Intervento d’inizio seduta della Presidente Lembi sui fatti di Colonia a Capodanno
BOLOGNA – Di seguito, l’intervento della presidente Lembi, in apertura del Consiglio comunale odierno, sui fatti di violenza sessuale a Colonia a Capodanno.
“Desidero aprire il Consiglio comunale di oggi esprimendo, a nome di tutti, la nostra solidarietà e la nostra vicinanza alle donne presenti in piazza a Colonia la notte di Capodanno, insieme con la più ferma condanna del Consiglio per quanto accaduto.
Nella notte di San Silvestro, come capita certamente in molte piazze europee, si sono radunate molte persone. Un migliaio è stato riportato. Dopo l’esplosione di alcuni fuochi d’artificio è accaduto un fatto gravissimo. È stato detto ‘peggio di una guerra’, ‘un attentato’ e molto altro ancora.
Io vorrei partire dai numeri: ad oggi sono 516 le denunce presentate, nel 40 % dei casi si tratta di molestie, che ricordo vanno dal palpeggiamento fino allo stupro.
Sono decine gli uomini identificati, ma sono numeri che ogni giorno cambiano, prevalentemente di origine algerina, marocchina, iraniana e siriana, tra loro anche due tedeschi e un cittadino americano.
Per questa entità, per la dimensione di questo fenomeno, userei, per i fatti di Colonia, il termine di ‘abuso di massa’.
Ci sono molte questioni ancora da chiarire, ne vorrei riportare tre:
La prima è l’entità complessiva del fenomeno, a molti giorni di distanza da quanto accaduto, solo Der Spiegel ha pubblicato un primo rapporto e l’edizione americana di BuzzFeed una lunga ricostruzione su quella notte, ma ancora i dati precisi su quanto accaduto non sono disponibili, e i numeri, in particolare quelli delle denunce, aumentano di giorno in giorno.
La seconda è chiedersi come mai le forze dell’ordine non siano intervenute subito e perché anche i mezzi di comunicazione abbiano impiegato molti giorni prima di darne notizia. La polizia tedesca della città di Colonia, la mattina del 1 gennaio sul profilo tweet scriveva che nella notte l’atmosfera era stata ‘rilassata’ e che i festeggiamenti erano stati ‘in larga parte pacifici’. Sapete che queste dichiarazioni sono costate le dimissioni da parte del responsabile della Polizia di Colonia. E persino la ZDF, la televisione pubblica tedesca, il 6 gennaio ha chiesto scusa per aver informato in ritardo i telespettatori sulle aggressioni a sfondo sessuale avvenute a Colonia la notte di Capodanno, ammettendo un errore di sottovalutazione.
La terza, ed è la questione forse più grave, è capire se esista o meno un regia per quanto accaduto.
E’ di oggi la notizia di 133 denunce sporte per violenza ad Amburgo, alcune delle quali si riferiscono a violenze a sfondo sessuale, e di 500 uomini che a Bielefeld avrebbero forzato l’ingresso a una discoteca e molestato molte donne. Stanno, per quel caso, arrivando le prime denunce. Il Governo tedesco, per conto del suo ministro della Giustizia, ha dichiarato, nell’edizione domenicale del quotidiano Bild, la sua convinzione sul fatto che le aggressioni fossero organizzate.
Penso che sia ancora, purtroppo, presto per tracciare un bilancio complessivo su quanto accaduto, è questo è già un fatto, ma non può e non deve impedirci di condannare quei fatti, una violenza di gruppo certamente per numero e dimensioni diversa da quello che conosciamo e che pertanto necessita di una riflessione nuova e anche di gesti che impegnino tutti. Non entrerò nel merito di un dibattito forse tutto partitico sul fatto se queste violenze siano da imputare a questioni legate all’immigrazione, all’appartenenza religiosa o alla provenienza geografica. Non voglio entrare in questa questione che lascio a un dibattito che penso arriverà anche in questa Aula. Dico che è da troppo tempo che sui corpi delle donne si sta consumando una guerra mai dichiarata, ma pesantissima.
Siamo a Bologna, città che ha una lunga storia di confronto tra culture diverse, di solidarietà e di azioni di contrasto alla violenza.
Penso che occorra, quindi, continuare a seguire appieno la vicenda, promuovere azioni di confronto e soprattutto rilanciare sui diritti delle donne, rilanciare su quelle conquiste così duramente conquistate, che non sono ancora patrimonio di tutti, in ogni parte del mondo.
Penso sia dalle libertà delle donne, sulla parità effettiva, che ancora non esiste in nessuna parte del mondo, ma che certo trova speranza ed esempio in quei Paesi come la Germania e l’Italia, come molti altri ancora, che l’hanno saputa affermare, che occorre ripartire e in cui le donne, quotidianamente, si battono perché quella parità valga non per sé, ma per vivere insieme in società più giuste e più eque”.