BAGNO DI ROMAGNA (FC) – Venti dipendenti su trentotto della Casa Protetta per anziani “Camilla Spighi”, struttura socio-sanitaria a carattere residenziale rivolta prevalentemente ad anziani non autosufficienti che ospita una quarantina di persone, un’istituzione del Comune di Bagno di Romagna, nel cesenate, hanno espresso la volontà di non sottoporsi al vaccino anti-Covid19.
Una scelta, comunque non condivisa da tutti i dipendenti , che ha spinto il sindaco Marco Baccini a lanciare una sorta di ultimatum, più che – come lo ha definito lui – “un richiamo alla responsabilità”: se entro l’11 gennaio queste persone non avranno cambiato idea e la situazione dovesse diventare insostenibile “non si esclude il licenziamento”.
Ma il sindacato confederale Ugl richiama il sindaco.
“Forse il sindaco Marco Baccini si dimentica che il vaccino non è obbligatorio e che per quanto concerne i licenziamenti, il ddl di bilancio proposto dal governo proroga al 31 marzo 2021 il divieto di procedere a licenziamenti individuali per giustificato motivo e a quelli collettivi. Dunque, lo invitiamo ad uniformarsi alle norme e a non generare sconcerto nel personale minacciando misure ritorsive come il licenziamento in ordine ad un loro preciso diritto come la libera scelta se vaccinarsi o meno. Ricordiamo al sindaco, infatti, che in base all’articolo 32 della Costituzione: “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge” ”: scrive in una nota Filippo lo Giudice, segretario territoriale dell’Ugl di Forlì-Cesena-Rimini e Ravenna.
E sul diritto in generale s’è già pronunciata la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro che ha spiegato come in assenza di una legge ad hoc l’obbligatorietà del vaccino in azienda non sia automatica.
“Riteniamo che il sindaco di Bagno di Romagna debba rapportarsi con il personale con una maggiore predisposizione all’ ascolto, ringraziandolo, semmai, dove possibile, per l’apporto fornito fino ad oggi in questa situazione di pandemia. Piuttosto che evocare lo spettro del licenziamento provveda il sindaco ad avviare ad altre mansioni il personale che esercita questa scelta e provveda ad assumere nuova forza lavoro. Un’eventuale carenza di risorse per l’assunzione di nuovi operatori sanitari dimostrerebbe soltanto che i tagli indiscriminati alla sanità degli ultimi decenni, e dall’Ugl sempre stigmatizzati, hanno prodotto il vero danno ad un sistema di cura e assistenziale, tanto più grave in casi di pandemia, come quello che stiamo vivendo. Come Ugl siamo pronti a raccogliere testimonianze dei lavoratori della Casa Protetta per anziani “Camilla Spighi”, difenderemo i loro diritti fino all’ultimo, nella speranza che il sindaco cambi tono. Non condividiamo questo inasprimento dei rapporti e tanto più non è auspicabile in una congiuntura così delicata come quella che tutti stiamo vivendo”: conclude il segretario territoriale dell’Ugl di Forlì-Cesena-Rimini e Ravenna, Filippo lo Giudice.
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