Bonus per i centri storici

186

Assegnati a Rimini – con il Decreto di agosto – 213 contributi ad altrettante attività commerciali legate al turismo

palazzo del municipio RiminiRIMINI – Sono più di 35 mila in totale i bonus assegnati alle 29 città italiane dal Decreto di agosto,  che prevedeva un contributo per le attività colpite dalla riduzione dei turisti nei centri storici. Una misura di sostegno all’economia per le città a vocazione turistica che a Rimini ha fatto arrivare un totale di 213 contributi differenti ad altrettante attività commerciali del centro storico, che sono state maggiormente colpite dal calo delle presenze dettate dall’emergenza sanitaria.

L’elenco, pubblicato ieri sul “Sole 24 Ore”, che vede ai premi posti città come Roma, Napoli, Milano, Venezia e Firenze, riporta anche una mappa degli aiuti erogati con i decreti ‘Ristori’ e ‘Rilancio’, che per la Regione Emilia-Romagna corrispondono a 880 milioni di euro per un totale di oltre 300 mila pagamenti differenti.
Il contributo a fondo perduto previsto nel ‘decreto agosto’, per le attività commerciali dei centri storici, viene assegnato con un bonifico dall’Agenzia delle Entrate,  sulla base del rapporto tra presenze turistiche straniere annue e numero di residenti (dati Istat precedenti all’emergenza sanitaria). Il fondo stanziato dal Ministero per i Beni Culturali e il Turismo è stato destinato ai soggetti che hanno subito un calo del fatturato di almeno un terzo rispetto a quello del 2019, calcolato sulla differenza tra fatturato di gi​ugno 2020 e giugno 2019, per un minimo di mille euro fino ad un massimo di 150mila euro.
“Turismo e cultura – sottolinea l’assessore alle Attività economiche Jamil Sadegholvaad – sono i due pilastri della nostra economia. Questo contributo è un segnale di attenzione importante verso le città come la nostra, ma non è sufficiente a sostenere le nostre imprese, che più di altre hanno subito il contraccolpo per il crollo di visitatori internazionali. Questo fenomeno che ha interessato le città d’arte ha lasciato il segno sul nostro territorio, che proprio sul mercato straniero poggia una fetta fondamentale della propria economia turistica. È necessario pensare anche da altri tipi di misure specifiche da dedicare allo sviluppo dell’industria turistica che, anche se sta reagendo alle difficoltà, ha ancora necessità di essere sostenuta,  almeno fino alla fine dell’emergenza sanitaria.”