Lunedì 1 gennaio ore 17.30 e mercoledì 3 gennaio ore 20.30 appuntamento con l’opera lirica nella Sala dell’Anfiteatro Palacongressi di Rimini
RIMINI – Nell’ambito degli eventi de “Il capodanno più lungo del Mondo”, l’opera lirica inaugura ‘trionfalmente’ il 2018.
Lunedì 1 gennaio alle ore 17.30 con replica mercoledì 3 gennaio alle ore 20.30 nella sala dell’Anfiteatro del Palacongressi di Rimini va in scena Aida, melodramma in quattro atti su Libretto di Antonio Ghislanzoni, da una versione francese in prosa di Camille du Locle di un soggetto di Auguste Mariette, musica di Giuseppe Verdi.
L’Opera, allestita dall’associazione Coro Lirico città di Rimini Amintore Galli con il patrocinio e il contributo del Comune di Rimini, avrà la regia di Paolo Panizza, con L’Orchestra Sinfonica G. Rossini di Pesaro e il Coro Lirico città di Rimini Amintore Galli preparato dal M° Matteo Salvemini, diretti dal Maestro concertatore Massimo Taddia.
“La scelta di rappresentare Aida – spiega Claudia Corbelli presidente del Coro Lirico Amintore Galli – nasce all’interno di un progetto artistico a cui collaborano prestigiosi partner: L’Orchestra Sinfonica G. Rossini di Pesaro, ente riconosciuto dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e dalla Regione Marche, Opera Line, società di produzione e noleggio allestimenti lirici, sinfonici e cameristici di Bologna e la Fondazione Teatro Borgatti di Cento. Un sodalizio importante che vede il Coro Lirico Amintore Galli e la città di Rimini ancora una volta impegnati in coproduzioni operistiche che hanno l’obiettivo di creare sinergie tra realtà riconosciute come eccellenze territoriali, ottimizzare le risorse, dare al prodotto operistico una fruizione di più ampio respiro, allargare il raggio comunicazionale di ciascuna realtà su un bacino più vasto, ottenere una maggiore attenzione da parte di tutto il settore lirico e, auspichiamo, iniziare un percorso di collaborazione in prospettiva anche futura. Rimini apre il 2018 con la prima assoluta dell’Opera che sarà successivamente rappresentata anche al Teatro Rossini di Pesaro e a Cento in una grande arena estiva.”
Aida è un’opera con un passato importante, fra storia e leggenda, commissionata a Verdi dal Viceré d’Egitto in occasione delle celebrazioni per l’apertura del Canale di Suez avvenuta nel 1870.
Fu rappresentata per la prima volta il 24 Dicembre 1871 al Teatro Nazionale del Cairo (inaugurato pochi mesi prima con il Rigoletto) ottenendo da subito un enorme successo, quello stesso che si protrae ancora oggi facendo di Aida una delle Opere liriche più famose e più rappresentate al mondo. Ambientata in Egitto al tempo dei faraoni, come i poemi epici parla di guerra, di amore e di morte e lo fa con l’enfasi che si addice alle grandi epopee che raggiunge la massima espressione nella famosissima marcia trionfale del secondo atto con le trombe della vittoria e l’esercito parato al cospetto del re. È un’opera, Aida, che alterna ai ben noti momenti di fasto esteriore, quadri più intimi dedicati ai sentimenti e alle passioni che animano ciascun personaggio, dalle prime battute fino all’epilogo che vede i protagonisti andare incontro con coraggio e fierezza al proprio terribile destino.
Note di regia, a cura di Paolo Panizza.
“E’ sempre una sfida allestire questo capolavoro, tanto più avendo fama “Aida” di essere un’opera necessariamente spettacolare nell’utilizzo di grandi masse e scenografie, oltre all’abitudine di associarla agli spettacoli eseguiti in grandi arene all’aperto dove questi aspetti possono essere esaltati ed enfatizzati ai massimi livelli. A mio parere, condividendo anche le opinioni di grandi maestri del teatro, quest’opera è basata soprattutto su una vicenda intimista, facente perno su Aida, Amneris e Radamès. L’ambientazione nell’Egitto antico pretende naturalmente dei chiari riferimenti “esotici”, richiamando nel nostro immaginario quell’antico Egitto su cui tutti abbiamo, almeno per una volta, fantasticato.
