Le disposizioni del sindaco Alan Fabbri contenute nell’ordinanza contingibile e urgente sottoscritta giovedì 1 agosto 2019
FERRARA – Giovedì nella sede dal Palazzo Comunale è stata sottoscritta dal sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, l’ordinanza contingibile e urgente di sgombero dell’area comunale sita in Ferrara, via delle Bonifiche al civico 39-43, attualmente adibita ad area di accoglienza nomadi.
L’ordinanza è stata notificata nel pomeriggio di giovedì alle famiglie con procedura formale e da ieri mattina (2 agosto 2019) alle ore 9.00 sono partite le operazioni.
Nel documento il sindaco ha disposto
“l’immediato allontanamento dall’area comunale di via delle Bonifiche delle persone facenti parte, a qualsiasi titolo, del proprio nucleo famigliare e lo sgombero immediato delle cose di proprietà e in uso;
che si provveda immediatamente all’allontanamento di tutte le persone presenti a qualsiasi titolo per prevenire gravi danni per la loro incolumità fisica e per la loro salute e per salvaguardare la salute pubblica;
di accompagnare le persone i nuclei familiari con minori e disabili in un luogo protetto, come previsto negli accordi conclusi tra l’ASP di Ferrara ed Associazioni del terzo settore operanti nel territorio, con funzioni di supporto al percorso di accompagnamento;
che si provveda immediatamente alla completa rimozione dei rifiuti, alla pulizia, disinfestazione e sanificazione dell’intera area comunale ed alla messa in sicurezza dei fabbricati dichiarandoli, in considerazione dello stato di conservazione e di degrado sotto il profilo strutturale, temporaneamente inagibili;
il divieto di qualsiasi attività umana all’interno dell’area;
di vietare qualunque fornitura o captazione di acqua per qualunque uso, fino al ripristino delle condizioni di normalità e di sicurezza;
di eliminare i fattori di rischio derivanti dall’erogazione di energia elettrica e di gas”.
L’ordinanza si è resa necessaria a seguito del rilevamento di gravi criticità igienico-sanitarie e di sicurezza riportate nelle relazioni di Ausl e Vigili del fuoco, tra cui:
“Nel piazzale adibito ad area sosta sono presenti roulotte, case mobili, un fabbricato in muratura e un modulo prefabbricato entrambi adibiti a batterie di servizi igienici;
Parte dei servizi igienici sono risultati indisponibili e non controllabili in quanto chiusi a chiave;
L’edificio in muratura si presenta in precarie condizioni strutturali e igieniche (fessurazioni nei muri; ingombro di materiali; con materiale fecale che ricopriva i pavimenti);
In entrambe le batterie di servizi igienici, alcuni locali si presentano occlusi da deiezioni umane o da rifiuti, le condizioni di pulizia sono ovunque gravemente insufficienti;
I reflui di scarico delle acque domestiche e dei servizi igienici rigurgitano dalle caditoie e dai pozzetti a cielo aperto, ristagnando sul suolo e giungendo fino in prossimità dei moduli abitativi;
Lavatrici e lavabi di fortuna scaricano direttamente sul suolo creando impaludamenti e ristagni;
L’area è disseminata di rifiuti domestici, ferrosi, cartacei, plastici e vecchi arredi in disuso;
E’ presente un’area con residui di ceneri dovute verosimilmente a ripetute combustioni;
A ridosso del campo sono presenti piante arboree ad alto fusto non manutentate, che potrebbero costituire pericolo di caduta;
I fossati perimetrali sono caratterizzati da fitte erbacce e sterpaglie”.
Inoltre “è stata osservata la presenza di cavi elettrici con derivazioni mobili improvvisate che attraversano zone con ristagno di liquidi e di bombole di gas con tubi vetusti. La situazione generale dell’area del campo nomadi presenta una complessiva grave carenza igienica e condizioni favorevoli alla proliferazione e diffusione anche all’esterno di insetti e altri animali molesti”.
