzati anche solo negli anni recenti sono degni di nota il festival internazionale I LUOGHI SACRI DEL SUONO, che per 16 anni dal 1996 ha proposto ai più alti livelli concerti di musica sacra, il progetto FUORI DAL CORO realizzato con la Banda Osiris, il progetto CANTAMI UN LIEDELE sulla musica e la cultura ebraica, I CONCERTI DI SANTA CECILIA e più recentemente i concerti di ANIMA MUNDI oltre alla partecipazione ad apprezzate produzioni operistiche nel circuito ERT. Ancora: Concerto 100 Benjamin Britten, Concerto della Memoria e del Dialogo per gli Amici della musica di Modena, progetto SPIRA MIRABILIS per l’esecuzione senza direttore della Sinfonia n. 9 di Beethoven, concerto dedicato a Bach con Berlin Ostinato Ensemble. Nel 2016 la Petite Messe Solennelle di Rossini con gli allievi di Raina Kabaivanska e il Romancero Gitano di Mario Castelnuovo Tedesco in un concerto che vedeva la prestigiosa collaborazione del chitarrista Walter Zanetti e del mezzosoprano Daniela Pini. Nello scorso giugno il coro ha eseguito i Carmina Burana di Orff al Teatro Storchi di Modena ed è stato recentemente ospitato dalla prestigiosa Università di Monaco di Baviera per un concerto con il Romanistik Chor. Nel maggio 2018 ha eseguito lo Stabat Mater di Antonín Dvořák nella prima versione originale. Nel 2019 ha realizzato un’applaudita produzione del Requiem di Mozart in collaborazione con Orchestra Maderna. Dal 2001 il coro ha avviato con Giulia Manicardi un lungo percorso di crescita artistica e musicale che ha portato all’esecuzione dei più importanti titoli della letteratura per coro.
Scilla Cristiano – soprano
Nasce a Bologna. Studia pianoforte e si diploma in canto presso il Conservatorio “G.B. Martini” della sua città, con il massimo dei voti. Si perfeziona con maestri di fama internazionale ed è vincitrice di concorsi lirici internazionali. Ha lavorato con grandi registi del panorama lirico internazionale ed è stata diretta da Maestri di fama mondiale tra i quali Kuhn, Chailly, Magiera, Ono, Renzetti, Diaz, Finzi, Galli, Palumbo. I ruoli che l’hanno vista più volte protagonista sono: Adina nell’Elisir d’Amore, Gilda in Rigoletto, Lucia in Lucia di Lammermoor, Violetta Valéry in La Traviata, Liù in Turandot, Musetta in La Bohème, Norina in Don Pasquale, Oscar in Un Ballo in Maschera, Zerlina in Don Giovanni, Micaela in Carmen, Pamina in Die Zauberflöte, Rosina nel Barbiere di Siviglia e Nannetta in Falstaff, riscuotendo grandi consensi di pubblico e critica. Scilla Cristiano è inoltre raffinata interprete nel repertorio sacro, cameristico, liederistico e da concerto. Tra gli ultimi impegni un Concerto Lirico con il baritono Leo Nucci, Carmina Burana di C. Orff al Teatro Réal di Madrid e una serie di concerti accompagnata dall’Ensemble Berlin (solisti della Berliner Philharmoniker). Nel 2022 è stata invitata dalla Fondazione Pavarotti ad interpretare il ruolo di Gilda nel Rigoletto organizzato al Teatro Pavarotti Freni di Modena in occasione dell’anniversario della scomparsa del M° Pavarotti. E’ stata ospite del Consolato Generale d’Italia a Ho Chi Minh City (Vietnam) per tenere dei corsi di perfezionamento lirico al Teatro dell’Opera Nazionale e ha concluso la sua permanenza con un Gran Galà Lirico all’Opera House di Ho Chi Minh. Tra gli ultimi debutti: il ruolo di Rosalinde nel Pipistrello di J. Strauss, il ruolo di Corilla Scortichini ovvero Prima Donna ne Le Convenienze ed inconvenienze teatrali di G. Donizetti e il ruolo di Ida ne L’acqua Cheta di G. Pietri. Prossimamente sarà impegnata nuovamente in Rigoletto nel ruolo di Gilda, sarà Norina in Don Pasquale e sarà altresì docente in una masterclass di canto lirico per giovani cantanti statunitensi.
Antonio Giovannini – controtenore
Vincitore del 54esimo Premio Internazionale Le Muse, definito dal Financial Times “elegant and honey-toned” e nominato dalla critica tedesca “Best Young Singer 2015” per la sua interpretazione del ruolo titolo di Orlando di Handel al Theater Aachen, Socio Onorario del Centro Studi Farinelli “per l’importante contributo in qualità di esecutore del repertorio barocco”, il controtenore Antonio Giovannini è nato a Firenze nel 1980, si diploma in pianoforte, canto e si Laurea in Lingue e Letterature Straniere con il massimo dei voti e la lode. E’ vincitore del Primo Premio Assoluto al Concorso Interazionale Iris Adami Corradetti di Padova nel 2008, premiato da Mara Zampieri.
