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Canale Naviglio: lavori di risanamento per 1 milione e 600 mila euro

Sopralluogo nel mondo dei canali sotto la città del Sindaco Federico Pizzarotti e dell’Assessora alle Politiche di Sostenibilità Ambientale Tiziana Benassi

PARMA – Comune di Parma e Ireti hanno portato avanti un complesso ed articolato progetto di risanamento del Canale Naviglio Navigabile che corre, in parte coperto, per un lungo tratto nella città, prima di sbucare verso il Parco Nord. Oggi le sue acque sono più pulite e l’intero tracciato è stato messo in sicurezza da un punto di vista ambientale. Sono stati investiti 1 milione e 600 mila euro.

Soddisfazione è stata espressa dal Sindaco, Federico Pizzarotti, e dall’Assessore alle Politiche di Sostenibilità Ambientale del Comune di Parma, Tiziana Benassi che hanno dichiarato. La città di Parma si è confermata nel 2020 fra le prime città italiane con le migliori performance ambientali e ha ottenuto un punteggio addizionale proprio per le politiche innovative e la gestione efficiente delle acque – ha sottolineato. Prosegue l’impegno dell’Amministrazione in questo senso ed il progetto di risanamento del Canale Naviglio Navigabile ha permesso un netto miglioramento della qualità ambientale di un’infrastruttura idraulica che ha una storia plurisecolare, azzerando l’inquinamento a beneficio dell’intera città. L’acqua è il legame storico con il territorio, è al centro delle nostre politiche ambientali”.

“La tutela delle acque passa anche attraverso una paziente attività di studio e di monitoraggio per individuare le soluzioni tecniche più appropriate – sottolinea l’Amministratore Delegato di IRETI Fabio Giuseppini -. IRETI si è posta al servizio della città con le migliori tecnologie per la realizzazione di questa importante opera di risanamento che affonda le radici nella storia per arrivare al presente e per consegnare alle future generazioni quest’opera finalmente risanata.”

Il Canale Naviglio presentava, in passato, il problema delle acque maleodoranti nel tratto urbano, alla sua uscita a cielo aperto nel Parco Nord. Il Comune di Parma ha optato per il completo risanamento delle acque attraverso la ricerca di scarichi impropri ed interventi di miglioramento funzionale idraulici e di pulizia dell’alveo del canale stesso, nell’ambito del “piano per la riqualificazione ambientale del Canale Naviglio Navigabile”. Nel 2016 l’Amministrazione, in accordo con Ireti, ha iniziato un progetto di risanamento massivo del tratto cittadino del Canale Naviglio: il canale intubato, interessato dal progetto, ha un’estensione di circa 4300 metri, partendo da strada Sant’Eurosia fino al parco di via Venezia dove ritorna a cielo aperto. Sono stati messi campo diversi interventi.

SISTEMI AD ALTA TECNOLOGIA PER LA RICERCA DEGLI SCARICHI

Il progetto ha visto l’utilizzo di laser scanner per la ricerca puntuale di tutti gli scarichi. Personale qualificato, operando anche fisicamente dall’interno, è stato in grado di individuarne circa 400 e di classificarli come neri (acque domestiche) o bianchi (acque meteoriche). La ricerca di IRETI, ultimata alla fine del 2017, ha permesso l’individuazione di circa 400 scarichi di cui 200 irregolari, molti dei quali anticamente autorizzati perché́ il canale era considerato storicamente come canale di scolo e tratti fognari agganciati alle pareti del canale (fognatura pensile) obsoleti e ammalorati e quindi anch’essi causa di sversamenti inquinanti nel canale.

Ireti è intervenuta con la sostituzione dei tratti di fognatura pensile oltre che al suo prolungamento in viale Duca Alessandro, via Pizzi, via Pelacani, viale Mentana e via Verona per una lunghezza di circa 1,5 km, permettendo il collettamento corretto di gran parte degli scarichi impropri individuati. Per gli scarichi impropri di edifici in differente ubicazione il collegamento è avvenuto su collettori esistenti in altre vie adiacenti.

SOSTITUZIONE E PROLUNGAMENTO FOGNATURA PENSILE – La regolarizzazione degli allacciamenti è quindi avvenuta per 2250 mt di canale impiegando circa 3380 metri di tubo speciale staffato sulle pareti del canale che ha permesso di allacciare tutti gli scarichi non idonei, lasciando così al canale le sole acque meteoriche. I costi complessivi degli interventi ammontano a circa 1 milione e 600 mila euro

I TRATTI DI POSA DELLE CONDOTTE PENSILI –

· · Via Duca Alessandro (da Via Pizzi a via Racagni) tubo singolo lunghezza 407m

· · Via Pelacani (da Piazzale Risorgimento verso Rimembranze) tubo singolo lunghezza 194m

· · Viale Mentana (da S. fermo della Battaglia verso Barriera Repubblica) 2 tubi rispettivamente da 207m e 222m

· · Viale Mentana (da stradello Porta Pia a S. fermo della Battaglia) 2 tubi entrambi da 740m

