EMILIA ROMAGNA – La riforma delle carceri si è arenata e la Comunità Papa Giovanni XXIII si mobilita per chiederne l’approvazione. Un momento di preghiera è stato promosso oggi dai volontari di don Benzi di fronte alle carceri di Torino, Saluzzo, Vicenza, Forlì, Rimini e Spoleto.
«Siamo ad un passo dall’approvazione della più importante riforma dell’ordinamento penitenziario degli ultimi 40 anni. Fermarsi ora dopo un lavoro di anni che ha coinvolto centinaia di esperti sarebbe davvero un’ingiustizia. Pertanto siamo andati davanti alle carceri di diverse regioni d’Italia per pregare affinché si possano migliorare le condizioni di vita dei detenuti, favorendo le pene alternative al carcere. L’intera società ne trarrebbe giovamento».
Questo il commento di Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, in merito alla decisione del Governo di non licenziare il decreto attuativo sull’ordinamento penitenziario nel quale sono disciplinate le pene alternative al carcere. La Comunità Papa Giovanni XXIII gestisce in Italia 6 Comunità Educanti con i Carcerati (CEC), strutture per l’accoglienza di carcerati che scontano la pena.
Se nelle carceri la tendenza a commettere di nuovo dei reati, la cosiddetta recidiva, è molto alta: tra il 75 e l’80% dei casi, per quanto riguarda le comunità gestite dalla Comunità di don Benzi, dove i detenuti fanno esperienza di servizio ai più deboli, i casi di recidiva sono appena il 10%. La prima casa è stata aperta nel 2004. Ad oggi sono presenti 61 detenuti. Negli ultimi 10 anni sono state accolte 565 persone. Nel solo 2016 le giornate di presenza sono state 12.199.
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