Diaco (Acli): c’è preoccupazione per famiglie e adolescenti, chiederemo ai candidati alle regionali di pronunciarsi e sosterremo le famiglie nel loro ruolo educativo
BOLOGNA – «Siamo preoccupati per le conseguenze della sentenza che permette la coltivazione domestica della cannabis. Non tanto per i risvolti legali, quanto per quelli sociali ed educativi». Così Filippo Diaco, Presidente delle Acli di Bologna, si esprime sulla sentenza che tanto sta facendo discutere. «Purtroppo, nella nostra società viene spesso veicolato il messaggio che quello che è legale è anche giusto dal punto di vista etico. Sappiamo bene che non è così, ma questo modo di interpretare le azioni può essere molto negativo per i nostri ragazzi» prosegue Diaco. «Il fatto che stiamo andando verso la liberalizzazione delle droghe leggere viene spesso fatto passare come una conquista di civiltà, un passo verso l’autodeterminazione, una lotta alla criminalità organizzata che detiene il monopolio della vendita degli stupefacenti: purtroppo non è così. Infatti, rendere legale la coltivazione della cannabis significa ‘normalizzare’ qualcosa di molto pericoloso». Che sia pericoloso non lo dicono solo le Acli, che osservano il fenomeno dal punto di vista delle famiglie e delle società, ma anche i medici: «ai nostri servizi di Caf e Patronato vengono sempre più di frequente famiglie distrutte dalle dipendenze di un membro, siano esse dovute al gioco d’azzardo, all’alcool o agli stupefacenti» racconta Diaco. «Vediamo giovani vite distrutte, che assistiamo per alcune pratiche di welfare, perché si portano dietro, a volte per sempre, le conseguenze delle dipendenze. Alcuni li abbiamo accolti con ‘borse lavoro’, ma davanti hanno percorsi in ripida salita, per loro e per i loro familiari» spiega il Presidente delle Acli. «Immaginiamoci come possono crescere dei bambini che vedono coltivare cannabis in casa, con cui, magari, possono anche finire per intossicarsi. Immaginiamo le battaglie dei genitori di adolescenti, che devono convincere i figli che fumare fa male al loro sviluppo neurologico, ma anche sociale e relazionale: ora i giovani potranno rispondere che, se è legale, non può esserci problema nel farlo» osserva il Presidente. «Le Acli vogliono essere dalla parte delle famiglie anche nel difficile ruolo educativo e sociale che ricoprono: per questo a gennaio istituiremo un servizio di accompagnamento delle famiglie con figli adolescenti, che sarà composto da momenti di condivisione e mutuo aiuto e consulenze personalizzate» annuncia Diaco, che conclude: «anche ai candidati e alle candidate alle regionali che incontreremo, chiederemo di prendere una posizione chiara sul tema».