· · Via Verona (tratto da via Venezia a via Savona) tubo singolo lunghezza 368m

· · Via Verona (da Via Savona a via Palermo) canale doppio quindi 4 tubi per un totale di 502 m

LE CONSEGUENZE DELL’INTERVENTO – Dal periodo di flussaggio naturale di acqua nel Canale in cui si sono stratificati per decenni residui sul fondo e dal costante mantenimento in efficienza dei manufatti di separazione delle acque miste ci si aspetta un considerevole miglioramento della qualità̀ dell’acqua nei prossimi periodi estivi. I recentissimi report sulla qualità̀ delle acque sul Canale Naviglio Navigabile effettuati da ARPAE hanno già evidenziato un netto miglioramento rispetto agli anni passati ripagando annosi sforzi e scelte operative coraggiose mirate al raggiungimento dell’obiettivo di tutela di un così importante patrimonio ambientale e paesaggistico.

CENNI STORICI – CANALE NAVIGLIO: UNA STORIA LUNGA SECOLI. La presenza del torrente Parma e del suo affluente Baganza ha costituito, fin dalla sua fondazione in epoca romana e nelle successive espansioni, un elemento caratteristico per la città: l’origine dei più antichi canali nel tessuto urbano risale addirittura al re goto Teodorico, e nel corso dei secoli questi corsi d’acqua secondari si sono sviluppati proprio per la funzione, legata alle attività territoriali, che l’acqua ha sempre avuto. Parma, in epoca medievale, era attraversata da un gran numero di corsi d’acqua: canali primari e secondari, piccole canadelle, fossi di varia grandezza e semplici scoli, che formavano una fitta rete di percorsi che si intersecavano con le strade e le piazze della città. L’acqua ‘corrente’ era indispensabile per molteplici usi: per alimentare il fossato che circondava le mura, ma anche come forza motrice per i mulini e per i vari opifici (conciatori, cartolari, tintori), oltre che per le attività artigianali e manifatturiere (beccai, arte della lana); infine era utilizzata per lo smaltimento dei rifiuti e per l’irrigazione degli orti.

In città, sulla sponda destra del torrente, nel cuore della città vecchia, due erano i più importanti corsi d’acqua: il canale ‘Maggiore’ e il canale ‘Comune’ che si univano presso porta Santa Maria e poi porta Nuova, sulla strada dei Genovesi (oggi strada Farini) e si dividevano al «partitore», in prossimità di borgo del Becco (borgo Riccio da Parma). Il ‘Maggiore’ portava acqua ai due mulini del convento di Sant’Uldarico, percorreva borgo del Becco, raggiungeva quindi i mulini di strada San Quintino (strada XXII Luglio), ove si trova l’odierno borgo del Canale, proseguiva verso la chiesa di Santa Cristina, scorrendo poi per borgo Riolo (strada Cairoli), borgo Pipa e borgo Retto.

Dopo avere servito la Piazza de Duomo il Battistero, il mulino del vescovo, gli orti di San Giovanni, Piazza Grande (Piazza Garibaldi) e piazzale della Macina, verso l’inizio di borgo del Naviglio, nell’estremo limite nord-est della cinta muraria, i due canali si ricongiungevano per formarne uno solo che usciva dalla città: il ‘Naviglio’, noto fin dal XII secolo come idrovia per Coenzo e poi per Colorno, attraversando Paradigna, Cortile San Martino, Pizzolese e Gaiano.

Scavato nel 1283 e riscavato in seguito da Margherita Farnese nel 1628, il canale non era, tuttavia, più navigabile già nell’Ottocento – quando costituiva uno dei rari elementi scoperti del ramificato sistema di corsi d’acqua un tempo esistenti in città e poi ricoperti o interrati nei successivi risanamenti otto e novecenteschi.

Gli utilizzi tradizionali dei canali soprattutto all’interno dell’edificato urbano, erano entrati sempre più in conflitto con le esigenze di garantire migliori condizioni igieniche che presupponevano il loro utilizzo come recapito delle acque luride e di drenaggio delle cantine (ad esempio, il lavaggio delle botti). Infine, con il progressivo completamento dell’edificazione della città dell’ottocento i canali storici hanno evidenziato sempre più la loro obsolescenza funzionale mettendo in luce una serie di problematiche sempre maggiori (infiltrazioni delle acque nelle cantine degli edifici privati, cedimenti delle volte dei tratti coperti, effluvi malsani, ecc.). Tale processo è culminato, negli anni trenta del secolo scorso, con la progettazione del primo impianto fognario della città di Parma (a cura dell’ing.Felice Poggi di Milano) che prevedeva anche il riordino dei canali cosiddetti “macinanti”, ovvero utilizzati fino ad allora per sviluppo di forza motrice.

A “risoluzione” delle problematiche di carattere igienico–ambientale fu scelto l’interramento di tutti i canali compresi nelle aree di abitazione civile e, con la loro espansione, anche a quello dei cavi periferici. Resti delle antiche sponde in muratura sono visibili nell’area verde dell’Ufficio Direzionale del Comune (DUC).

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Pubblicato da
Roberto Di Biase

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