Sin dal debutto giovanissimo ha collaborato, fra gli altri, con direttori quali Riccardo Muti, Federico Maria Sardelli, Daniele Rustioni, Jordi Savall, James Conlon, Simone Young, Attilio Cremonesi, Flavio Colusso, Ruben Dubrovsky, Jonathan Webb, Andrea Marcon e registi quali Lindsay Kemp, Alessandro Cobelli, Gabriele Lavia, Hinrich Horstkotte, Philipp Himmelmann, Elio De Capitani, Mariame Clement. Ospite dei più importanti teatri e festival internazionali italiani, ha cantato in ruoli protagonistici del repertorio barocco e contemporaneo al Teatro alla Scala di Milano, Teatro La Fenice di Venezia, Opera di Firenze, Teatro San Carlo di Napoli, Teatro dell’Opera di Roma, Teatro Regio di Torino, Ravenna Festival, Teatro Verdi di Pisa, Teatro Ponchielli di Cremona, Festival della Valle d’Itria, Teatro Real di Madrid, Palais Garnier di Parigi, Opera di Dijon, Teatro di Versailles, Festival di Beaune, Theater Bonn, Theater Kiel, Theater Hof, Theater Aachen, Nathionaltheater Mannheim, Millennium Park di Chicago, Carnegie Hall di New York, Festival di Salisburgo Haus Für Mozart, Halle Handelfestpiele, Göttingen Handelfestspiele, Winter in Schwetzingen, Konzerthaus di Vienna, Musikverein di Vienna, Theater an der Wien, Palacio de Bellas Artes di Mexico City e Art Centre di Seoul. Nel 2012 si segnala il debutto alla Carnegie Hall nell’Inaugurazione della Stagione 2012-13 con i Carmina Burana sotto la direzione del M. Muti con la Chicago Symphony Orchestra. La sua discografia spazia dal repertorio madrigalistico a quello operistico dove si segnala il Teuzzone di Vivaldi sotto la direzione di Jordi Savall per la Vivaldi Edition, l’integrale di Arion Romanus di Carissimi con Ensemble Seicentonovecento, il ruolo titolo del Rinaldo di Handel nel Dvd per Arthaus con la Lautten Compagney, l’Artaserse di Hasse, la Rodelinda di Handel per la Dynamic e La Didone Abbandonata di Vinci per Sony International/Deutsche Harmonia Mundi. Ha ricevuto riconoscimenti per la sua voce ed è il primo controtenore a ricevere il Premio Internazionale “Le Muse” nel segno della musa Euterpe.
Nicolò Ayroldi – basso
Si è diplomato presso il Conservatorio “N. Piccinni” di Bari nell’a.a. 1998/99 ed ha conseguito il diploma di secondo livello (A.P.M) presso il conservatorio “L. Cherubini” di Firenze nell’a.a. 2005/06 con il massimo dei voti. Ha seguito un corso di perfezionamento a Salisburgo tenuto dal M° B. Bakow, presso il Mozarteum, e vari master class con esperti del settore. E’ vincitore del premio Bruzzolo XXXVI edizione Toti dal monte e del 58° concorso organizzato dal teatro lirico sperimentale di Spoleto dove ha debuttato Schunard e Marcello dalla Bohème, Taddeo dall’Italiana in Algeri e Germont dalla Traviata, il Maestro di Cappella di D. Cimarosa. Attualmente lavora come artista del coro presso il teatro del Maggio Musicale Fiorentino dove riesce ad affiancare anche diverse collaborazioni in qualità di solista, debuttando; i Carmina Burana, Figaro da “Il Barbiere di Siviglia” al teatro romano di Fiesole con l’orchestra del teatro Comunale di Firenze diretta dal M° G. Mega, a Tokyo ha interpretato Frà Melitone nella Forza del destino diretto dal M° Zubin Mehta al teatro Bunka Kaikan. Al teatro del Maggio Musicale Fiorentino, nel 2012 era presente nel cast di Der Rosenkavalier come nel 2013 è stato Masetto in Don Giovanni diretti entrambi dal M° Zubin Mehta.
SI CHIUDE IL 14 MAGGIO AL TEATRO COMUNALE PAVAROTTI FRENI LA STAGIONE 2022-2023 DI MUSICACANTOPAROLA
Un’opera iconica del Novecento, i Carmina Burana di Carl Orff, chiuderà la stagione MusicaCantoParola, nel contesto della collaborazione con il Teatro comunale Pavarotti Freni e in occasione delle celebrazioni per il primo secolo di vita dell’Associazione corale Luigi Gazzotti.
Domenica 14 maggio | ore 17 | Teatro comunale Pavarotti Freni
Coro Filarmonico di Modena Luigi Gazzotti
Coro di voci bianche del Teatro Comunale Pavarotti-Freni