Da qui parte la mia lettura dell’opera, privilegiare questa intimità e lavorare più sui simboli che non su una facile ma sterile spettacolarizzazione. Scenograficamente la scelta si baserà su chiari e tradizionali elementi che si rifanno a quel preciso periodo storico, utilizzando diversi obelischi di varie altezze, statue delle divinità e richiami simbolici ai colori dei geroglifici sia nelle scene sia nei costumi. Questi ultimi, curati da Mirella Ranzani, saranno fedeli a questa mia linea interpretativa, un richiamo all’Egitto che ci si aspetta senza mai essere banali o, peggio ancora “da cartolina”, ma raffinati ed eleganti, ognuno tagliato ai diversi ruoli presenti nell’opera: la casta sacerdotale, i ministri e capitani, il Faraone e sua figlia, gli schiavi etiopi, il popolo egiziano. La storia sarà raccontata da una divinità danzante che rappresenta Bastet, una divinità egizia che era rappresentata con le sembianze di gatta, tra le più importanti e venerate all’epoca. Insieme con una seconda ballerina e al ruolo particolare che assumerà l’arpa, presente sulla scena, esse saranno una sorta di tre parche, tessitrici dell’intera vicenda. La scenografia sarà modulabile e arricchita nei e dai diversi spazi in cui si andranno a eseguire le recite previste: Rimini (1 e 3 gennaio 2018), Pesaro (19 gennaio 2018) e Cento (23 giugno 2018).
Lo spazio del Palacongressi è assolutamente particolare: un anfiteatro con un ridotto palcoscenico che necessita di un adattamento ad hoc, personalizzato. Di qui la sfida di cui parlavo all’inizio, ma con il vantaggio di potere mettere maggiormente in evidenza i solisti e l’intimità dell’intreccio, unitamente all’altro grande protagonista dell’opera: il coro! A Rimini esso canterà le parti interne a vista del pubblico, come una sorta di “coro greco”, un unico immenso corifeo testimone e giudice delle appassionanti vicende umane di questo capolavoro.”
Trama:
Radamés, un valoroso comandante militare egiziano, viene incaricato di contrastare l’invasione dell’esercito nemico etiope. Egli è anche il futuro erede al trono egiziano essendo “promesso” alla figlia del faraone, Amneris, ma è segretamente innamorato di Aida, la figlia del re etiope che è stata fatta schiava e portata in Egitto, dove però nessuno conosce la sua vera identità. Aida ricambia i sentimenti di Radamés pur combattuta fra questo amore e l’affetto per il suo popolo. Il padre di Aida, anch’egli fatto prigioniero, spia un incontro dei due innamorati durante il quale Radamés confida ad Aida il luogo dal quale l’esercito egiziano attaccherà quello etiope. Proprio a questo punto, Amneris e il sacerdote sorprendono Radamés che, resosi conto di aver involontariamente tradito la sua patria, si costituisce e viene condannato a essere sepolto vivo. Nonostante le suppliche che Amneris, ancora innamorata dell’uomo, rivolge al gran sacerdote che ha potere di vita e di morte, Radamés scende nel suo sepolcro per affrontare il suo destino. Qui trova Aida che non lo abbandona e, coraggiosamente, si fa seppellire insieme a lui.
Personaggi e interpreti:
AIDA (soprano) France Dariz – RADAMÉS (tenore) Carlo Barricelli – AMONASRO (baritono) Andrea Zese – AMNERIS (mezzosoprano) Marina Ogii – RE D’EGITTO (basso) Juliusz Loranzi – RAMFIS (basso) Paolo Battaglia – UNA SACERDOTESSA (soprano) Chiara Mazzei – UN MESSAGGERO (tenore) Paolo Gabellini – BASTET (ballerina) Arianna Ilardi – Ballerina solista Sara Fabbri
I biglietti come ogni anno sono in vendita in piazza Cavour 31 (a partire dal 6 dicembre) tutti i giorni (domeniche comprese) con orario continuato dalle ore 11.00 alle 19.00.
Fanno eccezione: 25 dicembre chiuso – 26 dicembre aperto dalle 16.00 alle 19.00 – 31 dicembre aperto dalle 11.00 alle 18.00 – 1 gennaio aperto al Palacongressi dalle 15.00 e il 3 gennaio dalle 11.00 alle 13.00 in piazza Cavour e dalle 18.00 al Palacongressi.
È attiva anche una prevendita on line www.bookingshow.it
Costo biglietti Prima e Replica: da Euro 15,00 a Euro 60,00