La rassegna in collaborazione con libreria Atlantide di Castel San Pietro Terme si chiude martedì 7 marzo.
Jessy Simonini, poeta, scrittore e direttore della rivista di poesia «Le Voci della Luna». incontra Sandro Abruzzese e Francesca Capossele, scrittori dal ferrarese.
Sandro Abruzzese vive a Ferrara dove insegna materie letterarie in un Istituto d’Istruzione Superiore. Sul suo blog, “raccontiviandanti”, si occupa di viaggio e sradicamento. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Mezzogiorno padano (Manifestolibri 2015) e Casapercasa (Rubettino 2018) oltre a Niente da vedere. Cronaca dal Polesine e altri spazi sconfinati.
“Niente da vedere. Cronaca dal Polesine e altri spazi sconfinati” di Sandro Abruzzese e Marco Belli, Rubbettino.
Viaggi nel “grande vuoto” padano, in uno spazio circoscritto che parte dall’entroterra ferrarese per estendersi ai fiumi Adige e Reno, fin verso il limite estremo della pianura. Tanti paesi, tra cui quello di Molinella, nelle esplorazioni di uno scrittore e di un fotografo atipici, sulle orme di scrittori e fotografi del passato, che costruiscono un portolano fatto di geografie dei margini settentrionali Un resoconto realizzato nell’arco di due anni. Ne emerge un inedito della pianura tra i fiumi che lambiscono l’Adriatico, in cui decifrare i segni del paesaggio circostante, raccogliere storie personali e marginali portando a interrogarsi sul destino dell’Italia più fragile.
Francesca Capossele è nata a Ferrara. Il suo esordio come scrittrice avviene nella maturità ed è segnato dall’uscita, nel 2017, del romanzo “1972”, una storia familiare d’amore, amicizia e giovinezza perduta che unisce i destini di due fratelli della provincia italiana a una figlia della ricca borghesia bolognese, sullo sfondo di un decennio, quello degli anni Settanta, colmo di fermenti culturali e dolorose trasformazioni. Nel 2019 ha pubblicato “Nel caso non mi riconoscessi” sempre per Playground.
“Nel caso non mi riconoscessi” di Francesca Capossele, Playground (Vincitore del Premio Letterario Nazionale “I Sassi” di Matera 2019).
Francesca Capossele ricostruisce il vissuto dei cittadini della Germania Orientale ma anche la rivolta di una donna che ha rifiutato il destino assegnatole dall’appartenenza al suo ceto sociale e al genere femminile. Perché una giovane donna italiana decide di fuggire nella Germania Orientale in una notte del 1953, in piena Guerra Fredda, senza lasciare una sola parola che ne spieghi la scelta? All’epoca Alda è una laureata in matematica, che vive a Ferrara con i genitori. Ha vissuto un’adolescenza e una giovinezza piccolo borghesi, tra certezze politiche (era una giovane fascista convinta) e sogni di matrimoni improbabili. Fidanzata ad un agente di polizia fugge a pochi giorni dal matrimonio spinta da un’irrefrenabile ricerca di libertà, per vivere in un paese dove nessuno si sente libero sino alla caduta del muro di Berlino.
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