MODENA – Un dialogo tra opere d’arte realizzate a secoli di distanza è al centro di una conversazione tra l’artista contemporaneo Stefano Arienti e Martina Bagnoli, direttrice della Galleria Estense, che espone l’altarolo di El Greco che ha ispirato una nuova opera di Arienti dedicata a Modena.
L’incontro, aperto liberamente al pubblico, è in programma mercoledì 10 maggio alle 18 nel Salone dei Veneti, dove è esposta l’opera di El Greco alla Galleria Estense a Palazzo dei Musei in largo S. Agostino.
Arienti ha voluto confrontarsi con l’altarolo di El Greco (1567), uno dei capolavori conservati nel museo modenese, rendendo così omaggio alla modernità del maestro tardo rinascimentale.
“Un’opera meravigliosa”, secondo la direttrice Martina Bagnoli “che El Greco dipinse poco dopo il suo arrivo a Venezia, folgorato dallo splendore, dalla vitalità e dalla brillantezza della pittura veneta, così diversa dalla cifra pittorica cui era abituato. Questo trittico è proprio l’emblema di questa rivelazione, di questo cambiamento del percorso pittorico dell’artista”.
L’opera di Arienti “Paesaggio (veduta del Monte Sinai)”, in mostra a Palazzo Santa Margherita, riproduce in scala maggiore su carta da pacchi un paesaggio nel retro dell’altarolo, dunque situato in una posizione non immediatamente visibile.
L’artista conosceva il trittico dai libri, e lo ha potuto vedere per la prima volta dal vero in occasione della preparazione della sua personale “Antipolvere” alla Galleria Civica di Modena. “Ho scoperto un’opera molto più piccola di quello che immaginavo – racconta Arienti – ma si tratta allo stesso tempo di un’opera monumentale e straordinaria. Mi ha sempre impressionato soprattutto il retro, questa visione di un paesaggio inventato con tre picchi, probabilmente ispirato a qualche luogo reale della Grecia. Mi ricorda anche un po’ le pitture antiche cinesi e quindi è un soggetto molto particolare, dipinto con una tecnica molto strana, miniaturistica e allo stesso tempo espressionista”.
Copre 25 anni di attività di Stefano Arienti (Asola 1961), uno dei più riconosciuti artisti italiani a livello internazionale, la cui ricerca prende le mosse da materiali, oggetti e immagini tratti da capolavori di grandi artisti del passato fino alle icone della cultura popolare. Giocando con esse l’artista compie alterazioni di forma che ne modificano il significato. Grazie a questo processo l’artista affronta così temi chiave dell’arte contemporanea come la natura, il ruolo dell’immagine e il concetto di originalità. In mostra sono esposte opere su carta e su supporti inconsueti (teli da cantiere, carta da pacco, locandine, fotocopie, lucidi da elaborati tecnici). Testimoni di un percorso di ricerca incessante in cui le immagini sono sottoposte a infiniti processi di studio e variazione: fotocopiate, ricalcate, tracciate con forature, intessute o disegnate in oro.
La mostra, organizzata e prodotta dalla Galleria Civica con la Fondazione Cassa di risparmio di Modena è visitabile gratuitamente fino al 16 luglio da mercoledì a venerdì dalle 10.30 alle 13 e dalle 16 alle 19.30. Sabato, domenica e festivi dalle 10.30 alle 19.30. Lunedì e martedì chiuso.
Info on line: www.galleriacivicadimodena.it
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