Il documento impegna Sindaco e Consiglio metropolitano a chiedere alla Regione di investire per quanto possibile sul turismo termale regionale; a sollecitare il Governo, in tutte le sedi in cui sarà possibile e comunque con l’invio del presente ordine del giorno, ad attuare quante più misure possibili per aiutare le aziende del settore a superare questa crisi sanitaria ed economica; a chiedere alla Regione Emilia-Romagna di regolare la valorizzazione e la promozione del sistema termale emiliano sia come parte integrante dell’offerta sanitaria sia come strumento di attrattività turistica, con una visione unitaria per realizzare politiche di tutela, di salvaguardia e valorizzazione delle risorse termali dei territori, anche portando il tema in seno al Tavolo metropolitano per la sicurezza sui luoghi di lavoro;
L’ordine del giorno chiede inoltre che la Città metropolitana si faccia parte attiva con la Regione affinché la Fondazione per la Ricerca Scientifica sviluppi l’attività di ricerca sulle acque termali del territorio ai fini di valutarne le potenzialità per l’aumento delle difese immunitarie dell’apparato respiratorio, della cura dei pazienti post Covid e della prevenzione dei no Covid.
Infine chiede di favorire un graduale ingresso nelle fasi 3 e successive dell’emergenza, quelle che vedranno la riapertura dei Centri Benessere.
Di seguito il testo integrale dell’odg:
• L’Organizzazione Mondiale della Sanità, in data 30 gennaio 2020, ha dichiarato l’epidemia da COVID-19 (Coronavirus), una “emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale”, dichiarata pandemia dalla stessa Organizzazione l’11 marzo;
• in data 4 marzo, conseguentemente all’evoluzione ed al carattere estremamente diffusivo dell’epidemia da Coronavirus, nonché dell’incremento dei contagi in Italia e facendo seguito alla dichiarazione da parte dell’OMS di stato di emergenza, per un periodo di 6 mesi, su tutto il territorio nazionale e sovranazionale a causa del rischio sanitario derivante da tale situazione, è stato firmato un DPCM contenente le misure da applicare su tutto il territorio italiano; a tale DPCM ne sono succeduti altri in data 8 marzo 2020, 9 marzo 2020, 11 marzo 2020, 14 marzo 2020, 1 aprile, 10 aprile e 26 aprile 2020, contenenti misure ulteriormente restrittive al fine di contrastare la diffusione del virus;
• a tali misure si sono affiancate le ordinanze emesse dal Presidente del Consiglio dei Ministri, del Governo e del Presidente della Regione Emilia-Romagna che prevedono, tra le altre cose, la chiusura delle attività ritenute non essenziali;
• attualmente con il DPCM del 26 aprile, le Terme sono autorizzate a erogare tutte le cure previste nei Livelli Essenziali di Assistenza. Nei Livelli Essenziali di Assistenza ci sono le cure termali, la riabilitazione e le attività poliambulatoriali, ad oggi restano chiusi esclusivamente le attività del centro benessere. La ripresa delle attività termali avviene rispettando un protocollo di sicurezza che è stato redatto dalla Fondazione per la Ricerca Scientifica
CONSIDERATO CHE:
• grazie alla ricchezza del sottosuolo e alla generosità di acque minerali salutari, la regione Emilia-Romagna è in grado di regalare una vastissima offerta termale con la presenza sul territorio di 19 località termali e 23 centri distribuite nelle 8 province della regione.
• il sistema delle terme e del benessere, ovvero il settore del turismo ricettivo termale, risulta uno di quelli più devastati dall’emergenza Coronavirus. Infatti tale settore ad oggi non ha ricevuto quasi nulla, tranne una proroga dei pagamenti e la stessa Federterme è dovuta intervenire su Governo e Parlamento per far sì che le misure tutelassero almeno un minimo il sistema.
• la ripartenza per l’area metropolitana negli stabilimenti termali di Terme di Porretta Terme, Castel San Pietro, Monterenzio e del Gruppo Mare Bolognese ha preso avvio il 18 maggio ed è volontà della Regione valorizzare il proprio sistema termale dal punto di vista sanitario trattando numerose patologie legate all’apparato respiratorio di bambini e adulti.
