Nella notte di piazza Roma l’orchestra è diretta dal maestro del Concertone Daniele Durante
MODENA – Cresciuta negli anni, anche con le straordinarie esperienze acquisite con le collaborazioni avute, l’Orchestra Popolare “La Notte della Taranta” esplora le verità nuove e impellenti di una danza tradizionale come la pizzica nel flusso della musica.
Nella notte di Modena, martedì 31 dicembre in piazza Roma, davanti al maestoso Palazzo Ducale sede dell’Accademia Militare, diretti dal maestro e direttore artistico del Concertone di Melpignano Daniele Durante, sul palco ci saranno Alessandra Caiulo e Antonio Amato, straordinari interpreti delle canzoni popolari.
L’Orchestra è composta da Gianluca Longo alla mandola, Giuseppe Astore al violino, Roberto Chiga al tamburello, Antonio Donadeo alla batteria, Roberto Gemma alla fisarmonica e Attilio Turrisi alla chitarra battente.
Mescolando tradizione e modernità, sono stati diretti da Daniele Sepe, Piero Milesi, Joe Zawinul, Vittorio Cosma, Stewart Copeland, Ambrogio Sparagna, Mauro Pagani, Ludovico Einaudi, Goran Bregović, Giovanni Sollima, Phil Manzanera, Carmen Consoli, Raphael Gualazzi, Andrea Mirò. Hanno ospitato e interagito con decine di artisti provenienti da diverse esperienze e territori musicali del mondo.
Mezz’ora prima del concerto dell’Orchestra Popolare (inizio alle 23.30), il pubblico potrà imparare la danza salentina sotto la guida dei ballerini e delle ballerine che si esibiranno. La “scaletta”, in via di definizione, comprenderà oltre 20 brani cantati e strumentali, che inducono in modo irrefrenabile verso la danza o incantano per una loro malìa. Tra questi, “Aria gaddhipulina”, “La pizzica di San Vito” e “Kalinitta”.
“La Notte della Taranta – spiegano dall’omonima Fondazione – è ricerca costante di un nuovo centro di energia. Energia primordiale che struttura le cose e ci permette di vibrare in sintonia con la natura circostante per ricontestualizzare la funzione curativa della pizzica, per esorcizzare i mali di oggi. Fulcro di tutto è il ritmo del tamburello, che è chiave essenziale per ritrovare il centro di noi stessi. Il centro per afferrare la sostanza della musica che significa esser pronti a intraprendere una ricerca che non termina. Esibendosi anche all’estero, rappresenta il formidabile strumento di promozione culturale di un affascinante ‘mondo nel mondo’”.