L’area di via delle Bonifiche, nata (e ancora attualmente catalogata) come “campo sosta” e poi dotata, nel tempo, di un numero civico fittizio, utilizzato per concedere la residenza agli occupanti (nomadi stanziali, di etina Sinti, tutti nati a Ferrara) avrebbe dovuto essere gestita secondo un preciso regolamento di cui il Comune di Ferrara si era dotato nel 1989.
Nel regolamento, tra altre prescrizioni, il Comune di Ferrara aveva programmato l’individuazione di un canone giornaliero per la sosta, che gli ospiti dell’area avrebbero dovuto sostenere per la propria permanenza. Il quantum del canone è stato determinato soltanto il 27 novembre del 2018 con una determina di giunta che lo fissava in euro
“10 al giorno per ciascun nucleo familiare” a cui doveva essere aggiunta una “cauzione pari al 50% del canone, calcolata in base al periodo di permanenza stimato”. Secondo la delibera gli importi da recuperare avrebbero dovuto fare riferimento agli ultimi 10 anni (dal 2008 al 2018) per una cifra non calcolata, ma ipotizzabile nell’ordine dei 100.000 euro all’anno.
La delibera non ha avuto seguito e nulla, a quanto risulta, è stato preteso dalle famiglie che hanno continuato a vivere nel campo.
Nel frattempo il Comune di Ferrara ha continuato ad occuparsi dell’area.
Dalle casse comunali negli ultimi dieci anni sono usciti circa 510mila euro per il pagamento delle utenze elettriche, 280mila euro per le manutenzioni (rifacimenti dei bagni, degli impianti, demolizioni e bonifiche dopo tre diversi incendi) a cui vanno aggiunti gli esborsi per i progetti di sostegno ed integrazione rivolti a minori e aduli.
Nello specifico, solo tra il 2018 e il 2019, all’associazione il Germoglio sono stati erogati oltre 114mila euro per progetti di sostegno e integrazione per minori e adulti a cui vanno sommati 50mila euro circa di aiuti economici alle famiglie e redditi di cittadinanza previsti a livello regionale (Res e Rei) per oltre 25mila euro complessivi (che, essendo destinati ai singoli, non verranno meno).
Per la sistemazione dei nuclei familiari presenti nel campo il Comune di Ferrara “ha attivato con le associazioni del territorio tavoli di confronto finalizzati all’individuazione di un più idoneo spazio di vita dei nuclei familiari”,
nel corso dei quali “ha chiesto ad Asp Centro Servizi alla Persona un coinvolgimento volto a ricercare sul mercato situazioni alloggiative”, nel pieno adempimento delle direttive del Ministero dell’Interno che, con la direttiva del 15 luglio scorso, incentivando le Prefetture e gli enti preposti ad un attento monitoraggio a livello provinciale degli “Insediamenti di comunità Rom, Sinti e Caminanti” ha prescritto “positive dinamiche di ricollocamento degli interessati”, dai processi di sgombero.
Nella fattispecie per i residenti in via delle Bonifiche, tutti cittadini ferraresi, nati e residenti a Ferarra, sono state attivate le modalità di gestione che spettano ai residenti nel Comune di Ferrara, interessati da ordinanze contingibili e urgenti di sgombero, che facciano parte di una utenza considerata fragile. E in particolare “sono stati individuati alloggi e locali atti ad ospitare
tutti i nuclei familiari e in particolare: 13 persone (due nuclei familiari) in località Monestirolo, 17 persone (3 nuclei) nelle strutture dell’associazione Viale K e 4 persone in località Ca Frassinetta”.
Il tutto per un totale di spesa a carico del Comune di 5.830 euro al mese per una durata prevista di mesi sei (rinnovabili per un periodo).
La sistemazione delle famiglie avviene all’interno di strutture e realtà associative che già collaborano con Asp nell’ambito dell’accoglienza di persone fragili.