La popolazione in città cresce e tocca quota 388.367 abitanti. Tutti i numeri del 2016
BOLOGNA – I residenti in città aumentano e sorpresa: Bologna piace soprattutto agli italiani, che in numero consistente la scelgono come città dove stabilirsi. Se si guarda alla cittadinanza dei nuovi residenti del 2016, infatti, si scopre che solo uno su tre è straniero: gli altri sono italiani e arrivano, oltre che dall’area metropolitana, dal sud e dalle isole. E’ uno degli elementi che emergono dal rapporto elaborato dall’area Programmazione, controlli e statistica del Comune di Bologna sulle tendenze demografiche nel 2016.
Residenti in aumento, Porto-Saragozza toglie il primato al Navile
La popolazione residente in città a fine 2016 raggiunge quota 388.367 abitanti, oltre 1.700 in più (+0,4%) rispetto all’anno precedente. E’ una tendenza all’aumento iniziata nel 2006, lieve ma costante: in dieci anni l’aumento è stato di 15.351 residenti. L’età media dei bolognesi è 46,9 anni. Gli anziani over 80 rappresentano il 9,2% della popolazione: di questi, 214 hanno superato il secolo di vita e sul podio c’è una signora di ben 109 anni.
L’86,3% della popolazione vive in periferia, mentre un bolognese su 7 abita nel centro storico, che conta in tutto circa 53.000 residenti. La riforma dei Quartieri consegna inoltre un nuovo primato: nel 2016 il più popoloso non è più il Navile, storicamente al primo posto, ma il Porto-Saragozza, con 69.177 residenti. Medaglia d’argento dunque al Navile (68.702 residenti), terzo posto al San Donato-San Vitale (65.843). Savena, da sempre al secondo posto per numero di abitanti, diventa il fanalino di coda con 59.597 residenti.
E’ il saldo migratorio a far crescere la città
Nel 2016 sono nati 3.109 bambini, 105 in meno (-3,3%) rispetto al 2015. Seppure in lieve flessione, la natalità rimane sui valori della fine degli anni Settanta (abbastanza elevati per Bologna). Un piccolo su quattro è nato da coppie di nazionalità straniera (846), mentre 345 (11%) sono nati da coppie miste, un genitore italiano e l’altro straniero. Se si guarda allo stato civile delle coppie, 1.929 neonati sono figli di coppie coniugate (62% del totale) mentre quasi 4 su 10 sono i bambini nati al di fuori del matrimonio (1.180 pari al 38% del totale), una quota in crescita costante. Quanto alla mortalità, dopo l’eccezionale aumento registrato nel 2015, nel 2016 si è tornati a livelli più contenuti: 4.649 decessi (-8%). Il bilancio fra nati e morti, pur in miglioramento, si mantiene negativo (-1.540).
E’ dunque il saldo migratorio a far crescere gli abitanti di Bologna, saldo positivo per 3.244 unità, oltre 900 in più rispetto al 2015. In media ogni mese l’anagrafe registra 1.334 nuovi cittadini, contro una media mensile di cancellazioni di persone pari a 1.064. Nell’ambito di questi flussi, si inserisce un’attività di verifica anagrafica da cui nel 2016 sono scaturiti 1.246 iscritti e 2.268 cancellati d’ufficio.
I movimenti migratori. Sotto le Due Torri ben 149 nazionalità diverse
Analizzando i movimenti migratori effettivi, al netto quindi delle registrazioni d’ufficio, anche nel 2016 si rileva un significativo flusso dall’estero che rappresenta però meno di un quarto dell’immigrazione in città (23,6%): 3 immigrati su 4 provengono quindi da altri comuni italiani, in particolare dall’area metropolitana bolognese (25,6%) e dal Meridione e dalle isole (24,1%). Esaminando invece la cittadinanza di chi ha preso la residenza a Bologna nel 2016, gli stranieri sono 4.942, pari al 33,5% degli ingressi, ma la restante maggioranza dei due terzi è costituita da cittadini italiani. Dunque il saldo migratorio è ampiamente positivo ed è determinato in particolare da un bilancio in attivo con l’Italia meridionale e insulare (+2.403 unità, di cui ben 1.841 dal Meridione, cifra che determina il segno e l’intensità della dinamica migratoria cittadina) che supera quello con l’estero (+2.263 persone), confermando la capacità attrattiva delle Due Torri a livello nazionale. C’è poi una parte di residenti che nel 2016 ha scelto di lasciare Bologna per andare a vivere nei comuni della provincia, in particolare quelli della prima cintura: San Lazzaro di Savena, Castenaso, Granarolo, Pianoro, Casalecchio, Castel Maggiore, Ozzano, Zola Predosa: questo scambio migratorio consegna complessivamente un passivo per Bologna di 1.302 residenti.