• l’Emilia-Romagna ha registrato nel 2017 oltre 280mila ospiti nei suoi centri termali (dati Osservatorio del Termalismo e Turismo della Salute e dal Coter – Consorzio termale dell’Emilia-Romagna). La maggior parte dei visitatori ha frequentato le strutture per beneficiare delle cure termali (75%), 53mila per trattamenti benessere (19%) e 15 mila per cure riabilitative (5%). Un settore che vale circa 85 milioni di euro e occupa direttamente in aziende termali 2500 persone (che arrivano a 12mila se si considera l’indotto);
• nel 2000 il 93% degli accessi ai centri emiliano romagnoli era dovuto solo a cure, non esisteva un turismo termale dedicato al benessere. Le percentuali di oggi mostrano invece una crescita e uno sviluppo del settore: un sistema così diffuso di centri termali come quello emiliano ha consentito di fare del prodotto legato al benessere un assetto strategico dell’offerta turistica regionale;
RILEVATO CHE
• l’acqua salsobromoiodica, l’acqua sulfurea, i fanghi sono utilizzati nei nostri stabilimenti termali per prevenire e combattere molti disturbi di carattere infiammatorio cronico che riguardano le ossa ed i muscoli, le vie respiratorie, la circolazione del sangue, i problemi femminili, le gengiviti e le paradontosi.
• tra le proprietà più importanti delle acque salsobromoiodiche presenti nei suddetti stabilimenti termali c’è senza dubbio quella di potenziare il sistema immunitario. L’acqua salsobromoiodica è innanzi tutto antisettica; oltre a questo, le acque migliorano la funzione respiratoria aiutando quella mucociliare e della secrezione mucosa, permettendo la pulizia delle vie respiratorie dai corpi estranei e incrementando le difese immunologiche a livello locale. Le cure termali rendono inoltre le mucose più protette dagli agenti esterni e quindi, di fatto, possono potenziare il sistema immunitario contro gli agenti virali e quelli batterici. Inoltre, le acque salsobromoiodiche contribuiscono ad aumentare il potere fagocitario dei leucociti: le cellule sanguigne incaricate di eliminare i microorganismi patogeni come virus e batteri;
• il sistema termale si è completamente destagionalizzato, passando dalle “vecchie terme” ai centri di prevenzione e di benessere che seguono le ultime tendenze delle scienze della vita. Si stima, dati Federterme, che nel 2019 circa un italiano su cinque fosse affetto da malattie polmonari e a causa del coronavirus questa quota è destinata purtroppo a crescere a causa degli effetti del virus sui polmoni. Così stabilimenti come in particolare quelli del territorio metropolitano bolognese, le cui acque sono note per gli effetti positivi anche sulle patologie polmonari, potrebbero sviluppare un forte filone legato a queste specifiche attività, e ciò potrebbe attirare flussi turistici da tutto il mondo, oltre ad offrire ai connazionali prestazioni in convenzione con il SSN con presidio e controllo medico.
Tutto ciò premesso
IMPEGNA
Il Sindaco e il Consiglio metropolitano:
1. a chiedere alla Regione di investire per quanto possibile sul turismo termale regionale;
2. a sollecitare il Governo, in tutte le sedi in cui sarà possibile e comunque con l’invio del presente ordine del giorno, ad attuare quante più misure possibili per aiutare le aziende del settore a superare questa crisi sanitaria ed economica;
3. a chiedere alla Regione Emilia-Romagna di regolare la valorizzazione e la promozione del sistema termale emiliano sia come parte integrante dell’offerta sanitaria sia come strumento di attrattività turistica, con una visione unitaria per realizzare politiche di tutela, di salvaguardia e valorizzazione delle risorse termali dei territori, anche portando il tema in seno al Tavolo metropolitano per la sicurezza sui luoghi di lavoro;
4. a farsi parte attiva con la Regione affinché la Fondazione per la Ricerca Scientifica sviluppi l’attività di ricerca sulle acque termali del territorio ai fini di valutarne le potenzialità per l’aumento delle difese immunitarie dell’apparato respiratorio, della cura dei pazienti post Covid e della prevenzione dei no Covid;
5. a favorire un graduale ingresso nelle fasi 3 e successive dell’emergenza, quelle che vedranno la riapertura dei Centri Benessere.
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