Bando accoglienza: 5 studenti e studentesse ucraini iscritti ai corsi dell’Università di Parma

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Sulla base del bando emanato da ER.GO a seguito dell’accordo tra Regione Emilia-Romagna e Atenei

PARMA – Sono cinque le studentesse e gli studenti ucraini che sulla base del bando di accoglienza emanato dall’Azienda regionale per il diritto agli studi superiori ER.GO a seguito dell’accordo tra Regione Emilia-Romagna e Atenei si sono iscritti a corsi dell’Università di Parma, usufruendo dei benefici offerti da ER.GO e dall’Ateneo.

In dettaglio:

  • due studenti iscritti al Foundation Year
  • due studentesse iscritte a corsi singoli (una nell’area geologia e l’altra in ambito umanistico)
  • una studentessa iscritta al corso di laurea magistrale in Language Sciences and Cultural Studies for Special Needs.

Come per il “bando Afghanistan”, che nei primi mesi dell’anno ha permesso a sei rifugiati di iniziare un percorso all’Università di Parma con una borsa di studio, è l’Azienda regionale per il diritto agli studi superiori a erogare servizi e opportunità straordinarie di sostegno e accoglienza: dai contributi per l’accesso ai servizi ristorativi ai servizi abitativi, ad affiancare le borse messe a disposizione dagli Atenei. Entrambe le iniziative (per l’Ucraina e per l’Afghanistan) si collocano all’interno del protocollo d’intesa stipulato nel 2021 tra ER.GO, Università di Parma e gli altri Atenei della Regione Emilia-Romagna per l’accoglienza e l’inserimento dei rifugiati nei corsi di studio universitari.

La Regione e le Università dell’Emilia-Romagna, insieme ad ER.GO, si sono attivate subito per far fronte all’emergenza, deliberando un pacchetto di misure straordinarie per i rifugiati ucraini. Questi primi esiti del bando – spiega il Rettore Paolo Andreisono importanti per noi, e sono un bel segnale di una vera e propria rete di accoglienza della quale siamo parte con forte convinzione. A questo proposito mi piace ricordare anche le borse di ricerca che abbiamo bandito, in accordo con il Ministero dell’Università, per docenti, ricercatori e ricercatrici in fuga dall’Ucraina, a testimonianza di un impegno che coinvolge tutto l’Ateneo”.