Infine uno sguardo alla popolazione straniera che, prendendo in esame le iscrizioni all’anagrafe, è in aumento. Al 31 dicembre 2016 gli stranieri residenti sono 59.646, 773 persone in più (+1,3%) rispetto alla fine del 2015, e costituiscono ormai il 15,4% della popolazione di Bologna. Le donne sono la maggioranza (31.983 contro 27.663 uomini), anche se si riscontrano notevoli differenze tra le varie nazionalità. Tra i residenti dell’Europa orientale infatti la presenza femminile è spiccata, mentre i maschi prevalgono tra i cittadini del medio ed estremo Oriente, nonché dall’Africa centro-settentrionale. La popolazione straniera residente si conferma una compagine demografica molto giovane: il 17,3% è costituito da under 15, il 72,7% ha meno di 45 anni. Gli stranieri che vivono sotto le Due Torri sono soprattutto europei (42,2%) e cittadini dell’Asia (36,3%). La nazionalità più rappresentata è la Romania (9.450 abitanti) seguita dalle Filippine (5.277) e dal Bangladesh (4.917). In città sono comunque presenti numerosissime nazionalità: nel 2016 se ne sono registrate ben 149, a conferma della varietà di percorsi che hanno portato queste persone a stabilirsi a Bologna.
Aumentano le famiglie e più di mille coppie l’anno scorso hanno detto “sì”
Nel 2016 è cresciuto di poco il numero delle famiglie: sono 206.050, ovvero 851 nuclei in più (+0,4%) rispetto al 2015. Ma l’anagrafe spesso maschera l’effettiva situazione familiare, in particolare per quei segmenti di popolazione in cui la presenza di famiglie unipersonali e coabitazioni può risultare significativa. Per questo gli esperti dell’area Programmazione, controlli e statistica fanno riferimento al ménage, cioè l’insieme delle persone che condividono la stessa abitazione e che appartengono a una sola famiglia o a più famiglie coabitanti. I ménages sono a quota 184.000, oltre 22.000 in meno (-10,7%) rispetto al dato delle famiglie anagrafiche. A fronte di una dimensione media familiare di 1,86 componenti, l’effettivo numero medio di persone che vivono nello stesso alloggio, prendendo come riferimento i ménages, è in media di 2,09. Tra le famiglie anagrafiche, più della metà (105.867, pari al 51,4%) sono single, ma se si analizzano i ménages la prevalenza risulta molto meno accentuata: infatti le persone effettivamente sole, che cioè non coabitano con altri nuclei familiari, sono circa 74.600, il 29,5% in meno rispetto al totale delle famiglie unipersonali anagrafiche.
Infine i matrimoni e le unioni civili. Nel 2016 hanno detto sì 1.018 coppie e dall’entrata in vigore della legge 76 che ha riformato il diritto di famiglia, sono state celebrate 42 unioni civili (32 tra coppie di uomini e 10 tra coppie di donne). I matrimoni sono 15 in più rispetto all’anno precedente, aumento pari all’1,5%. Fino a novembre i “sì” risultavano in calo, poi a dicembre l’accelerazione che ha fatto salire il dato. La leggera crescita è tutta da ascrivere ai matrimoni religiosi (13 in più rispetto al 2015) che restano comunque ampiamente minoritari: si sposa in chiesa solo una coppia su quattro (258 riti in tutto nel 2016). Tre quarti dei matrimoni dunque sono stati celebrati con rito civile (74,7%, 760 in totale): la scelta del municipio è preferita sia dalle coppie formate da celibi e nubili, sia dai numerosi sposi che optano necessariamente per il rito civile avendo alle spalle un matrimonio ormai concluso, nonché dagli sposi stranieri spesso non di religione cattolica.
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